Mercati

Materie prime: la speculazione robotizzata semina il caos

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New York – Cosi’ non si puo’ piu’ continuare. Le attivita’ speculative che approfittato del sistema di negoziazioni ad alta frequenza sui mercati delle materire prime stanno seminando il caos, falsando gli investimenti.

I corsi di prezzo dei mercati delle commodities oscillano in maniera sincronizzata. E sempre di piu’ a tempo con il battito di Wall Street. Colpa dell’alta frequenza. Per questo bisogna intervenire con una riforma dei mercati di questi prodotti vitali.

Una linea di sottofondo che pero’ e’ ormai dominante, riuscendo a scompigliare l’impatto costituito dai fattori reali – congiuntura, i rifornimenti o gli acquisti mondiali – censés dicter leurs prix: gel sur les plantations brésiliennes pour le café, réunions de pays de l’OPEP pour le pétrole…

Un anno fa, due economisti della Conferenza delle Nazioni unite per il commercio e lo sviluppo (Cnuced nell’acronomo inglese) hanno iniziato uno studio per mostrare empiricamente a quale punto i mercati oscillano in concertazione, analizzando i movimenti dal 2004 a oggi. E’ da allora che le materie prime hanno acquistato una popolarita’ reale in seno alla comunita’ finanziaria.

Il risultato, ribadito nel nuovo studio pubblicato oggi, dimostra per la prima volta che dall’autunno del 2008, quando la banca d’affari Lehman Brothers ha fatto crack, le milioni di transazioni ad alta frequenza effettuate su questi prodotti si muovono all’unisono con gli altri mercati finanziari su brevi lassi di tempo. A volte il gap temporale e’ di appena qualche secondo, stando all’analisi che si basa sui dati precisi forniti da Thomson Reuters.

La ragione principale di questi ritmi asincrono e l’influenza sempre maggiore che giocano i fondi speculativi e che si servono di programmi informatici con cui si possono dare ordini di acquisto o di vendita ultra-rapidi. Si tratta di strategie robotizzate – degli arbitraggi ad alta frequenza – sulle quali fanno affidamento anche le grandi case di trading internazionali.

“Tali oscillazioni sincronizzate ad altissima frequenza tra le materie prime e i mercati borsistici non possono riflettere i cambiamenti delle condizioni economiche, che non variano certamente a un ritmo tale”, spiega al quotidiano Le Temps David Bicchetti, uno degli autori della ricerca.

E’ la riprova del fatto che la “finanziarizzazione” dei mercati “influenza il processo di determinazione dei prezzi”, secondo quanto spiegato da Bicchetti, ex money manager della filiale di gestione degli asset della Banca Cantonale del cantone svizzero del Vaud.

Insomma, non e’ piu’ richiesto prevedere con precisione l’abbondanza o la carenza delle prossime fasi di mietitura per poter guadagnare milioni di euro sulla farina. “Prima o poi, i fondamentali – come l’offerta e la domanda di un prodotto – torneranno a giocare il ruolo dominante che avevano prima, provocando una correzione brutale dei prezzi”, avverte Nicolas Maystre, coautore dell’inchiesta.

Quelle del rapporto dei due economisti sono conclusioni cruciali in un momento in cui le autorita’ americane ed europee tentano di rimettere un po’ d’ordine sui mercati di questi prodotti vitali. In una comunicazione fatta di recente, Scott O’Malia, uno dei responsabili dell’agenzia americana che sorveglia i mercati in questioni – la CFTC – ha citato i lavori effettuati dal Cnuced. I due economisti vogliono essere ascoltati da un gruppo parlamentare europeo per poter dare il via a una nuova serie di riforme.