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MEDIOLANUM: VALORE MA CON ALTO RISCHIO

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Che la flessione delle borse mondiali e il rallentamento globale delle economie fosse funesto ai titoli del risparmio gestito è qualcosa che ormai appartiene al bagaglio classico delle informazioni di borsa. Ma i movimenti che hanno interessato di recente Mediolanum (prescindendo dall’effetto 11 settembre) appaiono più che mai slegati (in discesa tanto quanto in salita) rispetto alla dinamica dei suoi conti e al processo di ristrutturazione aziendale che sta interessando questa realtà.

Già prima dell’11 settembre il titolo aveva rotto la propria fase laterale con un ampio movimento al ribasso che i tragici eventi americani non hanno fatto che acuire ed esasperare: -61.4% dal 30 agosto al 21 settembre (da €13 a un minimo intraday di €5.02). Poi il repentino rimbalzo sulla scia delle ricoperture tecniche scattate sul mercato a seguito del window dressing e della chiusura di posizioni corte.

Gli eventi geopolitici recenti non hanno fatto che dare maggiore peso alla raccomandazione di ricostruire il proprio portafoglio monitorando strettamente i titoli in relazione a fondamentali e strategie di lungo periodo. Un esame di questo tipo segnala come Mediolanum abbia iniziato ad evidenziare alcune caratteristiche di interesse come investimento anche di medio lungo periodo, pur continuando a presentare alcune caratteristiche che lo rendono a maggior rischio rispetto anche ad altri investimenti succedanei. Tra queste sicuramente un peso notevole lo riveste il fatto che, nonostante le recenti flessioni il titolo continui a quotare nettamente a premio rispetto alla media dei competitor europei; così come il fatto che la società sia in questo momento più interessata alla ristrutturazione interna attraverso lo sviluppo dell’infrastruttura che alla creazione del valore che possa tradursi in un vantaggio per l’azionista (considerazione quest’ultima che ha anche spinto WestLB ad adottare un approccio prudenziale nella valutazione degli utili della società almeno nel breve termine, riducendone il target a Neutral da Outperform).

Se si ha ben chiaro che oggi la volatilità del mercato è in buona misura un effetto della non stimabile e modellizzabile incertezza generata dall’evoluzione sul fronte bellico e che è inevitabile che il rallentamento economico più protratto nel tempo produca effetti di medio periodo anche sulle quotazioni di borsa, appare chiaro che Mediolanum deve in questa fase essere vissuta come investimento strategico e non tattico.

La prima considerazione da fare è che essendo l’attuale rimbalzo del titolo (oltre il 35% in poche sedute) avvenuto in totale assenza di notizie di rilievo ed essendo ascrivibile a un semplice movimento corale, nel breve periodo si apre la possibilità concreta di una presa di profitto, anche drastica. E proprio quell’attesa flessione potrebbe essere l’occasione per dare avvio a un opera di accumulazione su un investimento di medio periodo rischioso, ma il cui extra-rendimento di mercato dovrebbe più che compensare tale assunzione di rischio.

La seconda motivazione concerne il premio di mercato che la quotazione del titolo ancora incorpora e che, per quanto giustificata da alcune caratteristiche strutturali, in fasi di sentiment negativo potrebbe risultare penalizzante. Inoltre è probabile che il processo di ristrutturazione nei prodotti di risparmio possa indurre nel breve periodo un effetto negativo sul conto Profitti&Perdite, con conseguente ricaduta in termini di percezione dei risultati sul mercato e quindi di flessione delle quotazioni.

Dopo il profondo processo di ristrutturazione che ha interessato i mercati finanziari e a cascata la struttura degli operatori del comparto assicurativo si è giunti a un assetto nel quale la maggioranza dei grossi attori presenta un similare offerta di prodotti. A questo punto il maggior valore che una società può esprimere rispetto alla media è rappresentato dalla capacità di strutturare nella maniera più efficiente il proprio canale distributivo. E proprio il modello distributivo e di marketing di valore superiore rispetto ai principali concorrenti dovrebbe consentire al titolo di guadagnare quote di mercato in questa fase congiunturale negativa. Non a caso proprio il quadro che si ricava dall’analisi dei bilancio semestrale conferma che la società è in grado di esprimere elevate potenzialità di crescita dei risultati anche in condizioni particolarmente avverse di mercato.

La leva intorno alla quale si articola la forza in questo senso espressa da Mediolanum è l’effetto combinato di un approccio basato sulla clientela che si somma a una relazione di consulenza stabile e costante.

Certo un positivo contributo la società lo ha derivato dal lancio del canale bancario on line, che è stato in grado attirare 256.000 clienti, con un corrispettivo di 171.000 conti correnti aperti (con potenziali sinergie con l’attività tradizionale).

Inoltre dovrebbero essere fonte di ulteriori ritorni le recenti iniziative sia internazionali che di cooperazione a livello nazionale: nel primo caso il focus è su Finbanc in Spagna e nel secondo il punto di riferimento è la joint venture con Mediobanca (Banca Esperia).

*Donatella Principe è responsabile della ricerca economica presso il centro studi del Gruppo
Banca Popolare di Vicenza.