Roma – Goldman Sachs, Deutsche Bank e JP Morgan Chase – le big di Wall Street note per i prestiti sui mutui e per i derivati venduti a vari investitori, diventati poi carta straccia nella crisi finanziaria peggiore dal periodo della Grande Depressione – ora hanno una missione: “aiutare gli investitori a scommettere sulla morte della gente”.
Come? Il tutto parte dai problemi dei fondi pensionistici Usa che gestiscono più di $23 trilioni di asset e che vogliono assicurarsi contro il rischio che i propri clienti vivano più a lungo delle attese.
Per andare incontro a queste esigenze, l’anno scorso JP Morgan e Prudential hanno istituto così un gruppo di trading volto a standardizzare un mercato secondario in cui vengano trattati titoli legati al così detto rischio di longevità.
Le stesse banche stanno sviluppando poi indici che misurino i tassi di mortalità e altri strumenti finanziari che permettano ai fondi pensionistici di pagare premi fissi agli investitori, ricevendo in cambio la copertura contro il rischio che le loro previsioni finiscano per rivelarsi poco esatte. E che i loro clienti, appunto, vivano di più.
Di fatto, i colossi finanziari, sempre alla ricerca di nuove commissioni che possono guadagnare facendo ricorso alla cartolarizzazione trasformano questi rischi in bond e in altri titoli che vendono poi agli investitori potenziali. Ma gli investitori non sono proprio facili da trovare, in quanto la vera scommessa è riuscire a individuare quei buyer che vogliano scommettere su titoli che potrebbero rivelarsi redditizi solo dopo molto tempo, a volte anche 20 anni o più.
Il mercato però è già in qualche modo impostato: nel caso di Goldman Sachs e di Deutsche Bank, queste banche hanno già creato società assicurative che promettono di pagare le pensioni nel caso in cui i pensionati vivano…troppo. E così come Morgan Stanley, Credit Suisse e UBS, i due istituti stanno cercando ora diversi modi per cartolarizzare questi rischi…e venderli agli investitori.
Della serie, le scommesse non finiscono mai.
Nel frattempo in una intervista a Bloomberg David Blake, direttore dell’istituto Cass Business School a Londra, che ha lavorato con JPM sui derivati. A suo avviso gli investitori potrebbero essere attratti da queste scommesse in quanto i trend di longevità non sono legati ai movimenti che riguardano l’azionario, i bond e i mercati delle commodities.