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MANOVRE ANTI-RECESSIONE: I TASSI USA CROLLERANNO

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*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori e clientela professionale ai sensi dell’allegato n.3 al
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(WSI) – Tassi di Interesse: in area Euro i tassi di mercato hanno chiuso la sessione di ieri pressoché stabili. Come nelle attese la Bce ha lasciato il tasso di riferimento invariato al 4%, mentre Trichet nella conferenza stampa successiva, oltre a segnalare i rischi al ribasso sulla crescita, si è soffermato soprattutto sull’aumento delle spinte inflative, ribadendo come al momento l’obiettivo principale dell’istituto è di evitare e prevenire i “second round effect”. Trichet inoltre ha dichiarato che la discussione del board si è focalizzata su un rialzo o un mantenimento dei tassi fermi, escludendo l’ipotesi di un taglio dei tassi.


Essendo la situazione macroeconomica all’interno dell’area molto variegata e considerate le tensioni sul mercato monetario, il mantenimento dei tassi fermi è sembrata la soluzione migliore da adottare, e questo potrebbe portare le autorità a mantenere i tassi fermi fino alla fine del semestre. In seguito, considerato lo scenario di rallentamento economico, riteniamo ancora plausibile l’ipotesi di un taglio dei tassi nella seconda parte dell’anno.

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Negli Usa l’atteso discorso di Bernanke ha confermato le aspettative degli operatori. Il presidente della Fed ha infatti dichiarato che la banca centrale Usa è pronta ad implementare significative manovre di politica monetaria, in conseguenza del peggioramento dello scenario sulla crescita. In altre parole, diventa pressoché certa l’ipotesi di un taglio di 50pb il prossimo 30 gennaio.

Gli operatori hanno anche aumentato le aspettative di ulteriori tagli in futuro: i tassi impliciti sui futures sui fed funds segnalano l’attesa prevalente di tassi al 3% entro giugno ed al 2,75% entro settembre. L’impatto è stato concentrato sul comparto biennale che ha registrato un calo dei tassi, con lo spread sul comparto 2-10 anni arrivato a quota 123pb. I mercati azionari hanno chiuso lievemente in positivo, ma solo grazie al solito rally dell’ultima ora.

Il settore finanziario ha trainato il listino, anche dopo le indiscrezioni del Wsj di acquisto di Countrywide (in rialzo ieri del 50%) da parte di Bank of America. Allo stesso tempo, sempre il Wsj, ha riportato indiscrezioni di possibili svalutazioni da parte di Merrill Lynch per circa 15Mld$. La banca Usa, che potrebbe ricevere a breve una ricapitalizzazione di 4Mld$ da parte di fondi sovrani, diramerà la prossima settimana i dati trimestrali. Sul fronte macro segnaliamo come il tasso di disponibilità di edifici disponibili per rivenditori al dettaglio è arrivato al massimo degli ultimi 11 anni, secondo i dati forniti da Reis. Nel breve termine è ancora confermata la tenuta del supporto a quota 3,75% sul decennale.

Valute: Dollaro in deprezzamento verso Euro dopo il discorso di Trichet ma soprattutto dopo quello di Bernanke. Il differenziale dei tassi Usa-Euro implicito nei tassi future su depositi, già sconta uno scenario di tagli aggressivi della Fed. Un eventuale allargamento oltre le attese del deficit commerciale Usa di novembre, potrebbe contribuire a mantenere il cross prossimo a quota 1,48. Nel breve la resistenza di 1,4823 appare però difficilmente valicabile al rialzo. Primo supporto a 1,4741. Lo Yen si è apprezzato nel corso della notte sulla scia dei cali dei listini azionari asiatici. Verso Euro il cross continua a stazionare al di sopra del supporto 160, mentre verso Dollaro il supporto più importante si colloca intorno a 107,90.

Materie Prime: in forte calo il greggio Wti su timori di un rallentamento della crescita globale e conseguente minore domanda futura. Ieri Goldman Sachs ha annunciato che dopo gli Usa, anche il Giappone è a rischio recessione nel 2008 con una probabilità del 50%. Tale scenario ha avuto un impatto negativo anche sui metalli industriali, guidati dal ribasso del nichel (-2,7%). In rialzo i metalli preziosi con l’oro che ha raggiunto un nuovo livello record poco sotto i 900$/oncia, sulla scia del deprezzamento del Dollaro. In rialzo anche l’argento (+2,8%) sui massimi da 27 anni. Lievi ribassi per i principali prodotti agricoli, in attesa dell’importante report mensile dell’Usda nel pomeriggio di oggi.

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