USA: gli ordini all’industria del mese di maggio hanno evidenziato la variazione mensile più elevata nel corso dell’ultimo anno. Il dato è stato inficiato in gran parte dal settore aerei ad uso civile grazie ad un corposo ordine ricevuto da Boeing: al netto della componente trasporti infatti la variazione mensile diventa negativa, la seconda consecutiva.
Inoltre la componente beni capitali al netto di difesa ed aerei ha anche essa evidenziato un calo mensile del 2,5%. In sintesi: alla buona performance del dato generale si contrappone l’eccessiva concentrazione della contribuzione positiva nel settore trasporti a fronte invece di cali anche piuttosto marcati in altri comparti tra cui ad esempio quello dei macchinari industriali (-14,6% m/m).
Nel frattempo segnaliamo come nel comparto auto General Motors abbia deciso di prorogare all’1 agosto il piano di estensione degli incentivi ai dipendenti alla clientela ordinaria su pressoché l’intera gamma, dopo l’ottimo andamento delle vendite di giugno che hanno segnato l’incremento mensile più forte degli ultimi 18 anni.
I concorrenti Ford e Daimler sono stati costretti ad adeguarsi ponendo in essere analoghi incentivi sebbene su una fascia di prodotti più ristretta. Oggi è particolarmente atteso l’indice Ism non manifatturiero di giugno la cui sottocomponente occupazionale fornirà le ultime indicazioni valide per il prossimo dato sui nonfarm payrolls atteso il prossimo venerdì per il quale le attese sono sempre più ottimistiche approssimando la soglia di 200.000 unità.
Europa: oltre le attese il dato sulle vendite al dettaglio tedesche di maggio. Su base tendenziale le vendite sono cresciute del 2,7% da –07%. Tuttavia il dato ha risentito del cambiamento del paniere che ha modificato l’andamento della serie dopo il 2003 e quindi risulta essere difficilmente interpretabile.
Dopo la flessione di aprile tornano a salire le vendite al dettaglio dell’area euro crescendo del 2% a/a dal –0,8% di aprile. In particolare le vendite di alimentari, tabacco e bevande sono cresciute del 2% a/a dall’1,7%, mentre quelle di prodotti non alimentari sono cresciute dell’1,8% a/a dal –03%.
Il capo economista dell’Ocse, Cotis, ha dichiarato che la Germania avrebbe bisogno di effettuare riforme strutturali per ridare fiducia alla popolazione e favorire quindi la crescita economica. Durante un’intervista ad un quotidiano tedesco, Rato, del Fmi, ha raffreddato le aspettative per un taglio dei tassi in area euro. Secondo Rato infatti non vi sono i presupposti per un cambiamento della politica monetaria.
Un eventuale taglio può essere preso in considerazione solo a fronte di un netto peggioramento della situazione economica e per questo la Bce dovrebbe lasciare aperta ogni opzione. Il Italia, secondo le anticipazioni delle agenzie di stampa sul Dpef, il governo stima per il 2005 un crescita nulla, per poi arrivare all’1,5% nel 2006 e 2007. Il rapporto deficit/Pil per il 2005 è stimato al 4,3%, nel 2006 dovrebbe attestarsi al 3,8%, e nel 2007 al 2,8%.
Asia-Pacifico: contrastati, ma poco variati, stamani, i maggiori indici azionari della regione, con il Nikkei 225 che, a Tokio, dopo essere arrivato a guadagnare lo 0,5% poco dopo l’apertura, ha progressivamente perso terreno, finendo per chiudere con un calo dello 0,11%, in parte mimando l’andamento del cambio: il valore esterno della moneta nipponica, dopo essere ieri sceso nei confronti del Dollaro, con il cambio che ieri aveva superato al rialzo quota 112, ha progressivamente recuperato terreno nei confronti del biglietto verde, in parte moderando il flusso di acquisti sui titoli delle grandi aziende esportatrici.
Se, da un lato, il comparto minerario nipponico ha continuato il suo movimento al rialzo (+0,46%), vendite, in parte collegate a prese di beneficio, si sono viste nel comparto del petrolio e gas (-0,83%), nonostante l’ulteriore aumento del prezzo del greggio.
Sempre in Giappone, il dato preliminare per maggio dell’indice degli indicatori anticipatori, supposto prevedere l’andamento congiunturale da tre a sei mesi nel futuro, ha rispettato pienamente le attese degli analisti portandosi a 40, dai 31,8 in aprile, rimanendo sotto lo spartiacque di 50 per la quarta lettura consecutiva, mentre l’indice delle condizioni correnti è salito a 55,6, dai 50 del mese precedente, dato anch’esso in linea con le attese. Domani la decisione sui tassi ufficiali di interesse da parte della Banca di Corea.
Commodity: restano sostenute le quotazioni petrolifere dopo che la tempesta tropicale Cindy ha investito il Golfo del Messico bloccando i rifornimenti verso gli Usa. Inoltre secondo il National Hurricane Center una seconda tempesta, Dennis, movendosi verso il Golfo del Messico oggi potrebbe trasformarsi in un uragano. Diventano così sempre più forti i timori che si ripeta quanto già vissuto lo scorso settembre con l’uragano Ivan, che bloccò l’attività per diverso tempo.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)