
Roma – L’Aula della Camera ha approvato il decreto legge che contiene la manovra economica. Il testo, passato a Montecitorio con 402 sì, 75 no e 22 astenuti, va al Senato.
Lunga la lista delle assenze oggi in Aula alla Camera per il voto sulla manovra. Sono stati 130 i deputati che non hanno partecipato al voto, oltre la meta’ del Pdl. Nelle file del Popolo della liberta’ e’ aumentato il numero degli astenuti: alla fiducia erano stati 4, questa sera 12 su 22. Si sono astenuti poi un deputato delle minoranze linguistiche e 9 di Popolo e territorio. Non si sono presentati alla Camera per votare la manovra 10 deputati di Fli, uno dell’Idv, 8 della Lega, 22 del gruppo misto, 7 del Pd (di cui uno in missione), 70 del Pdl (4 in missione), 10 di Popolo e territorio e due dell’Udc (1 in missione) .
MONTI: IO DISPERATO? NON MI CI SENTO AFFATTO – “Vorrei concludere con una nota di responsabile serenità. Ho letto stamattina: ‘Monti e’ disperatò. Ho fatto un rapido esame di coscienza dopo aver letto quel titolo e per un attimo mi sono sentito colpevole perché non mi sento affatto disperato”, ha detto Mario Monti. “Poi svegliatomi un po’ – conclude – quella parvenza di colpevolezza è sparita perché non c’é motivo di disperazione per quel che mi riguarda e soprattutto per le nostre istituzioni politiche e civili e per quanto riguarda il nostro Paese”.
MONTI INVIA BIGLIETTINO A BERLUSCONI – Il presidente del Consiglio Mario Monti ha inviato un bigliettino a Silvio Berlusconi, riferiscono alcuni parlamentari presenti, subito dopo il discorso fatto questa sera nell’Aula di Montecitorio. Berlusconi aveva sorriso quando il presidente del Consiglio, quasi al termine del suo intervento, aveva negato di sentirsi “disperato”, come di lui aveva detto ieri il Cavaliere. Quando Monti ha citato Berlusconi, le cui parole erano riportate dai titoli dei quotidiani di oggi, il Cavaliere ha sorriso rivolgendosi al segretario del Pdl Angelino Alfano che gli sedeva accanto.
MONTI, LIBERALIZZAZIONI INZIATE E LE PROSEGUIREMO – “Le liberalizzazioni le abbiamo iniziate le proseguiremo e le faremo insieme, governo e Parlamento. Non saranno contro qualcuno ma con convinzione a favore dei cittadini”. Lo afferma il premier Mario Monti intervenendo in aula alla Camera.
MANOVRA: BERSANI, CON SOLO RIGORE SI VA CONTRO UN MURO – “Abbiamo fatto una manovra molto pesante. Non intendiamo rincorrere manovra su manovra perché facendo così si va contro un muro”. Pier Luigi Bersani, in conferenza stampa con il candidato all’Eliseo François Holland, avverte così il governo sostenendo che al rigore è necessario unire la crescita.
“Noi siamo a sostegno – ha spiegato Bersani – di un governo di emergenza e transizione affidato a due obiettivi: portare via l’Italia dal precipizio e evitare che l’Italia sia un rischio per l’euro e per l’Europa e affinché l’Italia torni ad avere una voce forte per una correzione forte delle politiche europee impostate dai governi di destra”. Per colpa di Berlusconi “che per anni ha detto che i conti erano a posto ci siamo trovati sull’orlo di un caso greco, ci siamo fermati sull’orlo del precipizio e siamo in una situazione politica di emergenza e transizione rispetto alla quale il Pd sarà coerente e fermo e, anche se non avremo il cento per cento di quello che faremmo noi, daremo una mano”.
