Società

MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (08/3/05)

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USA: il credito al consumo del mese di gennaio ha registrato un incremento al di sopra delle attese, segnando il valore più elevato da ottobre. Per la componente non-revolving (che include i prestiti per auto) la variazione è stata di +6,2Mld$, mentre invece per la parte revolving (in cui cono ricompresse le carte di credito) si è registrato un incremento di 5,4Mld$. Il dato conferma la buona tenuta dei consumi segnalata già dalle vendite al dettaglio dello stesso mese.

Sul mercato azionario segnaliamo che Texas Instruments, il maggiore produttore mondiale di semiconduttori per la telefonia mobile, ha dichiarato che non riuscirà a rispettare il range superiore delle proprie aspettative di vendite a causa di un calo della domanda di chip per i televisori. Nell’after hour il titolo ha perso il 3,4%. Oggi, in assenza di dati macro, segnaliamo il discorso di Bernanke sull’economia.

Europa: la giornata di ieri non ha offerto spunti né dal lato macro né da quello delle notizie derivanti da Bruxelles, dove è iniziata la riunione dell’Eurogruppo. Oggi la parola andrà all’Ecofin, ma l’ipotesi più probabile è che si giunga ad un nulla di fatto e che l’approvazione della riforma venga posticipata al 20 marzo, quando dovrebbe essere tenuto un consiglio straordinario dei ministri economici e finanziari, prima della riunione UE del 22. Le dichiarazioni rilasciate durante la riunione non hanno fatto altro che confermare quanto già noto, ovvero che le autorità si stanno muovendo verso un allentamento dei vincoli fiscali.

Mantenendo ovviamente i vincoli dettati da Maastricht (il 3% in termini di defit/PIL e il 60% di debito/Pil), la riforma dovrebbe prevedere innanzi tutto un allungamento dei termini per far scattare la procedura di early warning in caso di deficit eccessivo e, in secondo luogo, una maggiore tolleranza temporale degli squilibri fiscali superiori alla soglia limite fissata da Maastricht. Per sforare il limite del 3% senza innescare la procedura di early warning non servirà una contrazione del Pil del 2% (come previsto attualmente), ma basterà una crescita inferiore alle attese, con il rientro del deficit che potrà durare anche 4 anni. La riforma inoltre dovrebbe prevedere anche una maggiore tolleranza per tutte quelle spese effettuate per operare riforme strutturali, oltre che per eventi eccezionali legati a catastrofi naturali.

Dopo la preoccupazione espressa lunedì da S&P’s sul deterioramento nel medio termine della posizione debitoria dell’intera area Euro, ieri Fitch ha lanciato un monito nei confronti dell’Italia che potrebbe subire una riduzione del rating qualora la crescita inferiore alle attese dovesse minare il raggiungimento degli obiettivi preposti.

Asia-Pacifico: contrastati i maggiori indici azionari della regione, con rialzi per quelli delle borse di Hong Kong, Shanghai e Shenzhen, anche grazie alla pubblicazione di un rapporto di Merrill Lynch contenente l’indicazione agli investitori di acquistare azioni cinesi, con una crescita economica superiore alle attese a giustificare la speranza di maggiori utili aziendali.

Chiusura in calo per il Nikkei 225 (-0,32%), che ha così interrotto la più lunga serie di rialzi dall’agosto 1999, con particolare penalizzzione per i titoli del comparto minerario, i cui corsi sono sostanzialmente cresciuti dal dicembre scorso, mentre il titolo di Sony (+4,18%) è risultato il migliore dell’indice principale, apparentemente continuando a beneficiare dell’annuncio, fatto ieri, dell’avvicendamento al vertice aziendale il prossimo giugno.

Sempre in Giappone, le spese per consumi delle famiglie in gennaio è cresciuta del 4,3% sul mese, in ripresa rispetto al precedente –2,5%, ma meno di quanto atteso dal mercato, con una variazione tendenziale annua di +0,5%, anch’essa in progresso rispetto a quella di -3,5% del mese precedente. Il dato preliminare, sempre per gennaio, per i redditi da lavoro dipendente ha messo a segno un progresso dello 0,4% a/a, con i redditi da lavoro straordinario in crescita dello 0,9% a/a.

I dati nipponici, sia pure sostanzialmente deludenti, letti insieme agli altri indicatori confermano purtuttavia un recupero dell’economia nipponica nel trimestre in corso, dopo tre trimesti consecutivi di contrazione. L’inchiesta di febbraio tra gli ‘Eco-Watchers’ ha portato a calcolare un indice delle condizioni prospettiche per l’economia nipponica di 45,6, in lieve incremento rispetto al mese di gennaio, mentre l’indice delle condizioni correnti è aumentato a 49,9, da 48,3.

Commodity: poco variato il prezzo del greggio dopo che si è diffusa la notizia secondo cui l’Opec non apporterà alcuna modifica all’attuale quota produttiva nella riunione del 16 marzo. Intanto è attesa per domani la pubblicazione dei dati sulle scorte petrolifere Usa diffusi dal Dipartimento dell’Energia. Attenzione particolare sarà rivolta alle scorte di distillati.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)