USA: in una giornata caratterizzata dall’assenza di dati macro, il mover principale è stato rappresentano ancora dal tema del differenziale dei tassi, dopo le recenti dichiarazioni di alcuni esponenti della Fed in merito ai possibili rischi sui prezzi derivanti dal rialzo del costo del lavoro. In tale contesto la continuazione del calo del prezzo del greggio non ha avuto il potenziale effetto positivo sui bond come avvenuto in precedenza.
I tassi decennali anzi hanno segnato un lieve rialzo con lo spread Usa-Euro su tale segmento che è arrivato a quota 100bps. La settimana si apre all’insegna di un calendario di dati macro caratterizzato da 3 pubblicazioni principali: 1) la bilancia commerciale; 2) le vendite al dettaglio ; 3) il TIC report. Altro mover di rilievo è rappresentato anche delle minute del Fomc del 22 marzo, ossia la riunione in cui la Fed, nell’ambito del successivo comunicato, ha richiamato l’attenzione sull’andamento dei prezzi.
Sul mercato forex il Dollaro ha aperto la settimana in calo vs. Euro dopo le dichiarazioni di un esponente della Banca centrale coreana secondo cui non vi sarebbe in programma una diversificazione delle riserve valutarie. Il Sud Corea è il quarto paese al mondo in termini di riserve valutarie. Inoltre il ministro delle finanze giapponese ha richiamato alla cautela nelle decisioni inerenti le proprie riserve. Nel corso della settimana sono attese le emissioni di Treasury a 5 anni e Tips a 10 anni.
A mercati chiusi Ford ha rivisto al ribasso del 29% le stime di utili per il 2005, aggiungendo anche di non ritenere raggiungibile l’obiettivo di utili lordi di 7Mld$ per il 2006. Il titolo ha perso il 6% nell’after hour.
Europa: al discorso effettuato da Trichet hanno fatto eco Wellink e Gonzalez, membri del consiglio direttivo della banca centrale europea. Entrambi hanno sottolineato il rischio che il caro greggio possa avere ripercussioni negative sulla crescita economica, ribadendo come l’attenzione della Bce sia adesso più focalizzata sull’atteso recupero del ciclo che non sull’inflazione.
Relativamente ai prezzi il Cpi armonizzato tedesco ha registrato a marzo una crescita superiore alla stima preliminare e pari all’1,7%, dall’1,6% della prima lettura. Il dato comunque rimane in linea con un’inflazione dell’intera area Euro per il mese di marzo al 2,1%, invariata da febbraio. In tal senso sarà da monitorare attentamente il dato francese in calendario per mercoledì.
La settimana sarà comunque scarna di eventi ad eccezione della pubblicazione del bollettino mensile della Bce, che dovrebbe ribadire quanto già dichiarato da Trichet, e delle stime di crescita diffuse dalla Commissione. Indicazioni sulla crescita giungeranno dai dati sulla produzione industriale italiana e francese per il mese di febbraio.
Asia-Pacifico: in calo, stamani, i maggiori indici azionari della regione, con il Nikkei 225 che ha perso l’1,09%, primo calo delle ultime cinque sedute, anche per via della delusione per Elpida (-5,02%), joint venture tra Hitachi (-1,17%) e Nec (-1,94%) e quinto produttore al mondo di chip per memorie DRAM, con la pubblicazione di un utile netto per l’anno fiscale conclusosi il 31 marzo scorso di circa ¥8,1Mld, ben al di sotto dell’intervallo previsivo ¥12-¥16Mld, annunciato dalla stessa società in gennaio, avendo registrato nell’ultimo trimestre una perdita netta di circa ¥1,79Mld, soprattutto per la dinamica avversa dei prezzi mondiali.
Non è bastata a sostenere l’azionario nipponico la buona notizia di un avanzo di partite correnti, in febbraio, in crescita e migliore delle attese, registrando un livello di ¥1.661Mld, su base destagionalizzata, con un avanzo commerciale anch’esso in crescita a ¥1.235Mld.
A Singapore, l’indice Strait Times stava cedendo lo 0,15%, sulla strada di interrompere una serie positiva di sette seduti in cui ha guadagnato il 2,8%, dopo che il governo della città-stato ha reso nota per il primo trimestre dell’anno una stima preliminare di contrazione del prodotto interno lordo reale del 5,8%, su base annualizzata.
Da segnalare le manifestazioni anti-giapponesi in Cina, innescate dalla pubblicazione in Giappone di un libro di storia della seconda guerra mondiale di stampo nazionalistico, ulteriore segno di sentimenti e tensioni tra i due paesi mai risolti, il che fa temere alcuni osservatori per il futuro delle relazioni, anche commerciali, tra le due grandi economie asiatiche.
Commodity: continuano a scendere le quotazioni petrolifere dietro il rinnovato ottimismo circa la capacità delle raffinerie statunitensi di far fronte alla domanda estiva. Nell’ultima settimana le quotazioni sono infatti scese del 6,5%.
Scendono anche le quotazioni delle benzine che hanno ceduto l’1%, mentre nell’intera settimana il calo è stato del 5%. Resta pessimista il Fmi che nel World Economic Outlook sottolinea che le tensioni sul mercato petrolifero saranno ancora forti nei prossimi anni contribuendo a ridurre il Pil nel 2005-2006 di quasi un punto percentuale. Secondo l’Organizzazione i recenti aumenti hanno spinto le attese di prezzo reale del greggio tra i 39-56 $/b.