Economia

Mercati: azionario cauto, dietrofront petrolio. Buy su dollaro, KO sterlina

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Azionario europeo cauto, a fronte del trend della borsa di Londra, che ha segnato un record intraday, beneficiando dell’ennesima debolezza della sterlina. Piazza Affari sotto pressione, con vendite su alcuni titoli industriali.

Titoli bancari contrastati, si segnala il balzo di quasi il 7% di Bper e il trend positivo di MPS. Giù Unicredit. Buy sui titoli del lusso, sostenuti dal bilancio migliore delle stime di Lvmh.

La Russia ha dichiarato di essere pronta a unirsi ai paesi produttori appartenenti all’Opec per un accordo per fissare un tetto sulla produzione, al fine di tagliare l’eccesso di offerta che ha zavorrato i prezzi del petrolio. Ma le speranze su una intesa in tal senso, dopo aver scatenato un boom di acquisti sul petrolio, non sono state sufficienti per i mercati, e le stesse quotazioni del petrolio hanno puntato verso il basso.

Sul forex la sterlina viaggia attorno a $1,229, un valore che significa che la valuta ha azzerato quasi 7 centesimi nei confronti del dollaro, dopo l’annuncio relativo alla decisione della premier britannica Theresa May di attivare l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona entro il marzo del 2017.

Si tratta di una flessione del 5%, avvenuta in meno di sette giorni di contrattazioni. Il calo dal giorno del referendum sulla Brexit è del 17%. Reuters mette in evidenza come la sterlina sia anche reduce dal peggiore trend in quattro giorni dal periodo immediatamente successivo alla Brexit, scatenato dai timori di un divorzio che potrebbe essere più netto delle attese. Tra l’altro, nelle ultime ore la banca russa VTB Bank è stata la prima a dire pubblicamente che trasferirà il suo quartiere generale fuori dalla City. Il vice presidente Herbert Moos ha riferito al Financial Times che VTB guarda ora a Francoforte, Vienna e Parigi come alternative.

The pound vs the US dollar

Il petrolio fa dietrofront dopo aver sostenuto, insieme alla debolezza dello yen, la borsa di Tokyo, che ha visto l’indice Nikkei 225 salire dell’1% circa. Effetto positivo del petrolio anche sul sottoindice dei titoli energetici della borsa di Sidney, grazie ai buy sui titoli del settore delle materie prime, come BHP Billiton, Rio Tinto e Fortescue Metals Group. L’indice ha però chiuso invariato.

Hong Kong negativa, così come Seoul, che ha dovuto fare i conti con il crollo di Samsung. Il titolo è scivolato di quasi -7%, a 1.567.000 won (l’equivalente di $1.400,74) per azione dopo i rumor secondo cui perfino gli smartphone che sono stati in sostituzione ai clienti che avevano acquistato i Galaxy Note 7 a rischio di prendere fuoco, sarebbero essi stessi a rischio incendio. Il colosso coreano ha reso noto che chiederà a tutti i suoi partner globali di cessare le vendite e le sostituzioni del Galaxy Note 7 e ha poi annunciato la fine della produzione dello smartphone.

In Asia bond negativi, a fronte degli acquisti generalizzati sul dollaro, complici il rafforzarsi delle aspettative di un rialzo dei tassi da parte della Fed entro la fine dell’anno. L’euro buca quota $1,11, il dollaro sale sullo yen avvicinandosi a JPY 104.

 

Il Bloomberg Dollar Spot Index, che monitora il trend del dollaro nei confronti delle 10 principali valute, ha guadagnato terreno, mentre le valute  dei mercati emergenti – che sconterebbero il rialzo dei tassi in quanto i rendimenti dei loro bond denominati in dollaro renderebbero più costose le operazioni di rifinanziamento dei debiti – sono scesi. Il kiwi è scivolato dell’1%, mentre il dollaro australiano, il won sudcoreano sono calati entrambi di oltre lo 0,7%. Il peso filippino ha testato il minimo in sette anni, a 48,51 per dollaro. Sotto pressione anche lo yuan, in calo per l’ottava sessione consecutiva, la fase ribassista più forte dal 2014.

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