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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (12/8/05)

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USA: il dato preliminare destagionalizzato sulle vendite al dettaglio di luglio è risultato inferiore alle attese sia con riferimento al dato generale (+1,8% m/m) sia alla parte core (+0,3%). Come nelle attese vi è stata una buona contribuzione del settore auto la cui variazione mensile è stata pari a +6,7% da +4,6%, grazie al successo degli incentivi alle vendite adottati dai produttori Usa.

Positiva anche la contribuzione del settore energetico (gasoline stations +2,4%). Negativa invece la variazione di altri settori come l’arredamento (-1.3%), l’abbigliamento (-0,5%) ed i department stores (-1%). Il dato nel complesso continua a segnalare un andamento favorevole delle vendite al dettaglio sebbene molto legato all’andamento del settore auto.

Il dato al netto del settore auto, costruzioni e petrolio, (utilizzato per il computo del personal consumption all’interno del Pil) ha registrato una variazione mensile di +0,1% dallo 0,8% del mese precedente. Il calo registrato nei settori indicati andrà monitorato nei prossimi mesi con attenzione per verificare se è da ricollegare o meno all’incremento del prezzo del greggio.

L’asta sul 10 anni Treasury da 13Mld$, a differenza delle precedenti emissioni su tratto a 3 e 5 anni, ha registrato una buona percentuale di sottoscrizione (46,9%) da parte degli indirect bidders.

Europa: i dati sul Pil del secondo trimestre dell’intera area Euro hanno confermato il rallentamento in atto. A fronte di un incremento trimestrale dello 0,3%, dal +0,5% del primo trimestre, il tendenziale annuo è sceso all’1,2%, dall’1,4% dei primi tre mesi dell’anno. Secondo le stime diffuse dalla Commissione Europea la crescita del Pil dovrebbe essere compresa tra lo 0,2% e lo 0,6% nel terzo trimestre dell’anno, per accelerare nell’ultimo tra lo 0,4% e lo 0,8%.

Particolarmente sorprendente il dato sul Pil italiano che ha registrato un rialzo dello 0,7%. Non è ancora disponibile il disaggregato ma con ogni probabilità il recupero è stato trainato dal miglioramento del saldo commerciale. Delude invece la crescita in Germania dove il Pil è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente secondo i dati aggiustati per la stagionalità.

Secondo l’ufficio statistico, nel secondo trimestre dell’anno il paese ha assistito ad un rimbalzo della domanda interna rimasta negativa per i due trimestri precedenti, mentre è stato negativo il contributo delle esportazioni nette. Gli analisti interpellati dalla Bce sono comunque risultati meno ottimisti circa la crescita con una stima all’1,4% in calo dall’1,6%, accompagnata da un’inflazione al 2,1% rispetto all’1,9% precedente.

Asia-Pacifico: in Giappone, stamattina, è stata pubblicata la prima stima preliminare del PIL reale nel secondo trimestre 2005, secondo la quale la crescita è stata dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, su base destagionalizzata, che in termini annualizzati si traduce in un +1,1%, meno di quanto atteso dagli economisti intervistati da Bloomberg News, i quali avevano segnalato, in mediana, un +1,9%.

Non si può parlare veramente di una sorpresa negativa, soprattutto alla luce della concomitante revisione al rialzo della crescita nei primi tre mesi di quest’anno, portata ad un annualizzato +5,4%, dal precedente +4,9%, il che ha naturalmente innalzato il livello di partenza per i secondi tre mesi, oltre a confermare la volatilità delle stime preliminari.

Di tenore positivo anche una più attenta lettura del dato, con i consumi delle famiglie in accelerazione a +0,8% sul trimestre, sempre in termini destagionalizzati, e con gli investimenti privati in capitali fissi cresciuti del 2,2%: le due voci hanno contribuito per lo 0,4% e 0,3%, rispettivamente, alla crescita complessiva, mentre le esportazioni nette sono tornate a contribuire positivamente, per lo 0,2%, dalla contribuzione negativa del primo trimestre, che molta preoccupazione aveva generato in una parte degli osservatori.

A rallentare la crescita è stato, invece, un più rapido decumulo delle scorte da parte delle imprese private, il che si stima abbia sottratto mezzo punto percentuale all’incremento di PIL, fenomeno che può essere anche letto in positivo, in termini prospettici, mentre sostanziali sono stati i cali degli investimenti in edilizia residenziale e dei consumi ed investimenti pubblici.

Commodity: il petrolio WTI ha guadagnato l’ 1,39% dopo che l’IEA ha ridotto le stime di produzione della Russia e di altri paesi non-Opec. L’Organizzazione ha tagliato l’offerta non-Opec di 200.000 b/g. La carenza di capacità produttiva sta guidando il rialzo del greggio, cui si aggiunge la consapevolezza che difficilmente prima di tre o quattro anno si riuscirà ad aumentare la capacità degli impianti nella trasformazione del greggio ad alto contenuto di zolfo.

L’Aie ha rivisto al ribasso la domanda di petrolio cinese da 6,79 Mln b/g a 6,75 Mln. La lieve revisione al ribasso, non modifica però il quadro generale. La domanda globale di greggio continuerà, infatti, a rimanere sostenuta anche per quest’anno ed il prossimo.