Il contenuto di questo articolo esprime il pensiro dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – USA: l’attenzione degli operatori era ieri focalizzata sul discorso di Moskow, membro votante della Fed, il quale ha dichiarato che è difficile stimare l’impatto sulla crescita dei danni di Katrina e molto dipenderà dai tempi necessari per riparare le piattaforme petrolifere, i porti e le raffinerie. In ogni caso i rischi per l’economia rimangono 3: il rialzo dei prezzi energetici e dell’inflazione core insieme al possibile calo dei prezzi delle case.
Moskow ha dichiarato che i rischi di trasmissione delle turbolenze sul mercato energetico sui prezzi core sono elevati in quanto l’economia sta crescendo su livelli prossimi al potenziale. Di conseguenza vi è l’esigenza che la Fed adotti una politica monetaria tale da garantire la stabilità dei prezzi, anche in assenza di un incremento delle aspettative d’inflazione. L’atteggiamento di Moskow ha ricalcato in gran parte quello di Santomero, altro membro votante, lo scorso 31 agosto: entrambi appaiono favorevoli alla prosecuzione del rialzo graduale dei tassi.
Il contenuto del Beige Book è passato in secondo piano in quanto i dati sui quali è stato redatto si fermavano al 29 agosto e quindi prima del passaggio dell’uragano. Il report della Fed ha comunque evidenziato condizioni di crescita diffusa, visto che 11 distretti su 12 hanno riportato un miglioramento dell’attività economica. Pochi distretti hanno segnalato un rallentamento nel settore immobiliare ad uso residenziale. I dati finali sul costo del lavoro unitario del secondo trimestre hanno registrato una variazione t/t annualizzata ben superiore alle attese (2,5% vs consensus di 1,4%).
Europa: la fiducia dei consumatori italiani ad agosto è rimasta pressoché stabile, ai livelli minimi di giugno 2004. L’istituto che ne redige le stime, l’Isae, fa notare che sono migliorate le valutazioni sul clima economico generale del paese, mentre le valutazioni sul quadro personale e quelle sulla situazione corrente sono meno favorevoli rispetto allo scorso mese, complice anche l’elevato prezzo del petrolio e delle benzine. In Germania rimane sostenuta la crescita della produzione industriale (+1,2% m/m a luglio, dal +1,6% m/m di giugno).
Tra i comparti si evidenzia il rallentamento dei beni capitali e delle costruzioni ed il calo del comparto energetico. Migliora invece l’andamento dei beni intermedi e di consumo. Sempre in Germania l’ultimo sondaggio condotto dall’istituto Forsa ha evidenziato come la coalizione guidata da Angela Merkel non abbia più la maggioranza dei consensi.
Il Cdu-Csu detiene infatti il 42% delle preferenze a cui va ad aggiungesi il 6% dei liberali per un totale del 48%. Il partito di Schroeder più i verdi totalizzano il 41% delle preferenze, cui potrebbe aggiungersi l’8% ottenuto dal nuovo partito della sinistra per un totale del 49%.
Asia-Pacifico: il nervosismo pre-elettorale si fa sentire a Tokio, dove il Nikkei 225 ha stamani chiuso in calo dello 0,58%, dopo essere arrivato a cedere fino allo 0,8%, in un contesto nel complesso favorevole per l’espansione macroeconomica, con particolare penalizzazione per i titoli che meglio hanno performato nel recente passato: il sottoindice del Topix per il comparto minerario, dopo aver guadagnato più del 55% da metà maggio ad inizio settembre, ha oggi ceduto il 2,57%, quarto calo consecutivo.
Al termine della mensile riunione del comitato di politica monetaria della Banca del Giappone, come atteso, non è stata apportata alcuna modifica all’intervallo-obiettivo per i depositi detenuti presso l’istituto centrale dagli intermediari finanziari, nel contesto dell’ultra-accomodante quantitative easing framework, compresa la possibilità di temporanei foramenti verso il basso, pur sempre con una decisione presa a maggioranza (7-2).
La novità è stata rappresentata, nella versione sintetica del rapporto mensile della BoJ sullo stato dell’economia, dall’ammissione della possibilità di una variazione tendenziale nulla per i prezzi al consumo core già per la fine di quest’anno, rilevando un’accelerazione del processo di rientro dalla deflazione, con la cautela, aggiungiamo noi, che occorreranno diversi mesi di inflazione non-negativa prima che l’istituto pensi ad un cambio di strategia, con un aumento dei tassi ufficiali di interesse improbabile prima del quarto trimestre 2006.
Per luglio, calo minore del previsto per gli ordinativi privati core di macchinari industriali (-4,3%), dopo il balzo di giugno, accolto da non pochi economisti come indicazione di una buona propensione delle imprese a continuare ad investire.
Commodity: la ripresa dell’attività petrolifera Usa colpita dall’uragano ed i rifornimenti di emergenza offerti dagli altri paesi hanno portato le quotazioni petrolifere ai livelli precedenti l’uragano. I prezzi rimangono tuttavia elevati sulla scia di carenze nei rifornimenti di benzine negli Usa. L’uragano dovrebbe pesare anche sulle scorte di greggio in pubblicazione oggi.
A cura di A. Cesarano (Responsabile Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C. Pace (Economista)