CRISI:BOZZA NUOVO PATTO UE,IN VIGORE ANCHE CON 9 PAESI – Il nuovo Trattato per il Patto di bilancio potrà entrare in vigore anche solo con l’adesione di nove Paesi dell’Eurozona. E’ quanto prevede la bozza del testo diffusa oggi. I negoziati per arrivare alla stesura definitiva del documento prenderanno il via martedì e Londra vi parteciperà con lo status di osservatore.
NAPOLITANO,GIA’ IN ATTO RITORNO AUTOREVOLE ITALIA – “Un ritorno autorevole dell’Italia al tavolo delle istituzioni europee e nella cerchia di impegnativi incontri ristretti è già in atto”. Lo ha detto il capo dello Stato Giorgio Napolitano intervenendo alla conferenza degli ambasciatori.
BERSANI, PD GENEROSO MA ELEZIONI ORIZZONTE – Il Pd darà una mano perché l’Italia si allontani dal precipizio e non metta a rischio la stabilità dell’euro e lo farà “con la generosità di chi è primo partito nel Paese ma questa fase non è il nostro orizzonte che é invece un appuntamento elettorale”: Pier Luigi Bersani spiega così il sostegno del Pd al governo.
MANOVRA:REHN,MOLTO CONVINCENTE MA ANCORA TANTO DA FARE – “Il pacchetto che ha avuto la fiducia dalla Camera è molto convincente anche se c’é ancora molto da fare soprattutto su occupazione e crescita”. Lo ha detto il commissario agli Affari economici e monetari Olli Rehn incontrando i media italiani.
MANOVRA: REHN, APPREZZO RUOLO PARLAMENTO – “Voglio esprimere un apprezzamento per il ruolo del Parlamento per il supporto che sta dando al governo”. Lo ha detto il commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, incontrando i media italiani.
MANOVRA: 23 ASSENTI PDL, MANCANO TREMONTI E ROMANI – Non hanno votato la manovra del governo 23 deputati del Pdl, 3 di Fli e 2 del Pd, più 5 del Misto e due di Popolo e Territorio. Quattro gli astenuti, tutti del Pdl. Sei i parlamentari in missione. Tra gli assenti spiccano i nomi degli ex ministri Giulio Tremonti e Paolo Romani, Michela Brambilla.
I deputati assenti del Pdl, oltre a Tremonti, Romani e Brambilla, sono: Filippo Ascierto, Vincenzo Barba, Viviana Beccalossi, Isabella Bertolini, Maurizio Bianconi, Guido Crosetto, Marcello De Angelis, Rocco Girlanda, Antonello Iannarilli, Pietro Lunardi, Gianni Mancuso, Barbara Mannucci, Antonio Martino, Fiamma Nirenstein, Alfonso Papa, Adriano Paroli, Mauro Pili, Maria Rosaria Rossi, Roberto Rosso, Stefano Saglia. Di Fli mancavano all’appello Giulia Bongiorno, Carmelo Briguglio e Mirko Tremaglia. Dell’Udc, Riccardo Antonio Merlo. Per il Pd non hanno votato Gianclaudio Bressa e Francesca Cilluffo. Due gli assenti anche per ‘Popolo e Territorio’: Domenico Scilipoti e Maria Grazia Siliquini. Nel Misto mancavano Aurelio Misiti, Luciano Sardelli, Antonio Gaglione, Beppe Giulietti, Francesco Stagno d’Alcontres.
MANOVRA: IN PDL 4 ASTENUTI, ANCHE BERGAMINI E MOLES – Sono 4 i deputati del Pdl che si sono astenuti nel voto di fiducia sulla manovra. Sono Deborah Bergamini, Giulio Marini, Giuseppe Moles e Giuseppina Castiello
BOSSI, ARRIVA A 2013? SIETE MATTI! – Il governo Monti arriverà a fine legislatura? “Ma siete matti!”: così il leader della Lega, Umberto Bossi uscendo dall’Aula a Montecitorio.
