USA: l’indice Ism del settore manifatturiero ha ricalcato in gran parte le indicazioni fornite ieri dall’analogo indice della zona di Chicago. Il dato infatti ha segnato un calo posizionandosi al livello minimo del 2004, Le due componenti che sono risultate più marcatamente in calo sono risultate quella relativa ai nuovi ordini ed alla produzione.
A differenza del Chicago pmi però, l’Ism ha evidenziato un calo anche della componente occupazionale (da 57,3 a 55,7). Marcato il rialzo della componente prezzi, influenzata verosimilmente dal rialzo del prezzo del petrolio che proprio ad agosto ha sfiorato i 50$/b.
Particolarmente rilevante l’andamento della componente scorte, in rialzo malgrado il calo dell’indice generale. Tale dicotomia lascia propendere maggiormente verso l’ipotesi di un accumulo di scorte legato al rallentamento della domanda. Il dato segnala pertanto la possibilità che il rallentamento dell’economia Usa possa rivelarsi non temporaneo. Inoltre, risulta essere particolarmente importante (ai fini del dato di venerdì) constatare che la sottocomponente occupazionale è in calo ininterrotto dal mese di maggio.
Deludenti i dati sulle vendite di auto negli Usa, in calo del 12%. Per la prima volta negli ultimi 2 anni, i 6 principali produttori hanno tutti registrato un calo. Oggi l’attenzione sarà focalizzata soprattutto sull’indice che monitora il costo del lavoro del secondo trimestre, oltre che sugli ordinativi industriali di luglio.
Inoltre è atteso l’incontro di Intel con gli investitori: in tal caso l’attesa è di una revisione al ribasso delle stime di fatturato a causa del rallentamento della domanda di Pc.
Europa: nuovo rallentamento dell’indice Pmi per l’intera area Euro sceso ad agosto è sceso al 53,9, toccando il livello più basso dallo scorso marzo. Sul dato ha pesato l’andamento della sottocomponente relativa alla produzione (a 55,7, da 57,7), oltre a quella degli occupati (49,4, da 49,7) che rimanendo sotto quota 50 segnala un ulteriore mese di contrazione. Il tasso di disoccupazione di luglio per l’intera area Euro è rimasto comunque invariato al 9% per il quinto mese consecutivo, registrando il massimo tasso in 5 anni.
Deludenti anche le vendite al dettaglio tedesche. A luglio il dato è cresciuto dello 0,9% m/m, grazie principalmente ai forti sconti effettuati da alcune catene di distribuzione tra cui Ikea e per questo a rischio rallentamento nei prossimi mesi. Sempre in Germania dopo il rialzo delle stime di deficit/PIL da parte dell’esecutivo, ieri anche l’istituto di ricerca DIW ha elevato le sue attese al 3,9% rispetto al 3,7% precedentemente stimato, ribadendo la possibilità che tale rapporto sfori la soglia del 3% anche nel 2005 registrando così il quarto anno consecutivo di mancato rispetto del Patto di Stabilità.
Oggi l’attenzione si focalizzerà sulla riunione della banca centrale. Sebbene non siano attese variazioni dei tassi di interesse, sarà interessante la conferenza stampa successiva all’incontro, il primo discorso ufficiale dopo la pausa estiva, oltre alla diffusione delle stime di crescita ed inflazione. Nell’ipotesi, non remota, di una revisione al rialzo delle stime di inflazione è probabile che il tono del discorso di Trichet rimanga cauto sulla crescita e non allarmato sulla dinamica inflativa, avvalorando l’ipotesi di tassi fermi almeno fino a fine anno.
Asia-Pacifico: stamani le principali borse della regione registravano dei guadagni, con le eccezioni di Shanghai e Taipei.
L’azionario giapponese è stato spinto al rialzo soprattutto dai titoli delle società dell’energia, che hanno beneficiato del brusco apprezzamento del petrolio. Sempre in Giappone, oggi è stata resa nota una crescita del 4,6% a/a della base monetaria in agosto, che quindi rallenta rispetto al 4,7% a/a fatto registrare il mese precedente, contrariamente alle attese. I tassi decennali dei JGB hanno segnato il nuovo minimo degli ultimi 3 mesi.
L’asta sul 10 anni nipponico ha inoltre fatto segnare una strepitosa domanda con un bid to cover ratio record di circa 66%. Per una possibile indicazione sullo stato della domanda nelle maggiori economie mondiali, sarà interessante oggi verificare le statistiche di agosto per il PMI e per l’indice del settore dell’elettronica a Singapore, paese la cui economia dipende fortemente dalle esportazioni.
Commodity: sale a 44 $/b il prezzo del greggio dopo che il Dipartimento dell’Energia statunitense nel report settimanale ha riportato un forte calo delle scorte petrolifere. Nella settimana conclusasi il 27 agosto sono infatti, scese di 4,2 Mln di barili a fronte di un’attesa di un calo di 400.000, registrando il livello più basso dal 12 marzo 2004. Salgono invece le scorte di distillati e di benzine. Al rialzo ha contribuito anche la notizia di un incendio alla raffineria, Flint Hills Resources LP, in Texas, la cui capacità di raffinazione si attesterebbe intorno ai 300.000 b/g.
A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)