MERCATI AZIONARI: FORSE E’ ORSO, FORSE NO.

di Redazione Wall Street Italia
16 Gennaio 2001 17:30

L’indice Nasdaq, ricco di titoli tecnologici, e’ in ribasso del 48% sui massimi dello scorso marzo. Si e’ quindi finalmente di fronte a un mercato ‘orso’? Seguendo la definizione secondo la quale il mercato volge ‘al ribasso’ quando il calo dalle punte massime raggiunge il 20%, non ci sono dubbi.

Dubbi pero’ ne rimangono – persino il Wall Street Journal si interroga sulla questione – in quanto il piu’ ampio mercato non ha seguito al ribasso il Nasdaq. E’ la prima volta nella storia dei mercati azionari che il settore tecnologico, che e’ giunto persino a rappresentare 1/3 del valore del mercato, e’ crollato senza trascinare con se’ gli altri comparti.

Il Dow Jones Industrial Average ha infatti chiuso la scorsa settimana in calo di circa il 10% in meno ai massimi.

“Quello che trasformerebbe il crollo del Nasdaq in un mercato all’insegna dell’orso – ha commentato Thomas Madden del gruppo di fondi Federated Investors – e’ il deterioramento nella fiducia degli investitori”. Per ora, sebbene gli investitori individuali stiano versando meno liquidita’ nei fondi comuni, non abbandonano ancora il mercato.

Anche Barton Biggs, stratega di Morgan Stanley Dean Witter, conferma che i maggiori indici non sono ancora scesi a sufficienza per dichiarare l’orso, ma e’ certo che il Nasdaq scendera’ ulteriormente, trascinando questa volta con se’ l’intero mercato.

Per altri esperti di Wall Street – quali Abby Joseph Cohen di Goldman Sachs – invece, il peggio e’ passato e grazie al taglio dei tassi d’interesse operato dalla Federal Reserve e l’avvento di una nuova amministrazione che promette riduzioni fiscali, il mercato azionario e’ destinato a riprendersi, nonostante il possibile rallentamento della crescita economica.

Uno degli elementi piu’ dibattuti e’ poi la valutazione dei titoli, cioe’ il prezzo rispetto agli utili per azione.

L’indice S&P 500 e’ ora trattato circa 24 volte gli utili degli ultimi 12 mesi; un livello piuttosto alto se confrontato con la media di 16 volte registrata dal 1970. Secondo chi rimane all’insegna del toro, se si mette in conto l’inflazione, l’indice S&P puo’ facilmente raggiungere il livello di 30 volte gli utili senza alcun problema.

Lo scenario pero’, puo’ cambiare se l’economia si avvia verso la recessione.

Secondo Barton Biggs di Morgan Stanley Dean Witter il Nasdaq ha un effetto sulla spesa in tecnologia dell’informazione, quindi il livello dell’indice dei tecnologici segnala che la recessione e’ arrivata e che e’ destinata a durare un paio di trimestri. Gli utili societari potrebbero calare del 10% quest’anno, trascinando al ribasso – anche del fatidico 20% – il Dow Industrial e lo S&P 500.

L’intervento della Fed poi, potrebbe solo rendere recessione e mercato ‘orso’ un po’ meno gravi.

Un punto di vista completamente opposto invece per Michael Weiner di Banc One, che ha fiducia nei tagli dei tassi da parte della Federal Reserve. Storicamente infatti, i titoli azionari hanno quasi sempre risposto positivamente al calo dei tassi.

Anche Edward Kerschner di UBS Securities e’ certo che l’economia non soffrira’ troppo e che gli utili societari continueranno a crescere, sebbene in misura minore dell’anno scorso.

Laszlo Birinyi di Birinyi Associates sostiene persino che la recessione non causa necessariamente un mercato orso. Dal 1945, infatti, gli Stati Uniti hanno affrontato nove periodi di recessione economica, ma solo cinque volte il mercato si e’ girato all’insegna dell’orso.

A complicare la questione se siamo o no in presenza di un mercato orso sono poi alcuni analisti, tra cui Abby Joseph Cohen di Goldman Sachs, che pensano che il mercato abbia gia’ sofferto il calo e che ne stia uscendo e altri che ritengono che l’orso abbia toccato a turno i vari settori.

Farmaceutici, energia e prodotti per la casa sono ad esempio scesi nel 1998 e 1999, prima del calo dei tecnologici.

(Vedi anche Borsa: quando arriva l’orso? questione di opinioni, Utili: a rischio i produttori di network, Usa: frenata economica al banco di prova e Borse: toro o orso – origine dei simboli)