USA: in una giornata caratterizzata ancora dall’assenza di dati macro, l’attenzione è stata ancora focalizzata sull’andamento del prezzo del greggio dopo l’intervento di Greenspan che ha espresso un certo ottimismo sulla possibilità di ridimensionamento delle quotazioni.
La stabilizzazione del prezzo del greggio, dopo i rialzi dei giorni scorsi, ha contribuito a supportare il mercato obbligazionario. A favore di quest’ultimo anche l’ennesimo discorso di Greenspan questa volta incentrato sulle agenzie sui mutui (c.d. GSE), nell’ambito del quale è stata richiamata l’attenzione sui rischi insiti nell’eccessivo ammontare raggiunto dai portafogli delle GSE, ipotizzando la possibilità di introduzione di limiti massimi, oltre che di una specifica regolamentazione in termini di controllo del rischio.
La Banca mondiale, nel Global Development Finance 2005 report, ha dichiarato che la fase di recupero dell’economia ha raggiunto il suo picco massimo. L’organismo internazionale si attende un rallentamento della crescita delle economie sviluppate da un tasso del 6,6% del 2004 al 5,7% quest’anno fino al 5,2% nel 2006.
Uno dei principali rischi individuati risiede nella minore preferenza che gli investitori potrebbero attribuire agli asset denominati in Dollari in un contesto in cui le spinte inflative potrebbero tradursi in un rialzo dei tassi maggiore delle attese.
Rato, direttore del Fmi, ha ieri dichiarato che ulteriori rialzi del prezzo del greggio potrebbero avere seri effetti sulla crescita globale. Sul fronte forex segnaliamo come il senato e la camera Usa stiano prendendo in esame l’ipotesi d’introduzione di dazi sulle importazioni cinesi laddove la Cina non dovesse procedere all’adozione di un sistema di cambi più flessibile.
Europa: le vendite al dettaglio dell’intera area Euro a febbraio hanno registrato un buon incremento su base mensile (+0,3%) con un tendenziale che è salito all’1%, dal –0,5% del mese precedente. In disaggregato è comunque emersa un’accelerazione all’1,9% a/a per i generi alimentari, mentre decelerano tutti gli altri comparti (+0,1%, da +0,4% a/a).
In Germania gli ordinativi del settore manifatturiero sono scesi del 2,6% m/m, dopo il –3,5% di gennaio, trainati al ribasso sia dal calo degli ordinativi esteri che di quelli interni. Oggi l’attenzione degli operatori rimarrà focalizzata non tanto sulla riunione della Bce, da cui non dovrebbero emergere novità, quanto dalla conferenza stampa successiva all’incontro in cui Trichet potrebbe nuovamente ribadire i sui timori sulla stabilità dei prezzi di medio periodo mettendo in tensione il monetario.
Malgrado l’ultimo dato sull’offerta di moneta abbia evidenziato un rallentamento della crescita di M3 al 6,4% dal 6,6%, che comunque rimane abbondantemente in linea con la media degli ultimi 15 anni, Trichet potrebbe far riferimento ai rischi derivanti dal caro petrolio e alle tensioni sui prezzi degli immobili.
Asia-Pacifico: in calo, oggi, la borsa di Tokio, con l’indice Nikkei 225 che ha ceduto lo 0,14%, nonostante la buona performance dei titoli tecnologici, per via dei rinnovati timori sulla forza dei consumi, dopo i deludenti risultati di bilancio di un importante gruppo del commercio al dettaglio.
Dopo il voto non unanime del comitato per la politica monetaria della Banca del Giappone, oggi il governatore Fukui, parlando alla commissione per i servizi finanziari della camera alta del parlamento nipponico, ha ribadito una volta di più che qualsiasi variazione dovesse essere apportata agli obiettivi operativi della BoJ costituirebbe un mero aggiustamento tecnico, aggiustamento che lascerebbe invariata la strategia di fondo di continuare ad iniettare ampia liquidità nel sistema fintantoché i prezzi al consumo non registrino variazioni positive e tali da sostenersi nel tempo.
La Banca di Corea ha lasciato invariato il tasso ufficiale di interesse di riferimento al 3,25%, minimo storico, nell’esplicito tentativo di contribuire, assieme ai tagli fiscali del governo, al rinvigorimento della domanda di consumi e, quindi, di contribuire ad indurre una ripresa economica nel paese.
Commodity: i dati sulle scorte petrolifere statunitensi relativi alla settimana conclusasi il 1° aprile hanno registrato un incremento di 2,36 Mln di barili rispetto a 2,5 attesi, ovvero l’ottavo incremento consecutivo. Scendono invece le scorte di benzine (-2,1 Mln barili), mentre le scorte di distillati sono cresciute di 0,7 Mln di barili.
Durante la sessione di ieri il prezzo del greggio ha toccato il minimo di 55,3 per poi chiudere poco sotto i 56 $/b. Il discorso di Greenspan piuttosto ottimista sulle condizioni future del mercato petrolifero unito al rialzo delle scorte hanno ridotto fortemente le quotazioni petrolifere dai massimi toccati lunedì.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)