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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (14/1/05)

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USA: migliore delle attese il dato generale sulle vendite al dettaglio (8,7% a/a da 7,2% di novembre) che hanno risentito dell’aumento delle vendite di auto annunciate dalle principali case produttrici. Se si esclude la componente auto infatti il dato ha evidenziato un rallentamento.

Interessante anche l’andamento della sottocomponente relativa alle vendite dei grandi magazzini che hanno registrato solo un modesto incremento (+1,3%), registrando la peggiore performance di tutti i settori. Nel complesso comunque le vendite del periodo natalizio sono state molto più forti delle attese.

Ieri l’associazione nazionale dettaglianti ha annunciato un incremento delle vendite natalizie del 5,7% rispetto al 5,1% del 2003 ed al 4,5% atteso. La discrepanza tra i dati diffusi dal ministero del commercio e l’associazione dettaglianti è in parte spiegabile con il forte incremento registrato dalle vendite di benzine che l’associazione non rileva e con il mancato computo dei voucher acquistati durante il periodo natalizio e che si tradurranno in acquisti reali nei prossimi mesi.

Segnali di debolezza continuano intanto ad arrivare dal mercato del lavoro. Oltre le attese il dato sui sussidi alla disoccupazione saliti di 10mila unità attestandosi a 367mila unità, il livello più elevato dallo scorso settembre. Oggi è attesa la pubblicazione della produzione industriale del mese di dicembre che, considerato il calo registrato dal leading indicator, buon anticipatore della produzione, dovrebbe evidenziare un ulteriore rallentamento del tendenziale.

Polle, membro non votante della Fed, ha ieri dichiarato che ad un certo punto verrà meno l’atteggiamento di moderazione da parte della Fed, lasciando intendere la possibilità di incrementi dei tassi di maggiore entità in futuro. Sul fronte corporate General Motors ha ieri annunciato di attendersi un calo dei profitti per il 2005. Aumenta tra gli operatori il timore di un possibile taglio del rating sul debito di Gm, che, laddove effettuato da S&Poor’s, implicherebbe la perdita dell’investment grade.

Europa: come nelle attese la riunione delle autorità monetarie si è conclusa con un nulla di fatto. In occasione della conferenza stampa successiva alla riunione Trichet, con toni decisi, ha affermato che l’attuale livello dei tassi di interesse rispecchia esattamente la situazione congiunturale dell’area Euro, avvalorando l’ipotesi che le autorità continueranno a mantenere invariati i tassi anche nei prossimi mesi.

Trichet ha infatti dichiarato che le pressioni sui prezzi rimangono contenute a seguito di un contesto caratterizzato da crescita modesta e dalla debolezza del mercato del lavoro. Relativamente ai dati macro nel 2004 in Germania il 2004 si è concluso con una crescita all’1,7%, trainata dalle esportazioni, mentre la domanda interna è rimasta molto debole. Continua a crescere anche il rapporto deficit/Pil che si è attestato al 3,9%, dal 3,8% del 2003 e registrando il quarto anno consecutivo al di sopra del target previsto dal Patto di Stabilità e Crescita.

Asia-Pacifico: in Asia, stamani, hanno segnato buoni progressi le borse di Seoul e di Tokio. L’azionario sudcoreano ha beneficiato dell’ottimismo ingenerato dall’utile operativo per il quarto trimestre di Samsung, utile in calo del 42% a/a per via del declino dei prezzi degli shermi piatti e della contrazione dei margini sui telefoni cellulari, a seguito della guerra dei prezzi iniziata da Nokia, ma comunque un utile superiore alle attese e tale da dare la sensazione che il peggio sia passato.

In Giappone, dopo un avvio stentato, l’azionario è stato sospinto al rialzo dal sorprendente dato di Dicembre degli ordinativi di macchinari industriali: +11% m/m, su base destagionalizzata, con gli ordinativi core cresciuti del 19,9%, primo aumento in tre mesi.

Il dato core, che riguarda gli ordinativi privati domestici ad esclusione di quelli delle aziende di shipping ed elettricità, è considerato il miglior indicatore prospettico per la spesa in beni capitali delle imprese, anticipando, negli anni recenti, la relativa componente del PIL di circa un trimestre.

Benché il dato non possa di per sé convincere gli scettici della sostenibilità della ripresa nipponica, ha comunque allentato i timori di inversione del ciclo ingenerati dal declino delle esportazioni e dal recente andamento della produzione. Il dato finale per la produzione industriale nel mese di novembre è stato rivisto al rialzo al +1,7% m/m, su base destagionalizzata, portando la variazione tendenziale annua a +4,5%, mentre l’indice del grado di utilizzo della capacità produttiva nel comparto manifatturiero per lo stesso mese è salito a 103,4.

Commodity: l’attesa dell’arrivo di una forte ondata di freddo negli Usa ed il calo superiore alle attese delle scorte di gas continuano a sostenere le quotazioni del petrolio cresciute del 4% circa, toccando un massimo di 48,40 $/b. Pesano inoltre sul fronte produttivo, il blocco della produzione di oltre 500 mila b/g per problemi tecnici, nella zona tra Golfo del Messico, Mare del Nord e Nigeria.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)