Società

MERCATI FINANZIARI:
L’ OUTLOOK (15/03/04)

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USA: in calo l’indice di fiducia dei consumatori redatto dall’Università del Michigan. Il dato preliminare di marzo è sceso a 94,1 da 94,4 di febbraio, trainato al ribasso dalla componente relativa alle aspettative future che è scesa a 86,6 dall’88,5 del mese precedente.

In miglioramento la situazione corrente (salita a 105,7 da 103,6 di febbraio), anche se il dato nel suo complesso conferma come i consumatori siano più pessimisti circa le prospettive future, preoccupati di un recupero del ciclo che non produce sufficienti nuovi posti di lavoro.

E’ da segnalare che le rilevazioni del citato dato sulla fiducia si sono concluse anteriormente agli attentati di Madrid. Peggiore delle attese anche i dati relativi alle scorte industriali che a gennaio sono salite dello 0,1% m/m dallo 0,3% di dicembre. Le vendite sono cresciute dello 0,4% m/m, dopo il +1,4% di dicembre con il rapporto scorte/vendite rimasto sui livelli minimi record (1,33), a testimonianza ancora dell’estrema prudenza da parte dei produttori.

Durante la settimana l’evento principale sarà rappresentato dalla riunione della Fed di martedì. Non sono attese variazioni dei tassi di interesse soprattutto alla luce della debolezza del mercato del lavoro che come emerso dai dati sui nuovi occupati e dalle anticipazioni circa la fiducia dei consumatori continua a rimanere stagnante.

Sarà piuttosto interessante verificare se la Fed modificherà la valutazione sul mercato del lavoro, di cui recentemente Greenspan ha assicurato la possibilità di una rapida ripresa.

Euro: le elezioni spagnole, sorprendendo tutti i sondaggi della vigilia, si sono concluse con la vittoria dei socialisti di José Luis Zapatero. I socialisti hanno ottenuto il 43% dei voti, rispetto al 34% dei consensi ottenuti nel 2000 e contro il 37,4% dei Popolari di Aznar che hanno perso il 7% dei consensi. Sui risultati hanno pesato le stragi di Madrid tanto che il futuro premier ha già dichiarato che le truppe spagnole schierate in Iraq saranno presto ritirate.

Dal lato macro la produzione industriale italiana ha registrato a gennaio un calo dello 0,2% m/m, deludendo le attese di mercato. Si è trattato del secondo calo consecutivo a conferma di come il rafforzamento registrato dall’Euro fino allo scorso mese abbia iniziato ad impattare negativamente dell’output del paese.

La settimana sarà densa di dati macro ed eventi. Domani saranno diffusi i dati relativi allo Zew, indicatore anticipatore dell’attività industriale tedesca, e giovedì è attesa la produzione industriale dell’intera area Euro per il mese di gennaio. In Russia le elezioni presidenziali si sono concluse con la vittoria ormai scontata di Putin (con il 68,7% dei consensi, dal 52,9% del 2000). In calo l’affluenza alle urne che è stata pari al 64,2% della popolazione rispetto al 61,2% registrato nel turno precedente.

Jap: chiusura in rialzo per l’indice Nikkei (+1,39%) trainata dal buon andamento di Wall Street e da buoni dati macro. I dati sulle vendite al dettaglio rilevati dai grandi magazzini di Tokio hanno mostrato un incremento dello 0,3% m/m a febbraio, registrando il primo rialzo su base mensile dal novembre del 2001.

Si tratta di un dato particolarmente guardato perché considerato un buon anticipatore delle vendite al dettaglio su base nazionale che però verrà diffuso solo tra 10 giorni. Oggi è iniziata la riunione delle autorità monetarie che si concluderà domani. Il recente deprezzamento dello Yen unito ai continui segnali di recupero del ciclo dovrebbe portare le autorità a mantenere invariata la politica monetaria.

Commodity: in rialzo il prezzo del greggio dopo le dichiarazioni rilasciate dal ministro del petrolio del Qatar che ha ribadito le intenzioni dell’Opec di ridurre la produzione di greggio a partire da aprile a causa dell’eccessivo indebolimento del Dollaro. Alcuni paesi tra cui il Venezuela e la Nigeria stanno spingendo per rivedere al rialzo anche il range di prezzo fissato tra 22 e 28 $ al barile entro cui dovrebbe oscillare il paniere Opec. L’Opec si incontrerà il prossimo 31 marzo per rivedere la sua politica.

A cura di A. Cesarano (Responsabile desk Market Research), L. Lorenzoni (Economista), C.Pace (Research Assistant)