NAPOLITANO,NECESSARI SACRIFICI ANCHE PER MENO ABBIENTI – “L’Italia deve far fronte a grossi rischi per la propria finanza, per la propria economia” e “quindi chiede sacrifici agli italiani di tutti i ceti sociali, anche agli italiani dei ceti meno abbienti, perché si facciano le scelte indispensabili al fine di preservare lo sviluppo della nostra economia”. Lo scrive Giorgio Napolitano.
Il Capo dello Stato ha parlato in un videomessaggio per la maratona Telethon. “Nel corso ormai di molti anni Telethon – afferma – ha acquisito meriti straordinari per l’impegno nella ricerca finalizzata alla lotta contro le malattie genetiche che colpiscono così duramente soprattutto tanti bambini. Ed è stata, la maratona Rai-Telethon, il canale attraverso il quale si è potuto esprimere il contributo attivo di tanti cittadini: contributo che è risultato essenziale per portare avanti i programmi di ricerca Telethon”. “Gli italiani hanno sempre risposto generosamente. Tuttavia, – prosegue Napolitano – so molto bene che quest’anno la maratona coincide con un momento di grave difficoltà per tante famiglie: l’Italia deve far fronte a grossi rischi per la propria finanza, per la propria economia. Deve riuscire a fare bene la sua parte per l’Europa e per se stessa, e quindi chiede sacrifici agli italiani di tutti i ceti sociali, anche agli italiani dei ceti meno abbienti, perché si facciano le scelte indispensabili al fine di preservare lo sviluppo della nostra economia e della nostra società in un clima di libertà e di maggiore giustizia. Ma anche se le famiglie italiane sono in questo momento strette dalla ansietà per il contributo che sono chiamate a dare allo sforzo collettivo del paese, certamente la loro sensibilità e solidarietà troverà egualmente il modo di manifestarsi attraverso la partecipazione alla maratona Rai-Telethon”. “Si può contribuire anche molto modestamente, e credo – afferma il presidente della Repubblica – che un contributo anche modesto sia da un lato prezioso ai fini del successo dell’attività Telethon, e dall’altro non sia un aggravio particolare per famiglie già chiamate a sopportare sacrifici per la particolare situazione del paese”. “Io mi auguro, quindi, che la risposta sia, anche quest’anno, la più larga, la più convinta. E auguro a Telethon – conclude – di avere ogni ulteriore successo nella sua battaglia così illuminata, ispirata a principi così profondi di umanità e, in modo particolare, di vicinanza al mondo dell’infanzia”. Il testo è stato diffuso dall’ufficio stampa del Quirinale.
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La Camera conferma la fiducia al governo sulla manovra economica con 495 voti a favore, 88 contrari (Lega e Idv) e quattro astenuti, tutti del Pdl (partito dove in 26 erano assenti): Deborah Bergamini, Giulio Marini, Giuseppe Moles e Giuseppina Castiello. Rispetto al voto di fiducia del 18 novembre scorso, il governo Monti ha avuto oggi alla Camera 61 voti in meno. I si’ alla fiducia di novembre erano stati 556, oggi 495. Rispetto alla votazione precedente, questa volta tra i contrari si sono aggiunti i deputati dell’Idv, ma a Monti sono mancati una quarantina di altri voti.
Il voto alla Camera era sulla questione di fiducia sull’approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell’articolo unico del disegno di legge di conversione del decreto-legge 6 dicembre 2011 n. 201, recante disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici.
“E’ inusuale che non ci sia il governo al momento della proclamazione del risultato”. Lo ha detto il presidente di turno Maurizio Lupi poco prima di proclamare il risultato del voto di fiducia sulla manovra. Situazione che pero’ cambia subito con l’arrivo di un sottosegretario proprio mentre Lupi inizia a dare il risultato del voto. Tanto e’ vero che il presidente di turno si ferma lo ringrazia e ripete l’esito della votazione.
