Alta tensione anche oggi sui premi di rendimenti dell’area euro, con la Spagna a 277 punti base (vicina al record di 283 punti del 30 novembre) e anche l’Italia sui massimi a 204 punti base sopra il bund decennale tedesco. Spread elevati anche per il Portogallo (a 4123 punti) e l’Irlanda (a 629), mentre la Grecia viaggia a 943 punti sopra il decennale tedesco.
Diffusi intanto i risultati delle emissioni italiane: nell’asta odierna: con un di 0,053 punti base rispetto alla precedente asta.La Banca d’Italia comunica che l’asta dei BOT annuali, scadenza 16 gennaio 2012, si è chiusa con un importo assegnato di 7 mld di euro, afronte di richieste pervenute per quasi 11,4 mld di euro. Il rendimento medio ponderato si attesta al 2,067%,al massimo dal dicembre 2008 con un aumento di 0,053 punti base rispetto alla precedente asta. Di fatto, le aste sono sottoscritte bene; ma la notizia negativa – ed è questo su cui si concentra il mercato – è che i tassi sono in continuo aumento: ergo, il debito pubblico costa sempre di più.
In lieve aumento anche i rendimenti all’asta greca di titoli di Stato a sei mesi. Atene ha piazzato titoli semestrali per 1,95 miliardi di euro a un rendimento medio del 4,90%, in frazionale aumento rispetto al 4,82% dell’asta precedente. Sostenuta la domanda con una richiesta pari a 4,3 volte l’ammontare offerto.
In generale, l’occhio degli speculatori continua a essere diretto al Portogallo – proprio ieri i rumor secondo cui la Francia e la Germania vorrebbero che il paese accettasse gli aiuti di Ue e Fmi – gli effetti sono negativi anche sulle emissioni italiane, con indebolimenti dei prezzi che innescano speculari aumenti dei rendimenti e allargamenti del differenziale (o spread) di questi tassi retributivi rispetto ai titoli della Germania, i bund.
Per questo, nella giornata di oggi, lo spread dei Btp italiani a 10 anni rispetto ai bund equivalenti è dunque tornato a superare i due punti percentuali. Il tutto in una settimana in cui la volatilità dei mercati è acuita dalla circostanza di numerose aste di bond in vari paesi, tra cui domani proprio in Portogallo e giovedì in Spagna.
Non aiutano al momento le varie rassicurazioni sul Portogallo, oggi arrivate direttamente dal paese, che ha affermato di non aver bisogno di aiuti esterni. Altre rassicurazioni sono giunte anche dal Giappone, che come la Cina si è detto pronto a dare una mano per stabilizzare il quadro acquistando i bond che vengono emessi dal fondo salva stati europeo.
Ma la tensione permane, in un periodo che si profila denso di nuove emissioni. E secondo Carl Weinberg, responsabile degli economisti di High Frequency Economics, la soluzione è una sola. Di fatto, secondo l’esperto, la crisi europea “non farà una bella fine” fino a quando l’Unione europea non acquisterà i titoli di stato.
“Se il Portogallo avrà bisogno di maggiori fondi, non li troverà sul mercato – aggiunge – e a quel punto la crisi dei debiti sovrani si allargherà velocemente ad altre grandi economie della zona Euro”. Ma se acquisterà bond nel corso delle aste primarie, l’Efsf (lo European Financial Stability Facility) potrà anche mantenere bassi i costi di finanziamento almeno fino a quando i mercati si stabilizzeranno, e potrà fare anche profitti agendo in questo modo, ovviamente dietro condizioni molto severe”.
Dice la sua, in una intervista al canale televisivo Class Cnbc, anche Alessandro Frigerio, di Rmj Sgr. Facendo riferimento all’Italia, sottolinea “il paese non è mai uscito dai paesi a rischio, e in una scala di pericolosità di guarda all’Italia immediatamente dopo la Spagna”.
Frigerio continua sottolineando che ormai i mercati “guardano all’effetto domino del problema dei debiti sovrani, e personalmente sarei molto sorpreso se il Portogallo non avesse bisogno di aiuti. A quel punto la situazione sarebbe molto pericolosa anche per l’Italia”.