Società

MATERIE PRIME: CAVALCARE
LA VOLATILITA’

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(WSI) –
SCENARIO ECONOMICO

La settimana scorsa ha rivelato un quadro positivo per la situazione occupazionale americana. Le aspettative di un calo delle creazioni di nuovi posti di lavoro negli Stati-Uniti non si sono concretizzate, il dato di dicembre ha segnalato un livello di 167.000 nuovi posti di lavoro, leggermente al di sopra della media del 2006. Il calo occupazionale esiste nei settori industriali e in particolare nell’edilizia, ma è stato più che compensato dal vigoroso andamento dei servizi.

I dati sull’occupazione, come abbiamo già indicato in passato in queste righe, hanno tendenza ad illustrarci le condizioni passate dell’economia e non costituiscono a nostro avviso un buon indicatore sull’andamento futuro dell’economia.

Il calo dell’edilizia negli Stati-Uniti è difficilmente misurabile in tempo reale, essendoci una certa inerzia nella messa in cantiere di nuovi edifici e la tendenza ad accumulare scorte o a rallentare i cantieri in fase di completamento. Le indicazioni della Federal Reserve rilasciate nei “minutes” di mercoledì scorso hanno posticipato di nuovo le attese di un taglio dei tassi, mantenendo i tassi a brevi su dei livelli relativamente elevati.

ALLUMINIO

La produzione primaria nord-americana è rimasta quasi costante nel 2006. Mentre l’India e la Cina continuano il loro potenziamento come produttori, il deficit di produzione che si è verificato nel 2006 dovrebbe invertirsi nel 2007. Sarà cruciale l’andamento dei prezzi dell’energia nel 2007, l’elettricità rappresenta circa il 30% del costo totale della produzione di alluminio. Un calo del suo costo consentirebbe il potenziamento della produzione. Si stima questo potenziale a più di 5 milioni di tonnellate.

Il livello delle scorte di alluminio nei magazzini del LME è risalito alla fine dell’anno, sino a raggiungere 700 mila tonnellate. Ci aspettiamo un graduale aumento delle scorte sostenuto dall’incremento della produzione. La domanda di alluminio nel 2007 sarà sostenuta più da fattori fondamentali che ciclici.

L’allumino sembrava reggere il suo supporto fondamentale di $ 2700 poi, alla fine della settimana, gli ampi movimenti di liquidazione delle varie “commodities” lo hanno trascinato al ribasso. Questi movimenti di “panic selling” non sono prevedibili. Denotano liquidazione di posizioni da parte della speculazione e sono in una certa misura irrazionali. E chiaro che anche l’alluminio fa parte di quei metalli o materie prime dove era possibile una correzione. Abbiamo tuttavia più volte sostenuto che il caso dell’alluminio è particolare e pensiamo che le sue valutazioni siano fondamentalmente più ragionevoli di quelle molte altre commodities. Aspettiamo dal mercato una riconsiderazione del prezzo. Non c’è stato un aumento significativo delle scorte, non ci sono motivi per pensare ad una rapida diminuzione dei consumi. In conclusione, un ritorno al livello di $ 2700 si può ipotizzare, soprattutto per un semplice motivo tecnico di chiusura del “gap” lasciato tra le giornate di martedì e mercoledì scorso. La sua potenziale chiusura avrà la funzione di supporto in questi giorni.

RAME

Il gruppo di studi internazionali sul rame (ICSG) ha diffuso le proprie stime su produzione e consumo di rame nel mondo per il periodo gennaio/settembre 2006. I dati mostrano un surplus produttivo di 81.000 t. per i primi 9 mesi del 2006, da mettere a confronto con i 319.000 t. di deficit nello stesso periodo dell’anno scorso.

I dati regionali sui consumi continuano a segnalare una domanda depressa in America, mentre il consumo totale mondiale è sostenuto dall’Europa e dal Giappone. La produzione delle miniere risulta quasi invariata rispetto l’anno scorso. Al contrario l’uso del “scrap” nella produzione secondaria è aumentato di 13% nel mondo, in particolare questo fenomeno consente alla Cina di aumentare la sua produzione del 21% e all’India del 28% sempre rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

L’obiettivo degli speculatori è di anticipare i movimenti futuri, l’accelerazione del ribasso del rame della settimana scorsa è stato scatenato dall’andamento negativo dei prezzi dell’energia, del continuo aumento delle scorte di metallo nei magazzini, e dalla risoluzione dei problemi sindacali nelle miniere sud-americane.

Non c’è niente di nuovo in tutto questo, tranne il panico che ha portato verso l’uscita numerosi operatori. Le condizioni di iper-venduto del rame in questo momento e il supporto dato dal livello di $ 5500 illustrato dal grafico qui sopra, possono giustificare un rimbalzo a breve del rame. In ogni caso, la rottura dei minimi precedenti deve obbligare a chiudere la posizione lunga. Non si può, purtroppo, mai sapere fin dove andrà a finire un “panic selling”. Il rapporto tra perdita potenziale di un acquisto su questi livelli e profitto potenziale nel caso in cui il rame risalga fino a $ 6500, è favorevole e merita almeno il tentativo.

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