Via libera quindi alle modifiche al decreto varate in commissione, poi stasera ci sarà il voto finale a Montecitorio, prima di trasferire il provvedimento al Senato. Il presidente del Consiglio Mario Monti interverrà in aula, alle 19.00, prima delle dichiarazioni di voto finali sulla manovra, per fare delle comunicazioni, così come chiesto dalla Lega. Lo ha reso noto il presidente dell’assemblea di Montecitorio Gianfranco Fini al termine della conferenza dei capigruppo.
LEGA-PD – Battaglia in aula tra i gruppi parlamentari prima del voto di Fiducia. Scontro acceso soprattutto tra Pd e Lega, con Franceschini che accusa i deputati padani di aver fatto per 10 anni i «soldatini ubbidienti» e poi aver riscoperto da qualche giorno i diritti delle classi più deboli. «Siete stati saldamente al governo per gli ultimi tre anni e incollati alle poltrone romane per gli ultimi otto anni su dieci e mentre eravate seduti su quelle poltrone non sembravate guerrieri padani…no, sembravate soldatini obbedienti» ha gridato Franceschini tra gli applausi di gran parte dell’Aula.
La Lega dal canto suo aveva proseguito lo show parlamentare cominciato nei giorni scorsi. Dopo gli insulti al Senato e i cartelli di giovedì alla Camera, oggi lo «spettacolo» messo su dal Carroccio va in scena ancora a Montecitorio. Protagonista la deputata Emanuela Munerato. Si alza in piedi, prende la parola e toglie il soprabito: «Mi spoglio dei panni di deputato e indosso la divisa di lavoro che ho indossato fino a due giorni prima di entrare qui». Maglia arancione e copri capelli bianco, prosegue: «Signor Monti, non le sarà capitato spesso di vedere una divisa da operaia, ma questa è la mia rappresenta milioni di lavoratori disgustati da questa manovra».
LIBERALIZZAZIONI – Franceschini è poi ritornato anche sulla questione delle liberalizzazioni in cui ha invitato il governo a fare di più e a indicare i partiti che si oppongono. Il governo del resto non ci sta a passare per conservatore. E punta a riprendere la battaglia sulle liberalizzazioni dopo il primo stop subito dalle lobby di ogni tipo che hanno portato ad attenuare fortemente alcune delle proposte più significative in materia contenute nella manovra.
PDL – Dopo Franceschini è toccato al capogruppo del Pdl Cicchitto: «Il nostro è un atteggiamento critico ma non di sabotaggio. Riteniamo che, probabilmente, questa ultima operazione può servire per costruire le condizioni affinchè il prossimo provvedimento del governo sia in funzione della crescita». Oggi «per senso di responsabilità votiamo il decreto ma vi diciamo che occorre una seconda fase funzionale alla crescita o rischiamo trovarci in una situazione in cui le contestazioni rischiano di mordere nel vivo della società italiana» ha concluso Cicchitto.
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Con 495 voti favorevoli, 88 contrari e 4 astenuti l’Aula della Camera ha votato la fiducia al governo sulla manovra nello stesso testo licenziato dalle commissioni. Il via libera di Montecitorio al decreto è previsto per questa sera. Dopo il disco verde della Camera il provvedimento passerà al Senato per la seconda lettura. Palazzo Madama dovrebbe licenziare definitivamente il testo senza modifiche entro il 23 dicembre.
Nel pomeriggio la Camera sarà impegnata nell’esame degli ordini del giorno e alle 19 è previsto l’intervento del premier Mario Monti. Al termine inizieranno le dichiarazioni di voto per il via libera finale.
Molte le modifiche apportate al testo del governo nel passaggio del decreto nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera. In particolare: le pensioni potranno essere rivalutate al 100% fino a 1.400 euro, arrivano detrazioni per le famiglie numerose sull’Imu sulla prima casa, il tabacco sfuso sarà più caro, cambia la tassa sugli ‘scudati’, scattano mini-patrimoniali sugli immobili e le attività finanziarie all’estero, si frena sulla vendita dei farmaci nelle parafarmacie, e viene introdotto un tetto sugli stipendi dei manager pubblici.
