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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (12/1/05)

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USA: l’attesa trimestrale di Intel ha evidenziato dati superiori alle attese con riferimento sia all’andamento del fatturato che dell’utile per azione (0,33$ vs consensus di 0,31$). Il titolo ha guadagnato circa il 3% nell’after hour.

E’ proseguito il processo di riduzione delle scorte che ha comunque impattato sulla redditività visto che i margini di profitti lordi sono arrivati al 56% rispetto al 63% dello stesso periodo del 2003. Intel prevede un recupero per il 2005 a quota 58%. Il principale produttore di chip mondiale inoltre ha annunciato l’intenzione di incrementare gli investimenti in nuovi impianti di produzione: gli investimenti totali preventivati per il 2005 dovrebbero essere ricompresi tra 4,9 e 5,3Mld$, da 3,8Mld$ effettuati nel 2004.

La trimestrale di Intel ha in parte fugato i timori risultati peggiori rispetto a quanto pubblicato, dopo l’annuncio da parte della rivale Amd di un andamento non favorevole nell’ultimo trimestre del settore delle flash memory che nel caso di Amd pesano però per circa la metà del fatturato a fronte di un 10% di Intel.

Sul fronte macro è oggi atteso l’importante dato sulla bilancia commerciale di novembre dove le stime sono di un lieve calo del deficit dopo il record storico di ottobre. Si tratta di un dato rilevante in ottica forex dove però l’attenzione si sta spostando soprattutto sul cross Dollaro/en dopo il richiamo di Issing sulla possibilità che il rientro del deficit Usa passi attraverso una rivalutazione delle valute asiatiche.

Questa sera è attesa l’emissione di 15Mld$ di Treasuries quinquennali, un segmento di curva particolarmente importante per monitorare l’andamento della domanda da parte degli investitori esteri: nella precedente asta di inizio dicembre gli indirect bidders avevano sottoscritto la percentuale record del 65%.

Europa: in sensibile rialzo l’indice Zew per l’intera area Euro che a gennaio è salito al 29,9, dal 17,7 di dicembre. Il recupero è da imputare principalmente all’incremento registrato dalla sottocomponente relativa alle aspettative, mentre quella delle condizioni correnti ha messo a segno un miglioramento molto più modesto.

Il calo del prezzo del greggio e l’aspettativa che l’apprezzamento dell’Euro abbia un effetto contenuto sulle esportazioni hanno generato ottimismo tra gli analisti e gli investitori istituzionali intervistati per il sondaggio. Il dato comunque non deve indurre a facili entusiasmi dal momento che il mese di gennaio ha registrato il primo rialzo dopo il trend al ribasso pressoché ininterrotto iniziato dal gennaio 2004 ed in tal senso prima di poter essere considerato come un’inversione di tendenza avrà bisogno di ulteriori dati di conferma.

I dati sull’economia reale che giungono dall’area Euro continuano a richiamare cautela. Ieri la produzione industriale tedesca di novembre ha registrato un brusco calo (-0,7% a/a, dal +2,3% di ottobre), evidenziando una forte debolezza del settore delle costruzioni (-8,7% a/a).

In controtendenza il dato francese che a novembre ha registrato un rialzo portandosi al 2,1%, dall’1,3%. Sempre in Francia positivi anche i dati sulla bilancia commerciale che a novembre ha registrato un calo del deficit.

Asia-Pacifico: tutte negative stamani le maggiori borse della regione, sulla scia della seduta negativa ieri per Europa e Nordamerica e sotto il peso delle preoccupazioni per l’indebolimento del Dollaro ed il rialzo del prezzo del petrolio. A Tokio, l’indice azionario Nikkei225 ha ceduto lo 0,75%, con particolare penalizzazione per i titoli delle grandi aziende esportatrici e con Toyota che ha ceduto l’1,2%.

A fornire il pretesto per un generale movimento di rivalutazione delle valute della regione, le dichiarazioni di Issing, capoeconomista della BCE, che ha rimarcato l’esigenza di facilitare il riassorbimento del disavanzo esterno statunitense mediante la libera fluttuazione delle valute asiatiche, il cui prerequisito è il cambio nel regime valutario in Cina.

Bene, invece, i titoli del comparto dei macchinari per la produzione di chip, sull’onda delle buone notizie provenienti da Intel e, in particolare, dell’intenzione del gigante americano di aumentare gli investimenti del 40% nell’anno in corso.

Commodity: in lieve rialzo il prezzo del petrolio dietro i timori di un calo delle temperature nella parte Nord-Est degli Usa e di un successivo incremento della domanda di heating oil. Secondo alcune voci infatti a partire dal 14 gennaio le temperature scenderanno sotto la media di periodo.

Intanto oggi sono attesi i dati sulle scorte statunitensi relative alla settimana conclusasi il 7 gennaio e pubblicate dal Dipartimento dell’Energia che, considerato le temperature sopra la media stagionale nella settimana di riferimento, sono attese in rialzo. Tuttavia un dato leggermente sotto le attese potrebbe aumentare i timori legati ad un’offerta di greggio inferiore alla domanda, soprattutto in un periodo in cui la domanda di petrolio da riscaldamento è particolarmente elevata. a 1,64 Mln b/4 da 1,66 Mln b/g di dicembre.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)