Società

MEDIA: MILIARDI BRUCIATI PER COLPA DELLE FUSIONI

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Ben due giganti dei media sono stati messi in ginocchio nelle ultime settimane. Si tratta di AOL-Time Warner (AOL – Nyse), che ha comunicato una perdita di $54 miliardi , e di Vivendi (V – Nyse), che nel primo trimestre del 2002 ha visto il proprio bilancio andare in rosso di $15,34 miliardi.

Entrambi i gruppi avevano promesso di rivoluzionare il mondo dell’informazione, con piani futuristici poi miseramente sfumati, forse perche’ eccessivamente ambiziosi. Sia AOL-Time Warner che Vivendi hanno concluso due grandi acquisizioni, spendendo molto e concludendo decisamente poco. Ed e’ proprio contro le “merger” che la Bibbia della finanza punta il dito.

Il bilancio di AOL-Time Warner e’ piu’ che esplicativo. La perdita di $54 miliardi contabilizzata nel colosso e’ stata provocata dalla svalutazione della fusione che Time Warner ha concluso lo scorso anno con il colosso Internet America Online. Lo scivolone dell’azione, da allora, e’ stato inarrestabile.

Stessa cosa per Vivendi, che ha visto le sue azioni capitolare del 59% da quando ha acquisito Seagram. E la perdita di bilancio anche in questo caso e’ stata provocata dall’adozione di nuove regole contabili che hanno portato a svalutare il valore delle attivita’ musicali e cinematografiche Universal di Seagram.

Ma Aol Time Warner e Vivendi non sono casi isolati. La tedesca Bertlesmann AG naviga in cattive acque dopo aver speso centinaia di milioni di dollari nel tentativo di espandere le operazioni relative alla vendita di prodotti musicali e di libri. La perdita e’ stata negli ultimi 18 mesi di circa $1 miliardo.

Insomma, i colossi media hanno fatto troppi conti senza l’oste. Hanno puntato troppo in alto tentando di rivoluzionare un mercato forse non ancora pronto a recepire i loro progetti titanici.

America Online avrebbe dovuto essere la terra promessa per AOL-Time Warner. Sono state invece proprio le sue perdite a pesare sul bilancio. La fusione era stata promossa proprio per velocizzare la creazione di una Tv interattiva. Era questo il progetto a cui mirava il gigante.

Ma alla fine la strategia non ha funzionato per un motivo molto semplice: i consumatori hanno snobbato la mole di servizi interattivi che la societa’ americana voleva offrire, quali la possibilita’ per gli utenti di navigare in internet e di mandare messaggi tramite la tv.

Strategia sbagliata anche quella di Vivendi, che con l’acquisizione di Seagram ha fatto ben poco per espandere le sue attivita’ al di la’ dei canali tradizionali televisivi.

Scelte strategiche errate e forte calo della pubblicita’ a livello globale si sono cosi’ rivelate un cocktail letale per entrambi i giganti.