Sulle liberalizzazioni “batteremo le lobby e da gennaio andiamo avanti. Non intendiamo più fare brutte figure. Ripresenteremo tutto”. Lo ha detto Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, a “Repubblica”. “La competizione – ha proseguito- è il terrore di tutti i conservatori, di destra, di centro e di sinistra” e “uno dei tratti fondamentali dell’atteggiamento conservatore è il timore del cambiamento. Del resto le lobby sono forti e in questo caso sono state anche aiutate dalla disattenzione di alcuni parlamentari. Una vicenda che ci ha fatto riflettere”.
I passi fatti comunque con la manovra, e che riguardano banche, assicurazioni, ordini professionali, “sono stati oscurati dall’insuccesso sui farmaci di fascia ‘C’è. E’ vero, si tratta di un vulnus alla coerenza del nostro intervento” ma “non sarà permanente. Noi abbiamo il dovere di fare una legge annuale sulla concorrenza e tutto ciò che non è stato possibile approvare ora lo porremo presto all’attenzione dei partiti e dell’opinione pubblica”.
Dunque, ha concluso Catricalà, “a gennaio nella legge per la concorrenza faremo tutto quello che sarà consentito. Interverremo sulle farmacie e sul commercio. I Taxi verrano liberalizzati dall’Authority per i trasporti, che sempre a gennaio attende solo il varo di un regolamento per ufficializzare la nascita”.
Di Francesca Chiri, Ansa
Roma – La fiducia sulla manovra, quella che come ammette lo stesso premier arrecherà “disagi seri agli italiani”, segna la prima dura prova per l’esecutivo dei professori e per il nuovo assetto politico italiano.
Se da un lato il voto al provvedimento rappresenta la consacrazione della maggioranza a tre, Pdl-Pd-Terzo Polo, a sostegno del governo, dall’altro sta mettendo a dura prova la convinzione con la quale gli stessi partiti sostengono l’esecutivo in carica. E, di fronte ad una manovra che rischia di finire ostaggio di facili critiche, hanno buon gioco i partiti che si chiamano all’opposizione.
Dalla Lega, che con nuove bagarre in Aula fa mostra di un rinnovato spirito barricadero, all’Italia dei Valori che dopo “una decisione sofferta ma obbligata” decide che non voterà la fiducia. Il Professore però avverte: “Non voglio spaventare troppo gli italiani, ma senza questa manovra” spiega “l’alternativa non sarebbe la vita senza sacrifici ma la vita con sacrifici molto più gravi”.
Non solo. Ai partiti, e ai deputati della maggioranza che lo sostiene ma che mugugna, tra l’altro, per la marcia indietro sulle liberalizzazioni, annuncia: “le resistenze che si incontrano non sono una novità. E vengono superate non al primo colpo ma con una determinazione tenace”.
Una rassicurazione che avrà avuto anche Giorgio Napolitano, che alla vigilia del voto di fiducia alla Camera ha voluto incontrare il Premier per avere una serie di chiarimenti. Se timidezza c’é stata, si ragiona in ambienti parlamentari della maggioranza, il Capo dello Stato vuole capirne le ragioni, anche perché le ultimissime decisioni del governo hanno già determinato un irrigidimento dei partiti che lo sostengono.
“Monti è disperato, ha fatto marcia indietro su tutto” e potrebbe “non arrivare al 2013” attacca Silvio Berlusconi che però assicura: la fiducia alla manovra la voterà ma solo perché “é il male minore”.
Malumori serpeggiano anche nel Pd dove, al contrario del Pdl, tocca al segretario riportare alla calma sterilizzando possibili defezioni con un impegno in prima persona.”Quello che il Pd non ha ottenuto fin qui, lo otterrà in futuro. L’importante è che stiamo tutti assieme” è la parola di Bersani che assicura i deputati Pd soprattutto sulla difesa dei lavoratori precari. “E’ un punto su cui non molleremo mai” promette il segretario Pd.
