Situazione delicata in Mediobanca. Dopo l’uscita di Vincenzo Maranghi (l’erede di Cuccia), che aveva concentrato su di sé tutto il potere, l’idea del governatore Fazio era che in Mediobanca, accanto ai francesi, prendessero posto i quattro maggiori gruppi bancari, e cioè Intesa, Capitalia, Unicredito e San Paolo Imi. Solo che il San Paolo non sembra aver intenzione di investire soldi (e energie) nell’istituto di piazzetta Cuccia. Intesa sarebbe forse entrata volentieri, ma sembra che ci siano gelosie da parte dell’altra grande banca milanese, e cioè Unicredito. E quindi la partita è ancora tutta per aria.
Situazione complicata anche nelle Generali. Il gruppo di banche che aveva fatto la scalata qualche mese (per convincere Maranghi a andarsene) aveva anche detto che avrebbe ridotto le proprie quote in Generali in modo da ricostituire la situazione precedente (con Mediobanca come azionista di riferimento). Solo che nel frattempo, e proprio per contrastare la mini-scalata delle banche italiane, si erano fatti avanti i francesi, che oggi controllano un pacco superiore a quello di Mediobanca e che si considerano il vero azionista di riferimento. Le banche italiane, quindi, non se ne vanno. E i francesi nemmeno.
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