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MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (03/06/04)

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USA: l’indice Ism del settore manifatturiero di maggio si è attestato a quota 62,8 da 62,4, il livello più elevato dal mese di dicembre 1983. La componente occupazionale si è posizionata a quota 61,9 da 57,8, pari al livello record dal 1973. Quest’ultimo elemento ha creato aspettative marcatamente ottimistiche in vista della pubblicazione dei dati sul mercato del lavoro di domani che diventano sempre più il vero mover intraday dei mercati.

La dinamica del prezzo del petrolio piuttosto erratica, dove si alternano violente escursioni direzionali, viene per ora ritenuta meno rilevante, almeno fino a quando non si avrà la certezza sull’entità del numero dei nuovi occupati. Se anche la componete occupazionale dell’Ism del settore servizi dovesse seguire quella dell’analogo indice del settore manifatturiero, è verosimile attendersi un rafforzamento del Dollaro ed una penalizzazione dei bond.

Successivamente dalla prossima settimana, terminato anche l’incontro Opec di oggi, gli operatori potrebbero rifocalizzarsi sulla dinamica dei prezzi energetici. Tutto ciò ovviamente sarebbe messo in discussione da un’eventuale rottura la rialzo di quota 424/b del petrolio, che ripristinerebbe timori di un effetto trascinamento dei prezzi al rialzo. In base agli ultimi sondaggi settimanali effettuati da case di investimento, diminuisce la percentuale degli investitori che immaginano un recupero dei prezzi dei bond.

Europa: in accelerazione l’indice dei prezzi alla produzione dell’area Euro che ad aprile è salito all’1,4%, dallo 0,4% di marzo, confermando come i rincari delle materie prime inizino ad avere effetti sui prezzi. In rialzo le vendite al dettaglio tedesche che ad aprile hanno registrato la quarta crescita mensile in cinque mesi. Si è trattato comunque di un dato che conferma un trend ancora molto debole con il tendenziale in calo dell’1,8%, dopo una crescita dell’1,6% di marzo.

Oggi l’attenzione sarà focalizzata sulla riunione della Bce. Malgrado una crescita che continua a rimanere molto modesta, non sono attese variazioni dei tassi di interesse. Se da un lato la necessità di stimolare la crescita potrebbe spingere la banca centrale europea ad operare una limatura dei tassi di interesse, dall’altro le recenti pressioni sui prezzi spingono la Bce a rimanere cauta.

Un ruolo molto importante per le prossime decisioni di politica monetaria potrebbe essere svolto dall’Euro. Un Euro relativamente forte contro dollaro potrebbe infatti calmierare le spinte sui prezzi che giungono dai rincari delle materie prime, in particolare dal petrolio. Secondo quanto riportato dal Financial Times, la Bce starebbe per rivedere al rialzo le stime medie sull’inflazione del 2004 portandole dall’1,8 al 2%. Oggi pertanto sarà importante verificare l’enfasi che Trichet porrà sulla variabile prezzi.

Asia-Pacifico: il board di politica monetaria in occasione della riunione di giugno ha deciso di lasciare la politica monetaria invariata in attesa di nuovi sviluppi sul fronte inflazione. I membri del consiglio hanno affermato che i prezzi al consumo al momento si stanno movendo nella giusta direzione, ma che tuttavia non mancano incertezze per il futuro. L’attesa per la decisione Opec di oggi ha penalizzato l’azionario nipponico (Nikkei – 1,91%).

Positivo l’atteggiamento degli investitori esteri verso l’azionario nipponico. Il ministero delle Finanze, ha infatti dichiarato che durante la settimana terminata il 27 maggio gli acquisti netti da parte degli esteri sono stati pari a 2,1 Mld$, il primo valore positivo delle ultime 4 settimane. In Cina, la banca centrale ha smentito alcune dichiarazioni emerse da un quotidiano locale secondo cui l’istituto starebbe per annunciare un piano di rialzo dei tassi.

Commodity: l’attesa riunione Opec avrà luogo oggi a Beirut. Si alternano le dichiarazioni dei membri partecipanti e l’ipotesi più accreditata sembrerebbe quella di ufficializzare le attuali quote produttive, superiori a quelle fissate nell’ultima riunione, e procedere con un ulteriore incremento di output. Tuttavia l’ingente incremento di produzione potrebbe non avere l’impatto desiderato sul mercato petrolifero, essendo questo molto influenzato dagli sviluppi sul fronte geopolitico.

Tra le altre commodities si evidenzia il forte calo delle quotazioni della soia che hanno risentito del calo della domanda cinese, principale paese importatore.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)