Anche il Terzo Polo soffre. L’Udc dopo aver salutato con soddisfazione gli sconti per i figli a carico sull’Imu, tace. Il leader centrista, Pier Ferdinando Casini, se la prende con la Lega che “sbraita” in Parlamento nonostante sia tra i responsabili della recessione in atto. Ma L’Udc, assieme a Fli e a all’Api deposita un ordine del giorno per chiedere al governo una legge vera sulla concorrenza entro un mese.
Fli, sopratutto, fatica a tenersi e chiede che le liberalizzazioni siano fatte senza “deroghe ed eccezioni”. Nella ‘maggioranza’ viene invece meno il sostengo dell’Idv. Al termine di un’ infuocata assemblea dei gruppi parlamentari dipietristi, Italia dei Valori ha avallato l’indicazione del leader Antonio Di Pietro per un No a fiducia e manovra.
Lo stesso faranno i deputati di Noi Sud mentre il gruppo degli ex-responsabili, quello di Popolo e Territorio dovrebbe votare sì alla fiducia ma no al provvedimento, per sottolineare la contrarietà sui contenuti della manovra. Ma altre defezioni, assenze ed astensioni potrebbero profilarsi anche tra gli altri deputati, considerata l’ampia maggioranza su cui può contare il governo.
Il quale, di certo, incasserà il No della Lega che non ha mancato anche ieri di manifestare in modo sguaiato il suo No alla manovra. Dopo la bagarre di ieri al Senato e dopo la maratona oratoria nella notte in Commissione, il Carroccio ha prima continuato a praticare ostruzionismo con interventi a raffica e poi inscenato proteste con cartelli, urla, insulti e contestazioni dirette al ministro Giarda.
La tensione sale al punto di costringere il presidente della Camera ad espellere due deputati leghisti mentre un’altro gli dà del “cialtrone”. Ma il governo tiene la barra. Il ministro Giarda commenta: “non è una cosa divertente”. Il Premier ripete: “ci sono cose che non devono farmi alcun effetto”.
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Il governo ha messo la fiducia alla Camera dopo la seduta fiume a Montecitorio, terminata dopo le quattro del mattino. Le misure riviste arriveranno venerdì sera al voto finale. Il via libera definitivo scattera’ il 21 dicembre prossimo.
Il testo e’ quello uscito dalla commissione. Non c’e’ stato piu’ spazio, in aula, per nuovi emendamenti o correzioni in extremis. Ma solo polemiche e contestazione. Tutte di colore verde, quello della Lega Nord. Grida, insulti e cartelli da stadio fin da ieri, durante la seduta al Senato, che hanno lasciato il premier stupefatto. Il presidnte della Camera Fini e’ stato costretto a espellere dall’aula Bonanno e Rainieri.
La decisione di lasciare la manovra cosi’ come e’ uscita dalla commissione ha deluso anche Pd e Terzo Polo, pronti a tornare alla carica sulle liberalizzazioni dopo la marcia indietro sui farmaci e sui taxi. E critico si dice Silvio Berlusconi anche se dal Pdl, come da Pd e Terzo Polo, il si’ e’ scontato mentre Lega e Idv bocciano la manovra. Il partito di Di Pietro con riserva. Visti i miglioramenti apportati per renderla piu’ equa, l’Italia dei Valori ha aperto all’opzione di votare a favore.
Per il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera sul tema liberalizzazioni ci sono state “resistenze incredibili”, ma il governo si impegna a imporle quasi in ogni settore. Per ora, pero’, rimangono escluse molte categorie, come ad esempio quella dei tassisti.
