Società

Meno tasse per i più ricchi non vuol dire stimolare la crescita economica

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New York – Sgravi fiscali per i più facoltosi non riescono a stimolare la crescita economica di un paese. A dirlo l’ultima analisi pubblicata dal Congressional Research Service, il centro di ricerca del Congresso degli Stati Uniti. La vera conseguenza sarebbe una maggiore destabilizzazione e allargamento del differenziale di reddito tra il ricco e il resto dei cittadini.

“Prove insufficienti per affermare che, stando ai dati degli ultimi 65 anni, maggiori entrate da parte dei più ricchi si traducano in nuovi risparmi, dunque investimenti e crescita della produttività e personale”. Anzi, potrebbe essere il contrario: tasse maggiori per i più benestanti potrebbero stimolare i tassi di crescita di un paese.

Gli esiti di questa ricerca dovrebbero infuocare ulteriormente il clima che circonda le Presidenziali Usa 2012, con i Democratici di Obama che chiedono maggiori tasse per i più ricchi, mentre i Repubblicani di Romney minori tasse per stimolare investimenti e dunque crescita dell’occupazione.

L’analisi studia il rapporto tra crescita economica e imposizione dal 1945, con tasse oltre il 90% nel 1945, in calo sul 70% negli anni 1960 e sui minimi del 28% nel 1986. Al momento l’aliquota massima è del 35%.