Società

MARCIA PER 40 IPO
A PIAZZA AFFARI

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(WSI) – Il mercato delle Ipo si fa sempre più infuocato. Se il 2005, con 15 collocamenti (per una raccolta di 2,6 miliardi) è stato l’anno del ritorno d’interesse verso Piazza Affari, il 2006 potrebbe essere quello del grande balzo. «Le premesse per il sorpasso non mancano – spiega Stefano Bellavita della banca d’affari indipendente Eidos Partners – Gli indici azionari hanno chiuso in territorio positivo e ci sono almeno una quarantina di società che hanno depositato in Borsa il file per la quotazione». Manca alla lista la matricola più significativa: Borsa Italiana Spa. Ma, dopo il varo della legge sulla tutela del risparmio, per Massimo Capuano è già tempo di nuovi straordinari.

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LE IPO DEL 2005. «Il 2005 si è chiuso positivamente – aggiunge Carolina Wiskemann, responsabile azionario Italia di Pioneer Investments – Su 15 Ipo, 10 hanno archiviato il primo esercizio in rialzo rispetto al prezzo del collocamento». E alcune, come Banca Italease, Monti Ascensori ed Eurotech, sono volate del 130-160 per cento. Performance borsistiche a parte, la quasi totalità degli amministratori delle neoquotate si dichiara nel sondaggio di B&F (vedi tabellone) molto soddisfatta delle ricadute del listing in quanto a maggior visibilità, credibilità e mezzi finanziari. Qualche critica, invece, sulle modalità dell’iter richiesto per lo sbarco in Borsa. Ferma restando la necessità di regole e garanzie ai fini della trasparenza, i più ritengono troppo «oneroso e farraginoso» e ne auspicano uno snellimento che renda più appetibile il mercato da parte delle Pmi.

I DEBUTTI DEL 2006. Se la tabella di marcia sarà rispettata, la prima matricola del 2006 sarà Kerself, che il 29 dicembre ha ottenuto da Borsa Italiana il via libera alla quotazione sull’Expandi. La società specializzata in pompe idrauliche dovrebbe sbarcare in Borsa tra il 16 e il 20 gennaio con un flottante del 48,77% (in caso di integrale esercizio della greenshoe). Già scandito il piano di sviluppo del gruppo, che stima di archiviare il 2005 con circa 26,5 milioni di ricavi, quasi il 30% in più rispetto all’esercizio precedente. «Le risorse che otterremo dall’Ipo saranno utilizzate per sostenere la crescita del gruppo, che avverrà sia per linee interne sia attraverso acquisizioni», aggiunge il presidente Pier Angelo Masselli.

A febbraio, invece, dovrebbe essere il turno di Marazzi. Al pari di Kerself, anche l’azienda di Sassuolo, leader mondiale nella produzione di piastrelle in ceramica, utilizzerà i proventi dell’Opvs per sostenere la crescita esterna. «Puntiamo a rafforzarci nell’Estremo Oriente – ha detto l’amministratore delegato Michele Preda – Stiamo valutando un’acquisizione o una joint venture in Cina entro il 2006». Sarà però in primavera che le quotazioni dovrebbero accelerare il ritmo: in pole position dovrebbero esserci Sirma, azienda della famiglia Gavioli attiva nel settore delle tecnologie per l’ambiente, il gruppo Api della famiglia Brachetti Peretti, specializzato nel settore della raffinazione e distribuzione del petrolio, e la Eems, società di assemblaggio di semiconduttori.

In rampa di lancio ci sono anche Cape Medica (polo biomedicale che fa capo al fondo di private equity guidato da Simone Cimino), Nice Group (società di domotica di Treviso), Fercam (azienda altoatesina di trasporti e logistica) e Bolzoni (primo costruttore in Europa nel settore dei carrelli elevatori). «Stiamo lavorando per approdare sul segmento Star a metà anno – ha detto Roberto Scotti, amministratore delegato della Bolzoni – L’operazione consisterà in un’Offerta pubblica di vendita e di sottoscrizione, ma l’azienda non sarà contendibile, anche se sul mercato verrà collocato oltre il 35% del capitale». Ha riacceso i motori anche Italtel per approdare a Piazza Affari entro giugno. L’obiettivo è di collocare il 30-40% (il gruppo è valutato 1,2 miliardi). Sempre in estate dovrebbero entrare Piaggio e Saras (società petrolifera della famiglia Moratti).

MOLTI NOMI, POCHI GRANDI. Stesso periodo per il debutto sullo Star di Elica, società specializzata nella produzione di cappe per cucina, che dovrebbe chiudere il 2005 con 359 milioni di ricavi e un ebitda di 40 milioni (+16,6% rispetto al 2004). Il problema di fondo è uno: in lista d’attesa ci sono molteplici società «ma poche sono quelle che hanno alle spalle una storia di mercato», commenta Umberto Orsenigo, senior fund manager di Dws Investments Italy Sgr, che consiglia di mantenere un atteggiamento di prudenza. «Le basi per una crescita dei listini ci sono – aggiunge Orsenigo – basti vedere l’elevata liquidità parcheggiata in attesa di essere investita». Per un risparmiatore non è facile districarsi tra una moltitudine di titoli, di settori e dimensioni diversi. «Meglio investire in società che sono leader nei propri settori, che hanno solidi fondamentali, un buon management e alle spalle una storia di crescita di utili superiori alla media», suggerisce Wiskemann.

LE PIÙ ATTESE. Le più attese sono la compagnia di tlc 3 Italia e la stessa Borsa Italiana. L’Ipo della società di Vincenzo Novari, che sarebbe dovuta avvenire a dicembre, è slittata al 2006. Lo sbarco è atteso a febbraio: con ogni probabilità venerdì 3, con una punta di scaramanzia e tanto senso del marketing. Il varo della riforma del risparmio ha aperto la strada alla quotazione in Borsa anche della società che gestisce la piazza italiana. Grazie al collocamento, atteso entro la fine del 2006, il listino di Milano potrebbe lanciarsi nel risiko delle Borse europee. Non a caso, da alcuni mesi l’ad Massimo Capuano sta corteggiando Madrid e Londra.

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