CAMERA, CONCLUSA SEDUTA FIUME – Si e’ conclusa nell’Aula della Camera la seduta fiume caratterizzata dalla maratona oratoria iniziata ieri alle 21 da parte dei deputati della Lega sulla manovra economica. Dalle 21 di ieri i deputati del Carroccio hanno parlato sul complesso degli emendamenti al decreto Monti. Sul testo intorno alle 10 il governo porra’ la questione di fiducia, che verra’ votata domani, quando (in serata) si dovrebbe giungere al voto finale.
Ecco le principali novità della manovra finanziaria del governo Monti.
PENSIONI SALVE FINO A 1.400 EURO: Grazie alle modifiche introdotte alla manovra nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, che riguardano la rivalutazione del 100% degli assegni nel biennio 2012-2013 fino a 1.400 euro, ‘non subiscono il taglio quasi 10 milioni di persone’. Il calcolo lo ha fatto il relatore alla manovra, Baretta.
SCONTO IMU 50 EURO A FIGLIO: la detrazione per il pagamento dell’Imu sulla prima casa aumenta di 50 euro per ciascun figlio sotto i 26 anni. L’importo complessivo della maggiorazione, al netto della detrazione di base, non può superare il tetto di 400 euro.
TASSA ANONIMATO CAPITALI SCUDATI:i capitali scudati saranno soggetti a un’imposta di bollo speciale annuale del 4 per mille. Per il 2012 e il 2013 l’aliquota è stabilita nella misura del 10 per mille.
IMPOSTA ESTRATTI CONTO C/C: gli estratti conto annuali dei conti correnti bancari postali e rendiconti dei libretti di risparmio restano tassati per 34,20 euro se il cliente è una persona privata. Per le società l’imposta sale a 100 euro. Il bollo sugli estratti conto non troverà applicazione nei casi in cui il valore medio della giacenza annua sia inferiore a 5mila euro.
CONTRIBUTO SOLIDARIETA’ PENSIONI D’ORO: in arrivo un contributo di solidarietà del 15% per le pensioni oltre i 200mila euro. Il prelievo è previsto per la parte eccedente i 200mila euro e varrà fino al 31 dicembre 2014.
PIU’ SOFT PENALIZZAZIONE PENSIONE ANTICIPATA: in arrivo penalizzazioni più soft per chi va in pensione anticipata. Nei primi due anni di anticipo nell’accesso al pensionamento rispetto ai 62 anni di età il taglio dell’assegno viene ridotto dal 2% all’1%.
ATTENUAZIONE IMPATTO PER CLASSE 52: ‘In via eccezionale’ i lavoratori dipendenti del settore privato potranno andare in pensione di anzianità con 35 anni di contributi e 64 anni di età. La norma vale per chi ha maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2012.
PERCORSO ABBREVIATO PER DONNE: le donne potranno andare in pensione di vecchiaia a 64 anni se al 31 dicembre 2012 avranno almeno 20 anni di contributi e 60 anni d’eta.
LAVORATORI TERMINI E ALENIA: sono salvi dalle nuove norme sulle pensioni i lavoratori di Termini Imerese e dell’Alenia. Previste serie di deroghe per i lavoratori collocati in mobilità lunga da accordi sindacali siglati fino al 4 dicembre 2011. Il numero dei lavoratori a cui non si applica la nuova normativa pensionistica passano da 50 a 65mila.
SALE ALIQUOTA CONTRIBUTI ARTIGIANI: diventa più salato il conto della manovra per gli artigiani e i commercianti. L’aliquota contributiva dei lavoratori artigiani e commercianti sale all’1,3% nel 2012 fino ad arrivare nel 2018 al 24%.
PATRIMONIALE 0,76% IMMOBILI ALL’ESTERO: scatta un’imposta pari allo 0,76% sul valore degli immobili situati all’estero e destinati a qualsiasi uso dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato.
PRELIEVO SU ATTIVITA’ FINANZIARIE ALL’ESTERO: è istituita un’imposta dell’1 per mille annuo per il 2011 e il 2012 e dell’1,5 per mille a decorrere dal 2013 sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero dalle persone fisiche residenti nel territorio dello Stato.
