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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (14/04/04)

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USA: le vendite al dettaglio di marzo hanno superato abbondantemente le attese, con una revisione al rialzo del mese precedente sia nella parte generale che in quella core, avvalorando l’ipotesi di un’accelerazione del ciclo statunitense. Si è trattato di un dato che, anche se trainato dal forte aumento della voce relativa agli attrezzi ed ai materiali da costruzione, che ha registrato un forte balzo (+10,6% m/m) dopo la fine della stagione invernale, ha confermato la tenuta dei consumi.

Positivi anche i dati relativi alle scorte industriali che a febbraio hanno registrato un incremento dello 0,7% m/m, dallo 0,2% del mese precedente, evidenziando come le aziende stiano accumulando scorte in vista di un aumento della domanda mondiale. I dati macro incoraggianti uniti ai buoni risultati trimestrali diffusi ieri a mercati aperti hanno spinto al rialzo i rendimenti sul mercato obbligazionario, con il tasso decennale Usa che ha superato la soglia del 4,30% e hanno generato pressioni sull’Euro.

Sul mercato azionario sembra prevalere il timore che una migliorata prospettiva di crescita possa portare la Fed ad aumentare i tassi di interesse più velocemente di quanto anticipato, andando ad urtare gli utili aziendali, tanto che ieri gli indici hanno chiuso con ribassi superiori all’1%. Sembra farsi avanti l’ipotesi che un rialzo dei tassi, con una ripresa non ancora consolidata e che già dal prossimo trimestre, con la fine degli incentivi fiscali, potrebbe ridimensionarsi, possa mettere a rischio la sostenibilità del recupero. Oggi se il dato sui prezzi, soprattutto nella parte core, dovesse confermare una dinamica inflazionistica in accelerazione si potrebbe assistere ad un’ulteriore penalizzazione del mercato obbligazionario. Il dato infatti potrebbe consolidare l’ipotesi di un rialzo dei tassi che attualmente il mercato si attende già in giugno (+ 25 bps). Preferiamo mantenere la view di tassi fermi fino a fine anno nell’attesa di ulteriori informazioni sul mercato del lavoro. In tal senso gli appuntamenti importanti saranno i due discorsi che Greenspan terrà il 16 ed il 21 p.v., in occasione della conferenza sui mercati finanziari e di fronte al congresso rispettivamente. Delude Intel che a chiusura mercati ha dichiarato di attendersi nel secondo trimestre vendite più contenute di quanto anticipato.

Euro: secondo le prime anticipazioni della relazione trimestrale di cassa del governo italiano in pubblicazione la prossima settimana, saranno riviste le stime sulla crescita e sui conti pubblici del 2004. Per l’anno in corso il Pil crescerà dell’1,3-1,4%, dall’1,9% precedentemente stimato, ed il deficit/Pil al 2,7%-2,8%, dal 2,2%. Diverse sono le proposte avanzate al fine di favorire la ripresa economica del paese. Tuttavia al momento l’agenzia di rating Moody’s ha assicurato che non modificherà il proprio giudizio sul paese. In Francia la banca centrale ha dichiarato che venderà 500 tonnellate di oro a partire da ottobre e per i prossimi 5 anni.

Jap: dalle minute relative alla riunione del 15-16 marzo è emerso una certa preoccupazione delle autorità per il rafforzamento dello yen nei confronti del dollaro che potrebbe penalizzare le esportazioni, principale risorsa del paese ed ostacolare la fine della fase di deflazione. I buoni dati macroeconomici statunitensi hanno determinato un rafforzamento del dollaro contro lo Yen che ha superato i 107. Sul mercato azionario il Nikkei ha chiuso in calo sulla scia dei listini di oltreoceano. I titoli maggiormente colpiti dalle vendite sono stati i tecnologici che hanno risentito dei risultati rilasciato da Intel.

Commodity: poco variato il prezzo del petrolio in attesa della pubblicazione di oggi del report settimanale del Dipartimento dell’Energia. Le attese di mercato sono a favore di un rialzo delle scorte che probabilmente potrebbe attestarsi intorno ai 2 Mln di barili. I buoni dati macro statunitensi ed il successivo rafforzamento del $, hanno penalizzato le quotazioni dei metalli preziosi con l’oro sceso a 406 $/oncia. In calo l’indice delle commodities CRB che in un solo giorno è sceso del 2%, con cali generalizzati in tutti i settori.