Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) –
Ottobre 2006 verrà ricordato come il mese della riscossa delle big cap americane. Questo perché il Dow Jones ha sfondato i massimi del 2000, andando poi a migliorare più volte il proprio record storico.
Ma si tratta di vera gloria? In altre parole, chi investe sul Dow, tramite Etf o certificati, scommette realmente sulle più grandi società americane? Il problema, da più parti sottolineato, è che i 30 titoli che compongono il più vecchio indice azionario del mondo sono pesati a seconda del prezzo in Borsa, e non per la capitalizzazione (o al limite il flottante).
Hai mai provato ad abbonarti a INSIDER? Scopri i privilegi delle informazioni riservate, clicca sul
link INSIDER
Così si creano alcune anomalie: Caterpillar, che capitalizza appena 39,7 miliardi di dollari, pesa più o meno quanto Exxon Mobil, la più grande società al mondo con 415 miliardi di capitalizzazione. E molto più di General Electric, seconda azienda Usa con 360 miliardi.
Dunque, come può agire un investitore che vuole puntare su un paniere dove realmente le più grandi corporate Usa sono i titoli più pesanti (e più importanti) per l’andamento dell’indice? A Piazza Affari, per esempio, si può puntare sull’Etf Lyxor Dj Global Titans 50. È infatti vero che sulla carta il suo benchmark di riferimento copre società di tutto il mondo: il Dow Jones Global Titans 50 è composto da 50 azioni selezionate tra le maggiori società mondiali. Ma è altrettanto vero che proprio le aziende Usa sono le più grandi del pianeta. È sufficiente guardare i titoli e i pesi delle società che lo compongono per rendersene conto.
Il titolo più pesante in questo paniere è proprio Exxon Mobil con un 5,63 per cento. Seguono, nell’ordine della capitalizzazione a Wall Street, General Electric (5,24%), Citigroup (3,57%), Microsoft (3,44%) e Bank of America (3,43%). Solo al sesto posto si inserisce la prima società non Usa, ma comunque anglosassone: British Petroleum che occupa il 3,13 per cento.
Poi di nuovo tante americane, come Pfizer, Procter & Gamble, Johnson&Johnson e Altria. L’idea di puntare sulle Big Cap tramite un indice pesato sulla capitalizzazione piuttosto che sulle quotazioni trova conferma anche nelle performance. Dai minimi del 2006, toccati a metà giugno, il Lyxor Dj Global Titans 50 ha guadagnato il 13,3%, mentre il Lyxor Dow Jones Industrial ha realizzato poco più del 10 per cento.
Copyright © Bloomberg – Borsa&Finanza per Wall Street Italia, Inc. Riproduzione vietata. All rights reserved