Società

MERCATI FINANZIARI: L’ OUTLOOK (02/5/05)

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

USA: i dati sulla spesa personale di marzo hanno evidenziato un incremento superiore alle attese sia in termini nominali che reali. L’atteso deflatore della spesa personale al netto delle componenti volatili, ha registrato un tendenziale annuo dell’1,7%, collocandosi nella parte alta del range (1,5-1,75%) stimato dalla Fed per quest’anno.
Allo stesso tempo sono risultate rassicuranti le indicazioni fornite dall’indice del costo del lavoro del primo trimestre, risultato al di sotto delle attese grazie ad un andamento moderato soprattutto della componente salari e stipendi.

La fiducia dei consumatori rilevata dall’università del Michigan nella pubblicazione finale si è attestata ad aprile ai minimi dal mese di settembre del 2003, con un contributo negativo soprattutto della componente prospettica. Infine, il Chicago Pmi è risultato in calo dal mese precedente, seppur al di sopra delle attese, con la componente occupazionale posizionatasi a 62,3 da 66.

Nel complesso i dati pubblicati venerdì evidenziano come al momento le spinte inflative, seppur in rialzo, siano confinate all’interno del range ritenuto tollerabile dalla Fed, offrendo la possibilità della continuazione del mantenimento dell’approccio graduale nel corso della riunione di domani, anche alla luce del sensibile ridimensionamento del prezzo del greggio che la scorsa settimana ha perso oltre il 10%. La settimana in corso presenta come dato chiave quello del mercato del lavoro del prossimo venerdì.

Europa:venerdì i governi di Germania ed Italia hanno rivisto al ribasso le stime di crescita per i rispettivi paesi per l’anno in corso.

L’esecutivo tedesco ha portato le previsioni di crescita del Pil all’1% rispetto all’1,6% precedentemente atteso, giustificando la decisione con l’elevato prezzo del petrolio che in media, per il 2005, dovrebbe attestarsi sui 48 $ al barile. Più consistente la revisione di crescita del governo italiano che stima un Pil in aumento dell’1,2%, dal 2,1% presentato a Bruxelles.

Si tratta comunque di una stima ancora molto ottimista considerando che altre organizzazioni internazionali tra cui l’Ocse si attendono un Pil intorno allo 0,7%. Una crescita inferiore a quella preventivata peserà anche sui conti pubblici. Secondo il ministro dell’economia Siniscalco il deficit/Pil dovrebbe essere compreso tra il 2,9% e il 3,5%, ma Bruxelles ipotizza già un rapporto al 3,6%. La settimana si apre con la diffusione dei dati sull’indice Pmi della manifattura, seguita da quelli dei servizi mercoledì.

Nella stessa giornata di mercoledì l’attenzione si focalizzerà sulla riunione della Bce che dovrebbe concludersi a tassi invariati. Alcuni ultimi sondaggi sul referendum francese sulla carta costituzionale del 29 maggio p.v., hanno evidenziato un recupero del numero di coloro che si dichiarano favorevoli, arrivando anche a superare il 50% in alcune rilevazioni.

Asia-Pacifico:all’inizio di una settimana caratterizzata dalle molte festività nell’area per la cosiddetta Golden Week, e con i mercati finanziari di Cina, Hong Kong e Singapore chiusi già oggi, l’indice azionario Nikkei 225 si è mantenuto sostanzialmente invariato a Tokio, con scambi rarefatti, comunque aiutato dal recente andamento del prezzo del petrolio e dalle trimestrali migliori delle attese di Mitsui Fudosan (+3,24%) e di Matsushita Electric Industrial (2,8%), quest’ultima pubblicata poco prima della chiusura delle negoziazioni giovedì scorso, prima della festività di venerdì.

Scarso impatto sembra aver avuto la notizia di un possibile test missilistico della Corea del Nord, che nel fine settimana avrebbe lanciato un razzo a breve gittata nel mar del Giappone, anche grazie alle dichiarazioni delle autorità di Tokio e Seoul volte a smorzare i toni, autorità che comunque hanno sottolineato le difficoltà che simili eventi pongono per il dialogo a sei nazioni teso a convincere Pyongyang ad abbandonare il proprio programma nucleare.

Lo Yen ha, in ogni caso, perso un po’ del terreno guadagnato nei confronti del Dollaro venerdì, quando era sceso sotto quota 105.

Commodity:sotto i 50 $/b il prezzo del greggio dietro la speculazione che il rallentamento della crescita statunitense, nipponica e tedesca unito all’aumento delle scorte ridurranno la domanda di greggio.

I dati sul Pil Usa, ai minimi degli ultimi 2 anni, il calo della produzione industriale giapponese e l’abbassamento delle stime di crescita della Germania hanno favorito le attese di una riduzione della richiesta di greggio.

Poco variati i prezzi delle altre commodity con l’indice Crb in calo dello 0,2%, calo attribuibile in particolare al rallentamento del settore energetico.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista Senior), A. Mercuri (Analista), C.Pace (Economista)