Economia

Marmi italiani: bene export ma lontani da livelli 2008 (2)

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

(Teleborsa) – “Difficile individuare, in questa fase ancora molto confusa – afferma Giorgio Bianchini, il presidente di IMM – i motivi degli andamenti e stabilire se si tratta di un impoverimento qualitativo del mercato o se invece si tratta di un’ulteriore crescita di concorrenza, che costringe gli operatori italiani ad accettare margini di utile sempre più bassi, talvolta nulli. Quello che si può affermare con certezza è che questa è una crisi dai molti volti ed è legata a diversi meccanismi e contesti geografici, non ultimo il fatto che le esportazioni italiane di marmi e graniti si devono confrontare con le crisi di mercati storici oltre che con una concorrenza sempre più aggressiva sui prezzi. Il comparto ha una struttura molto consolidata e tanto le singole aziende quanto i comprensori produttivi non possono cambiare, all’improvviso, mercati e partners per adeguarsi a standard di domanda differenti ed a concorrenti locali diversi. Spesso – – conclude Bianchini – le politiche di prezzo rimangono l’ultima arma per continuare a presidiare un mercato importante, magari temporaneamente depresso per il quale però i tempi di ripartenza, e le caratteristiche che assumerà la domanda, sono imprevedibili”. Una valutazione più specifica sui singoli mercati mette in evidenza che quello dell’Unione Europea resta di primaria importanza con un saldo complessivamente attivo rispetto al primo semestre del 2009, sia per i valori che per le quantità. Il marmo lavorato segna un andamento positivo, ed è soprattutto la Germania, assieme alla Francia e anche al Regno Unito, a sostenere la buona performance di questa voce. Migliorano anche Austria e Belgio sia pure su quantità e valori molto inferiori e anche per il granito lavorato si assiste ad un miglioramento, più sulle quantità che sui valori. Note negative, seppure di peso contenuto, emergono per l’Europa non comunitaria ed anche per l’Africa, per la prima volta dopo molto tempo con l’Africa del Nord che registra un leggero calo, pur mantenendosi ancora attiva sul primo semestre del 2008. Riflessione più complessa e articolata merita il mercato USA dove, rispetto al 2008, si registra un generale dimezzamento dei valori e delle quantità, con -51,8% sui volumi nel confronto dei rispettivi semestri di entrambi gli anni (passando da oltre 160 mila tonnellate del 2008, a 77 mila del 2010) e -47,4% sui valori, che passano da oltre 197 milioni di euro del 2008 a poco più di 103 milioni del primo semestre appena concluso. Rispetto al 2009, invece, si registra un leggero miglioramento, ma solo relativamente ai graniti lavorati, che crescono sia in quantità che in valore però ancora molto lontani dagli anni precedenti. Il mercato immobiliare statunitense, fondamentale per l’export italiano, è ancora lontano del riprendersi dallo shock subito dopo la crisi dei sub-prime tanto che alcuni analisti parlano di cambiamento di mentalità, oltre che di usi, da parte dei consumatori e delle famiglie statunitensi, in termini così importanti da prefigurare quasi una svolta “epocale” nelle attitudini al risparmio e agli investimenti. I numeri, comunque, invitano alla massima cautela nelle valutazioni e non sostengono davvero entusiasmi da ripresa. Nel mercato Sud Americano si è riavviato l’export soprattutto di marmi, ma non sono ancora recuperati né i volumi né i valori del 2008, mentre per il Medio Oriente i consuntivi sono in miglioramento sul 2009 per i volumi, ma non per i valori, con l’unica eccezione dei lavorati in marmo. Questi ultimi recuperano anche sul 2008 e anche sui valori medi, con Arabia Saudita ed Emirati a tirare l’intera area. Continua a crescere, invece, l’area estremo orientale, sia sul 2009 sia sul 2008 e, anche se si tratta di una crescita non equamente distribuita su voci e Paesi, il risultato dell’areale è positivo e contribuisce positivamente al saldo complessivo delle nostre esportazioni. India, Cina, Indonesia, Singapore, Taiwan e Hong Kong sono i maggiori importatori delle nostre pietre, tutto incluso: sui marmi lavorati solo Hong Kong segna un modestissimo calo sui valori, mentre sui lavorati in granito il quadro è ovviamente molto più contenuto e i valori medi su tutti i Paesi dell’areale sono in forte ribasso.