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Mercati, consolidamento o correzione tra maggio e giugno?

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Dopo il rally imponente di inizio anno, l’azionario ha rallentato il passo. Rimane da capire se sia entrato in crisi o se si tratti di una pausa fisiologica per tirare il fiato. La situazione non è allarmante, secondo Alessandro Fugnoli, strategist di Kairos, dal momento che i ribassi erano da mettere in conto.

Mercati,  pausa durerà verosimilmente due mesi

Più che un’inversione netta di marcia, è lecito attendersi una fase di consolidamento tra maggio e giugno, secondo l’analista la cui newsletter settimanale Il Rosso e il nero è una delle più seguite a Piazza Affari. La verifica degli utili trimestrali societari è stata nel complesso positiva, secondo Fugnoli. Il giudizio è di un “sostanziale pareggio” anziché della diminuzione prevista alla vigilia.

Si tratta di un esito “positivo considerata l’esplosione di utili vista l’anno scorso, soprattutto negli Stati Uniti”. La Federal Reserve intanto ha dato una mano, mandando un chiaro messaggio ai mercati sul fatto che i rialzi dei tassi sono da rinviare un po’ in là nel tempo.

Jerome Powell e colleghi hanno stabilito che non c’è più un bisogno così urgente di imporre una stretta monetaria.  Allo stesso tempo un eventuale fallimento delle trattative sino americane sul commercio trattative sino americane sul commercio comporterebbe, anche se lo scenario viene definito “improbabile”, un deterioramento più serio.

In sostanza la fase calante dei mercati non è preoccupante secondo Fugnoli, il quale ritiene che sebbene i mercati non siano più unidirezionali, le oscillazioni di prezzo restano sotto controllo. A proposito di sbalzi dei valori di Borsa, l’analisi tecnica può offrire degli spunti interessanti in questa fase.

L’analisi tecnica dice correzione per l’S&P 500

I grafici dell’andamento recente della Borsa americana dipingono un quadro un po’ più fosco, tuttavia. La forza relativa mostrata da alcuni comparti della Borsa Usa, come quello dei semiconduttori confermerebbe, se il sentiment degli investitori non si deteriorerà troppo, la fase di consolidamento vista a maggio. Che è stata limitata nella sua intensità e durata.

Dal punto di vista dei grafici, tuttavia, un deterioramento ulteriore dei trend settoriali e di altri indicatori tecnici di ampiezza, uniti al persistere di un ottimismo dei trader eccessivo, aumenterebbero i rischi di una fase di correzione un po’ più acuta di quella preventivata da Fugnoli nel video sopra riportato.

Basti pensare che l’indice S&P 500 si trova a meno del 3% di distanza dai massimi di sempre raggiunti la settimana scorsa. Storicamente non è una percentuale elevata, ma resta comunque il periodo di debolezza più intenso dell’anno per il paniere allargato americano.

Le prospettive di un accordo commerciale tra Cina e Stati Uniti contribuirebbero senza dubbio a calmare le acque. La cosa importante da capire per chi vuole entrare o uscire dal mercato azionario è se si tratta di un ripiegamento passeggero nell’ambito di una fase generale di consolidamento, oppure se invece l’azionario subirà un periodo di peggioramento che farà da anticamera una correzione più importante.

Momentum potrebbe mandare segnale di deterioramento

Per cercare di dare una risposta, ci si può affidare ai grafici per cercare di capire come e quanto sta cambiando l’atteggiamento degli investitori. Dal punto di vista dell’S&P 500, due misure analitiche – lo slancio (momentum) e l’ampiezza (breadth) – si sono indebolite più di quanto non abbiano fatto i prezzi. Dopo i picchi di febbraio, il momentum ha infatti toccato un massimo e un minimo più bassi rispetto all’andamento generale di mercato.

Quanto all’ampiezza, la percentuale di titoli che scambia sopra la media mobile a 200 giorni sta calando dopo non essere riuscita a superare con decisione i massimi di febbraio e settembre 2018 e confermare gli ultimi livelli record.

Anche se il peggioramento dell’indice generale è chiaramente da tenere sotto osservazione, per capire se subirà una forte accelerazione al ribasso è utile guardare l’andamento di tre fattori.

  1. Il momentum. Lo slancio si sta indebolendo, ma una ripresa delle small-cap, per esempio, potrebbe sopperire e sostenere il paniere allargato.
  2. Un altro elemento da tenere d’occhio è l’ampiezza dei vari indici e settori, non limitandosi esclusivamente all’S&P 500. Se la percentuale di titoli quotati che scambia sopra la media mobile a 200 giorni scende sotto il 55%, manderebbe un segnale di deterioramento.
  3. Nel frattempo, un fattore negativo potrebbe essere anche rappresentato da una crescita continua del numero di azioni dell’indice NYSE che sono scese sui nuovi minimi. Tale numero si trova già ai livelli più alti del 2019.

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