La manovra viaggia verso i 15-20 miliardi, incluso l‘intervento da 6-7 miliardi per bloccare gli aumenti dell’Iva. Mentre la priorità resta quella di tagliare il costo del lavoro dei giovani che avrebbe un impatto di circa 2 miliardi. Così hanno fatto sapere ieri fonti di governo, specificando che c’è da affrontare anche un’altra priorità: la lotta alla povertà attraverso il reddito di inclusione.
E in questo caso la spesa sarebbe di circa 1,6 miliardi l’anno prossimo e quindi circa 4-5 miliardi nell’arco temporale della manovra 2018-2020.
Altri 2 miliardi servirebbero per i contratti pubblici; 6-7 per disinnescare l’aumento Iva e circa 3 miliardi sono le spese indifferibili. Resta da quantificare l’entità dell’intervento sulle pensioni attualmente al centro di trattativa tra governo e sindacati.
Il governo fa dunque i ‘conti’ in vista della ripresa dopo la pausa estiva mentre gli
uffici tecnici elaborano simulazioni per trovare le soluzioni migliori, di equilibrio dei conti, che poi confluiranno nella manovra che sara’ portata al Cdm a fine ottobre.
Tornando ai giovani, il dibattito sarebbe ora anche sull’età dei destinatari della misura. Mentre infatti l’ipotesi era includere dai 29/enni in giù si sta tenendo conto della
posizione europea che considera ‘giovani’ dai 35 anni in giù. Inoltre l’intervento sarebbe si’ strutturale ma avrebbe una ‘fase sperimentale’ nei primi tre anni della manovra.
Per quanto riguarda il reddito di inclusione intanto: andrebbe ‘parametrato’ sulla
posizione Isee e con una spesa di 1,6 miliardi il primo anno coprirebbe circa il 35% della platea gia’ individuata.