TETTO 1,5% COMMISSIONI CARTE: un tetto dell’1,5% sulle commissioni a carico degli esercenti sui pagamenti effettuati con strumenti di pagamento elettronici, incluse le carte di pagamento, di credito o di debito. Sì anche a un sub-emendamento della Lega sulla commissione di massimo scoperto.
PENSIONI CASH FINO A MILLE EURO: pagamenti in contanti da parte della pubblica amministrazione, comprese le pensioni, fino a mille euro. I pagamenti saranno effettuati con carte prepagate e anche con la tessera sanitaria.
SI ALLENTA STRETTA RATE FISCO: più tempo per pagare le rate inevase. Ci si potrà mettere in regola fino alla rata successiva senza far scattare la decadenza della rateizzazione e l’iscrizione a ruolo.
PROROGA PAGAMENTI AZIENDE IN CRISI: 72 mesi di tempo in più per pagare le cartelle ad Equitalia alle aziende in difficoltà a causa della crisi economica.
ASSICURAZIONI PER MUTUI: è considerata pratica scorretta il comportamento di una banca che all’atto dell’erogazione di un mutuo impone la sottoscrizione di una polizza assicurativa erogata dalla medesima banca, istituto o intermediario.
AUTHORITY TRASPORTI: entrano nella vigilanza dell’Authority sui Trasporti le competenze su reti stradali e autostradali. Inoltre, il governo entro sei mesi emana le disposizioni volte per un’efficiente regolazione nel settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture.
ASTE SELVAGGE: potrà essere il debitore stesso a procedere alla vendita del bene pignorato o ipotecato con il consenso dell’agente di riscossione a cui viene interamente versato il corrispettivo della vendita. L’eccedenza del corrispettivo rispetto al debito è rimborsata al debitore.
STRETTA COMPENSI MANAGER PUBBLICI: una sui compensi per gli amministratori delle società non quotate, direttamente controllate dal ministero dell’Economia.
NUOVO ISEE: si riscrive l’Isee, stabilendo che l’erogazione dei servizi sociali sia parametrata non più solo sul reddito dichiarato, ma anche sul patrimonio disponibile e sul numero di figli a carico.
LSU NAPOLI E PALERMO: un rifinanziamento dei lavori socialmente utili per Napoli e Palermo.
DEDUZIONE 10% IRAP INTERESSI PASSIVI: dal primo gennaio 2012 le imprese potranno dedurre dalle imposte dirette (Ires e Irpef) il 10% dell’Irap versata sugli interessi passivi.
PROVINCE: gli organi provinciali in carica decadranno a scadenza naturale e non più entro il 31 marzo 2013 come prevedeva una proposta del governo. Inoltre, gli organi provinciali in scadenza l’anno prossimo non andranno più al voto ma verranno nominati dei commissari ‘ad acta’ fino alla messa a punto della riforma.
TAGLIO STIPENDI PARLAMENTARI: se entro il 31 dicembre di quest’anno la commissione guidata dal presidente dell’Istat non avrà terminato il suo dossier sul confronto Ue sugli stipendi dei titolari delle cariche elettive e dei vertici delle pubbliche amministrazioni, Parlamento e Governo assumeranno iniziative per il taglio degli stipendi.
LIBERALIZZAZIONI SCATTANO DA 2012: l’avvio delle liberalizzazioni delle attività economiche scatterà dal 2012 come previsto inizialmente. Le commissioni hanno ritirato la proposta dei relatori che posticipava l’entrata in vigore al 31 dicembre 2012, con l’avvio di fatto dal 2013.
NORMA ‘SALVA-TAXI’: i taxi vengono esclusi dalle liberalizzazioni.
EDITORIA: interventi di sostegno all’editoria e al pluralismo dell’informazione rientrano fra i beneficiari di un fondo che la recente legge di Stabilità ha incrementato di 1,143 miliardi per il 2012.