Economia

Manovra: TAIIS, appoggia pienamente rivendicazione Regioni e Comuni

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(Teleborsa) – “Chiediamo la soppressione della previsione dell’art. 11 del decreto legge manovra straordinaria sui conti pubblici: è semplicemente scandaloso che non solo non si paghino le imprese, ma addirittura si pretenda di impedire loro persino di promuovere azioni per tentare di riscuotere i loro crediti. Contro la disposizione dell’art. 11, che blocca fino a fine anno le azioni ingiuntive, incluse quelle già intraprese, per crediti in ambito sanitario verso ben sette regioni oggetto di piani di risanamento, abbiamo già presentato esposto a Bruxelles, e abbiamo fiducia nell’intervento dell’Unione europea, ma ci auguriamo che la tanto conclamata attenzione ai problemi delle imprese non sia una favola e che Governo e Parlamento provvedano a cancellare la norma”. A sostenerlo è il Taiis – Tavolo interassociativo imprese di servizi, nel quale si coordinano associazioni di rappresentanza di imprese di servizi “non distributivi” e che rappresenta, complessivamente, oltre 18.000 imprese nelle quali lavorano circa 900.000 addetti. Gli strali del Taiis sono rivolti anche contro l’art. 8, comma 5, della manovra, che prevede fin d’ora “a priori” un taglio in due soli anni di ben l’8% (3% nel 2011 e 5% nel 2012) della spesa per “consumi intermedi” (inclusi gli appalti di servizi) delle amministrazioni statali, senza assolutamente considerare che tali tagli comporteranno riduzione di fatturati ed effetti negativi sull’occupazione. “Appoggiamo pienamente” -aggiungono gli esponenti del Taiis – “la richiesta di Regioni e Comuni di tagli ai trasferimenti più equamente distribuiti, riducendo quelli a loro carico. “Appoggiamo pienamente la loro rivendicazione: dopo trasferimenti insufficienti per quanto riguarda la spesa sanitaria, con i tagli decisi dalla manovra si riducono pesantemente le risorse anche per altri settori, come ad esempio il trasporto pubblico locale, mettendo in discussione non solo i servizi ai cittadini, ma la stessa operatività delle imprese che lavorano in quei settori, anche qui con pesanti rischi di ripercussione sull’occupazione”.