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Medicina made in China: l’Europa ci salverà dai farmaci contaminati?

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Roma – Si tratta dei casi relativi alle “pillole d’autore e non” contaminate. Medicinali prodotti dalle grandi industrie farmaceutiche, regolarmente autorizzati dalle autorità competenti, che contengono principi attivi “contaminati” comprati a basso costo da paesi asiatici dove, al massimo, è richiesto un documento di autocertificazione da parte di chi li produce.

Gian Mario Baccalini, presidente della Aschimpharma (parte di Federchimica), l’Associazione nazionale dei produttori di principi attivi e intermedi per l’industria farmaceutica, nel corso del suo intervento al Forum svoltosi a Roma lo scorso 13 ottobre, ha ricordato che di norma un farmaco deve essere puro al 95%, mentre circolano confezioni con percentuali attorno al 70%, che comportano un rischio elevato per la salute. La corsa al ribasso dei prezzi dei medicinali “fuori brevetto” ha creato un mercato che non offre garanzie di sicurezza. Soprattutto nei farmaci generici, creati per avere un prezzo equo, si evidenzia più diffusamente questo problema.

Ma non sono risparmiati neanche i farmaci “griffati” che le multinazionali, secondo le normative attuali, non sono tenute a controllare, facendo finora orecchie da mercante.

Un primo caso importante si verificò nel 2008 quando l’eparina (anticoagulante) “cinese” solo negli Stati Uniti fece 149 morti. In Germania recentemente sono stati ritirati dal mercato grossi quantitativi di un antibiotico molto usato, la gentamicina. I Nas italiani di Latina hanno recentemente sequestrato 45 tonnellate di mesalazina (un antinfiammatorio intestinale) adulterate.

Come sempre il business viene prima della salute dei cittadini e siamo al punto che i Nas chiedono di creare un gruppo di lavoro per contrastare il fenomeno delle pillole contaminate.

Oggi a Mosca si sono riuniti i 47 membri del Consiglio d’Europa per approvare la Convenzione Medicrime. Mi auguro che venga approvata con severe sanzioni penali visto che, al di fuori dei confini europei, vige la legge della giungla. Inutile sottolineare i danni che i farmaci contraffatti o non controllati, ovvero con caratteristiche che non sono standard ma “sub standard”, possono provocare alla nostra salute, alle nostre vite e a noi che, in maniera del tutto ignara, siamo sottoposti a terapie.

L’auspicio è dunque che, quanto prima, solo i farmaci che abbiano superato il controllo delle autorità europee possano essere utilizzati dai noi cittadini. Credo sia condivisibile il fatto che come medico, ma anche come cittadino ,vorrei poter da un lato prescrivere e dall’altro ingerire una medicina che faccia guarire e non morire o intossicare a causa dei suoi possibili “effetti collaterali”, assolutamente non previsti.

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