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Materie prime: parentesi negativa o inversione del trend?

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Nelle ore precedenti i prezzi del petrolio hanno riportato il calo maggiore delle ultime sette settimane, scontando tra gli altri fattori i dati riportati da MasterCard. Il colosso americano ha reso noto infatti che la domanda di benzina americana ha testato il livello più basso degli ultimi cinque anni la scorsa settimana, fattore che ha portato le scorte a balzare nello stesso arco temporale di 5,6 milioni di barili, ovvero al ritmo più alto in un anno (dati, questi ultimi, dell’American Petroleum Institute).

La notizia è stata sufficiente a interrompere il rally del 2010 messo a segno in generale dal comparto delle materie prime; e anche oggi il petrolio punta verso il basso, allontandosi dai massimi in più di due anni testati fino a qualche giorno fa e dunque dalla importante soglia psicologica dei 90 dollari al barile.

Cosa pesano di più, le ragioni di carattere fondamentale o di carattere tecnico?

Riferendosi in generale alla performance delle commodities – l’oro ieri si è allontanato dalla soglia dei 1.400 dollari all’oncia e male ha fatto anche l’argento – Thomas Meier, di Alterinvest Sa, ha affermato in una intervista a Class Cnbc che si sta assistendo semplicemente a una fase di “consolidamento delle materie prime, che erano salite in modo molto ripido nei mesi precedenti”. Per Meier, insomma, non si può ancora parlare di una inversione di tendenza ma di un momento di riflessione dopo i forti rialzi del 2010.

Detto questo il petrolio potrebbe fermarsi ancora, ma non più di tanto. Un importante livello di supporto è a quota 84-82 dollari al barile. “Ma per i primi sei mesi del 2011, sarà pressocché stabile tra 84 e 85 dollari al barile”, sottolinea l’esperto.

Intervistato da Bloomberg, Eugen Weinberg, responsabile della divisione di ricerche delle commodities di Commerzbank a Francoforte, riconosce che il “mercato è diventato maggiormente preoccupato rispetto ai fondamentali del petrolio”. E anche in questo caso il riferimento è al rapporto di Mastercard.

Ma Ken Hasegawa, gestore delle vendite dei derivati sulle commodities della casa di brokeraggio Newedge, afferma. “Si tratta di una lieve correzione dovuta a operazioni di profit taking”.