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MATERIE PRIME: FORTE INTERESSE, NUOVI RECORD

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Negli ultimi mesi i mercati delle materie prime hanno messo a segno ragguardevoli progressi. Il greggio ha infranto nuovi massimi storici. A fine giugno la qualità WTI si collocava ancora sulla soglia dei 70 USD al barile – oggi vengono pagati prezzi superiori agli 80 dollari. Con questa avanzata il segmento delle risorse energetiche – nonostante la pesante correzione di inizio anno – si colloca al primo posto (RICI Energy +23.49%). Anche i metalli (RICI Metals +13.88%) e le materie prime agricole (RICI Agriculture +12.27%) si sono allineate sul trend positivo. Entrambi i segmenti sono tuttavia nettamente arretrati rispetto all’andamento del Rogers International Commodity Index (RICISM TR +17.79%).


In un mercato volatile l’indice RICISM TR dimostra ancora una volta la sua solidità. Grazie all’equilibrata ponderazione settoriale e ad un’ampia diversificazione con 36 materie prime, nell’anno in corso ha superato del 7.5% il diffuse indice di riferimento DJ AIG Commodiy (YTD +10.22%). Dopo una debole performance nel 2006, anche il Goldman Sachs Commodity Index (YTD+18.19%), largamente osservato, precede di poco l’RICISM TR.

Il trend positivo si ripercuote anche sull’andamento del Commodity Fund di Julius Baer. Il fondo, leggermente più difensivo rispetto al Rogers International Commodity Index a causa della sua ponderazione nelle materie prime agricole, ha conseguito un incremento del 14.2% sulla base delle quote B (USD).

Nuovi massimi storici per il greggio – L’oro nero fa onore al suo nome
La sostenuta domanda stagionale e il timore di scorte insufficienti all’inizio del periodo freddo hanno catapultato il prezzo del petrolio ad un nuovo record di oltre 82 USD al barile. La manovra contenitiva adottata dall’OPEC, con un aumento della produzione di 500’000 barili al giorno a partire dal primo novembre, si è rivelata poco efficace, in quanto molto addetti ai lavori la ritengono insufficiente. Nel contempo l’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ha rivisto leggermente al ribasso le sue previsioni in seguito alla crisi dei mutui subprime. Dopo il forte aumento dei prezzi nel Commodity
Fund sono state ridotte le posizioni sia del greggio WTI (sottoponderazione -3.4%) sia del Brent (sottoponderazione -2.3%).

A nostro avviso nel segmento dell’energia gli addetti ai lavori continuano a detenere ingenti posizioni fortemente finanziate da terzi. Se l’attuale crisi dei mutui subprime si inasprisse, queste posizioni dovrebbero essere probabilmente vendute a favore della liquidità. Inoltre l’attuale sottoponderazione del segmento dell’energia è favorita da
fattori stagionali. La domanda di greggio è tradizionalmente elevata nei mesi estivi, per poi diminuire in ottobre e novembre.

La siccità sostiene i prezzi del frumento.
Nelle importanti zone di coltivazione dell’Australia e dell’Argentina le precipitazioni sono state scarse, pertanto il raccolto del frumento invernale potrebbe essere molto penalizzato. Gli Stati Uniti, che costituiscono un’altra importante area di coltivazione, è attualmente oggetto di una domanda molto vivace. I prezzi del frumento sono così saliti al livello più alto degli ultimi 11 anni. I prezzi elevate potrebbero provocare un incremento dell’offerta nel prossimo periodo della semina. Inoltre non si esclude che il notevole costo del frumento lo porti ad essere più spesso sostituito dal mais (-5.38% nell’anno corrente) come foraggio. Con gli Julius Baer Commodity Funds abbiamo sfruttato il poderoso rally per ridurre la posizione del frumento, prima sovraponderato (sottoponderazione -1.0%) creando nel contempo una sovraponderazione nel mais (sovraponderazione +1.0%).

Prospettiva
Dal suo minimo annuo dell’11 gennaio 2007 il Rogers International Commodity Index è salito di oltre il 20% superando quindi il picco segnato nel maggio 2006. Nonostante una volatilità tuttora elevate il tradizionale trend al rialzo è stato indubbiamente confermato. Dopo il forte progresso ci attendiamo un iniziale consolidamento sui mercati delle materie prime in un quadro di accresciuta incertezza per il futuro andamento e la portata
della crisi dei mutui subprime negli Stati Uniti. Sono possibili anche limitati ripiegamenti, soprattutto per le materie prime fortemente richieste dagli operatori finanziati da terzi. Negli Julius Baer Commodity Funds sottoponderiamo pertanto sia le risorse energetiche (sottoponderazione – 6.0%) sia i metalli (sottoponderazione -4.3%) – con una quota di liquidità del 5%. Inoltre il settore agricolo più difensivo rimane sovraponderato (sovraponderazione +5.3%).

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