MERCATI COME UN “PIANETA CALMA”. CHE SIA LA QUIETE PRIMA DELLA TEMPESTA?

di Redazione Wall Street Italia
12 Marzo 2010 08:47

(WSI) – Dollaro in leggero ripiegamento contro la moneta unica europea e la sterlina e che si tiene sostanzialmente stabile contro lo yen giapponese. Borse europee leggermente negative, borse americane leggermente positive, borse asiatiche che seguono i leggeri movimenti di quelle americane.

Domanda: qual è l’avverbio che si ripete il numero di volte maggiore nelle frasi precedenti? Eh sì, proprio quello!

Ed è normale che sia così in una fase di mercato ed economica come quella che stiamo vivendo.

Purtroppo rispetto ai giorni precedenti non abbiamo nessuna novità da segnalare, anzi, a dir la verità è qualche giorno che guardando gli schermi dei nostri computer, sembra di vivere sul “pianeta Calma”. Che sia la quiete prima della tempesta? Che ci stiamo avvicinando ad un momento di svolta?

Questo chiaramente non possiamo saperlo con certezza. Noi siamo convinti che mosse a sorpresa da parte delle Banche Centrali non si vedranno ancora per un po’, e su questo ci troviamo sostanzialmente d’accordo: l’efficacia delle mosse di politica monetaria di un Istituto Centrale dipendono anche dal grado si sorpresa che fanno registrare sul mercato; tanto più le mosse risulteranno attese, tanto meno saranno efficaci.

Ma in un momento delicato come questo, qualsiasi grossa azione inaspettata e forte, potrebbe risultare deleteria per i delicati equilibri che, ora come non mai, servirebbero sul mercato dei cambi.

Questi equilibri sono e soprattutto saranno importanti durante le fasi di crescita che verranno in quanto permetteranno alle aziende tipicamente importatrici ed esportatrici di tenere sotto controllo la variabile “cambio”, che durante gli ultimi anni, a causa delle enormi oscillazioni viste sui mercati, ha messo a repentaglio più di una volta i loro margini aziendali.

E di tutto abbiamo bisogno, tranne che le aziende ora si concentrino più del necessario sulla finanza (per quello ci siamo noi con i nostri modelli di Currency Overlay Management) piuttosto che sulla produzione.

Passando a discorsi più vicini in termini temporali, vediamo come i dati in rilascio oggi siano veramente pochi: Produzione Industriale della zona euro alle 11 am GMT, attesa a +0.7% contro il precedente -1.7% (mese su mese), dati sull’occupazione in Canada alle 12 GMT, con il tasso di disoccupazione atteso a 8.3% in linea con il precedente (anche se è atteso un incremento dei posti di lavoro assegnati pari a 16.000 unità) e per finire Advanced Retail Sales americane per il mese di febbraio (-0.2% consensus vs. +0.5 precedente) e Indice di fiducia dell’Università del Michigan (74 consensus vs. 73.6 precedente), rispettivamente 13.30 e 14.55 GMT.

La settimana si avvia al termine con la consapevolezza, dal lato puramente tecnico, che si stia ancora attraversando una fase di incertezza/congestione.

Partiamo dal consueto eurodollaro dove non notiamo nulla di strano rispetto ai movimenti incominciati verso la metà di febbraio. Ci troviamo ancora di fronte ad una grande range mantenuto dal cambio che va da 1.3440 sino a 1.3740.

Il triplo minimo di due giorni fa, in area 1.3530, ha condotto i prezzi verso la parte alta del canale. La strategia è chiara: sfruttare al massimo questa fase di, non comune, lateralità tenendo bene a mente che una fuoriuscita dei prezzi da uno dei due livelli, supporto o resistenza che sia, potrebbe portare a un ritorno della tanto attesa volatilità.

Non stupisce nemmeno la situazione grafica in cui si trova il dollaro nei confronti dello yen.

L’unica considerazione da fare potrebbe riguardare l’avvicinamento dei prezzi alla parte superiore del canale che stiamo considerando da mesi per le nostre analisi: ricordiamo che il punto di rottura si trova a 91.60.

Come supporto intermedio invece è necessario guardare a 89.60 e al minimo degli ultimi tre mesi di scambi, 88.15.

Situazione interessante sul cable. Se osserviamo un grafico con candele a 4 ore possiamo notare la grande tendenza ribassista in cui è confinato il cambio dalla metà di gennaio.

Mantenendo valido quindi i livelli di resistenza che la trendline discendente superiore fornisce nel tempo, possiamo notare come, per le prossime ore, sia suggerita la resistenza poco al di sopra di 1.52 figura: questa è inoltre rafforzata dal massimo del cambio di venerdì scorso, portando a pensare che il cambio li possa subire un arresto.

Allo stesso modo è possibile individuare un livello di supporto: per le prossime ore vicino a 1.4910.

Il doppio massimo della settimana scorsa a 1.08 figura ha interrotto la tendenza rialzista del dollaro nei confronti del franco svizzero.

L’attenzione si sposta ora alla possibile tenuta del supporto di 1.0645, il minimo dell’ultimo mese di scambi.

Rimaniamo a parlare di franchi svizzeri, ma nei confronti della moneta unica, continuando a puntare l’attenzione al test di ieri notte di un minimo inferiore a quello mantenuto valido per giorni, 1.46 figura.

Questo rimane per oggi il supporto al cambio, mentre in questa fase di trading range “estremo” 1.4635 è la resistenza.

Concludiamo con il cambio AudUsd, confermando come i prezzi si stiano muovendo all’interno della tendenza rialzista mostrata più volte, iniziata i primi giorni di febbraio, con un obiettivo indicato nel doppio massimo di 0.9325.

Il supporto, di breve, per sfruttare questo rialzo si trova a 0.9075.

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