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Marchionne e quel target irragiungibile: gli analisti lo bocciano

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New York – Il 2012 ha il sapore delle sfide, di quelle ambiziose, al Lingotto. L’amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne, ha messo dei punti fermi nell’anno che si è appena aperto: alla voce vendite di automobili ha scritto il numero tondo 6 milioni. Un obiettivo che non è affatto di semplice realizzazione, dicono gli analisti interpellati da Bloomberg News, prevedendo che nel 2014 potranno essere messe in circolazione 4,9 milioni di nuove vetture, ossia un milione in meno rispetto a quanto indicato dal manager italo canadese. Nessuno tra gli esperti di mercato si aspetta che Marchionne riesca a compiere questo miracolo.

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Sono le prospettive di un nuovo rallentamento economico con lo spauracchio di una recessione alle porte in Europa a gettare ombre sulle previsioni fatte in casa Fiat. Per l’ad della casa automobilistica di Torino in realtà quei numeri non sono mere stime, ma raccontano qualcosa di più: sono “la massa critica per garantire al gruppo la redditività nel lungo termine”. Eppure serpeggia scetticismo tra gli addetti ai lavori. C’è chi come Hans-Peter Wodniok di Fairesearch GmbH che non scarta a priori il disegno di Marchionne.

“Siamo di fronte a un manager che ha una visione realistica di come potrebbe muoversi la società, ma a patto che Fiat faccia qualche acquisizione”, dice l’analista, che non nasconde però di nutrire seri dubbi sulla reale fattibilità di questa ipotesi dal momento che – ricorda – il gruppo deve finalizzare l’operazione con l’americana Chrysler. “L’obiettivo di 6 milioni di auto vendute posto dal Lingotto sembra più uno slogan che una intenzione vera”, è l’opinione di Giuseppe Berta, docente di storia economica dell’Università Bocconi di Milano. “L’unica possibilità di realizzarlo nel 2014 è quello di combinare le forze di Fiat e Chrysler con una casa automobilistica in Asia, una regione dove il gruppo di Torino è oggi ancora estremamente debole”.

Uno scenario che Marchionne lo scorso settembre al Motor Show di Francoforte ha però accantonato, annunciando che non c’è un imminente piano di sviluppo in questo senso. Dietro le quinte, concludono gli addetti ai lavori, qualcosa si starebbe muovendo. Ad aprile l’ad aveva, infatti, spiegato che Fiat avrebbe dato battaglia per ritagliarsi un ruolo in Cina, perché è lì in Asia che ci sono spazi di crescita e che si gioca quindi la vera partita per sopravvivere.