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(WSI) – USA: il calo del prezzo del greggio e delle benzine è stato ieri uno dei principali motivi di ottimismo degli operatori sulla possibilità che i danni generati dall’uragano Katrina possano essere limitati sulla crescita economica. I mercati azionari hanno guadagnato oltre l’1% a fronte invece di un rialzo dei tassi di mercato. Il Dollaro non ha invece beneficiato di questo clima, rimanendo ancora in prossimità dell’1,25 vs Euro.
L’ottimismo è stato generato anche dalle buone evidenze offerte dall’indice Ism del settore non manifatturiero relativo all’attività economica. L’indice si è posizionato ai massimi dalla metà dello scorso anno a quota 65. Nessuno dei settori ricompresi nell’indice (tra cui i servizi, le costruzioni, l’agricoltura e l’immobiliare) ha riportato una contrazione dell’attività. La sottocomponente occupazionale inoltre si è posizionata ai massimi storici.
Il settore immobiliare è risultato tra i migliori nell’ambito di diverse sottocomponenti, confermando pertanto come al momento rappresenti uno dei principali fattori di supporto per la crescita. Nel frattempo continua il dibattito sulle future mosse della Fed. Ieri McTeer, ex presidente della Fed di Dallas, ha dichiarato che non sarebbe necessaria la prosecuzione della fase di rialzo dei tassi. Si tratta di un’opinione opposta rispetto a quella espressa da Santomero, quest’ultimo membro votante del Fomc. Oggi è atteso il discorso di Moskow (membro votante Fed) sull’economia.
Europa: l’Ocse ha rivisto le stime di crescita dell’intera area Euro rialzandole leggermente all’1,3%, dall’1,2%, uniformandosi così con quanto atteso dal Fmi. La revisione non implica certo un’inversione di trend visto che l’anno in corso si concluderà certamente con un rallentamento rispetto al +1,7% registrato nel 2004.
All’interno dell’area, l’Ocse ha tagliato le stime di crescita della Germania portandole all’1%, dall’1,2%, mentre ha rialzato quelle di Francia ed Italia portandole all’1,6% e al +0,2% dall’1,4% e –0,6% rispettivamente. Nel caso Italiano l’ipotesi di un incremento congiunturale dello 0,3% e dello 0,4% negli ultimi due trimestri dell’anno appare comunque molto difficile da realizzare. In linea con le vendite al dettaglio tedesche, il dato generale per l’intera area Euro di luglio è risultato molto deludente.
Asia-Pacifico: la borsa di Tokio, stamani, ha vissuto una seduta simile a quella di martedì, con un’apertura in rialzo (+0,7%) ed una progressiva perdita di terreno, con il Nikkei 225 che ha chiuso sostanzialmente invariato (+0,06%), tra prese di beneficio (in particolare sui titoli dell’acciaio), nervosismo pre-elettorale e riposizionamento degli operatori in vista dell’appuntamento dell’11 settembre.
Si consolida l’immagine di un luglio decisamente sottotono, con un dato preliminare per il mese dell’indice delle condizioni correnti sceso a 22, dal 100 di giugno, così come ci si continua ad aspettare un’accelerazione nei mesi seguenti, con la lettura preliminare per lo stesso mese dell’indice degli indicatori anticipatori mantenutasi in linea di galleggiamento, a 50, in calo rispetto al mese precedente, ma meglio delle attese di un foramento verso il basso del livello-soglia tra espansione e rallentamento.
Ieri l’OCSE, in un rapporto intermedio tra l’Economic Outlook dello scorso maggio e quello atteso per il prossimo novembre, ha rivisto al rialzo la previsione di crescita del PIL reale nipponico nel 2005 a +1,8%, dal precedente +1,5%, sottolineando come, nonostante una certa volatilità dell’output di trimestre in trimestre, nonché il fatto che le ultime previsioni non tengano conto di un eventuale (indiretto) effetto Katrina, la ripresa è sembrata acquisire solidità, soprattutto grazie al miglioramento del mercato del lavoro.
Commodity: rallenta la corsa del petrolio dietro la speculazione che l’uragano Katrina potrebbe rallentare la crescita economica Usa, principale consumatore di energia. Inoltre alcune raffinerie danneggiate dall’uragano stanno riprendendo l’attività.Il segretario al Tesoro Usa, Snow, ha dichiarato che l’uragano per fine anno potrebbe tagliare la crescita del paese dello 0,5% e quindi ridurre la domanda di greggio nella seconda parte dell’anno.
Gli effetti dell’uragano si sono sentiti anche a Londra. Al LME infatti le quotazioni dello zinco hanno raggiunto i massimi da settembre 1997. A New Orleans, in 24 magazzini autorizzati sono accumulate scorte per 250mila tonnellate di zinco, Ieri si era diffusa la notizia (in parte poi smentita) che queste scorte erano state danneggiate dall’uragano spingendo la Borsa metalli a sospendere le consegne di metallo da New Orleans e i relativi certificati.
A cura di A. Cesarano (Responsabile Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C. Pace (Economista)