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Maglia nera per Milano. Lievi rialzi per futures Usa

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Mentre le principali borse europee riportano una seduta lievemente positiva, Piazza Affari azzera i guadagni, e arriva a perdere fino allo 0,40%, per poi riscendere e attestarsi sotto la parità (-0,10%). Povera oggi l’agenda macroeconomica in Europa: l’attenzione è però sui dati in arrivo dagli Stati Uniti, che vedono protagonisti il
dato sulla fiducia dei consumatori di dicembre, e l’indice sull’andamento dei prezzi delle case negli Stati Uniti.

Nell’attesa, lievi rialzi per i futures Usa: quelli sul Dow Jones salgono di 20 punti (+0,17%), quelli sul Nasdaq crescono di 4 punti (+0,18%) e quelli sullo S&P 500 aumentano di 2,90 punti (+0,23%).

Il Ftse Mib si conferma così il listino peggiore tra quelli del Vecchio Continente. Francoforte sale infatti dello 0,12%, Parigi avanza dello 0,43%, Bruxelles cresce dello 0,11%, Amsterdam fa +0,44%, mentre Madrid fa +0,16%. Londra anche oggi è chiusa.

Sul Ftse Mib spiccano le forti vendite su Tenaris (-2,80%), messa in ginocchio da un downgrade. Riabbassano la testa anche le banche, che sulle prime battute erano state oggetto di ricoperture dopo la debacle della vigilia. Unicredit sale però ancora (+0,12%), a fronte dei cali di Ubi Banca (-1,83%), Mps (-0,40%) e Intesa SanPaolo (-0,24%). Tra i segni più ancora Fiat (+1,47%), in luce per l’incontro di oggi con i sindacati sulla fabbrica di Pomigliano, e Buzzi Unicem (+1,81%), Campari (+0,56%), mentre negative sono anche Fondiaria-Sai (-0,95%) e Snam Rete Gas (-1,51%).

Riguardo ai mercati asiatici, Tokyo ha chiuso in moderato ribasso, scontando la performance dell’azionario cinese, che ha visto Shangai ripiegare di quasi l’1,5%. L’indice Nikkei ha terminato così in calo dello 0,61% a 10.292,63 punti mentre il più ampio Topix ha ceduto lo 0,2% a 902,83 punti.

A pesare sulla Borsa giapponese, a parte l’effetto Cina, è stato il nuovo apprezzamento dello yen, che ha penalizzato soprattuto i titoli legati all’export. Tuttavia il calo è stato frenato da alcuni dai macroeoconomici positivi, in particolare da quello relativo alla produzione industriale giapponese. In generale, sui mercati asiatici ha prevalso il segno meno.

Con il 2011 alle porte, gli investitori si interrogano comunque su quale sarà la strategia di investimenti da adottare l’anno prossimo: alcuni esperti consigliano l’opzione dello stock picking e in generale rimangono cauti sui titoli bancari.

Sul fronte valutario, l’euro è in vantaggio nei confronti del biglietto verde, in un clima ancora caratterizzato dal periodo festivo. Il recupero della divisa di Eurolandia, è iniziato ieri sulla scia della decisione della Cina di alzare i tassi di interesse, per la seconda volta in due mesi, nel tentativo di contenere l’inflazione. Mossa che ha dato slancio anche allo yen vista dagli investitori come bene rifugio. Intanto il cable eur/usd scambia a New York a 1,3261 dollari rispetto alla chiusura di ieri a 1,3167 dollari.

Da segnalare i maggiori movimenti in questi giorni di calma piatta in atto nel mercato del forex; nelle ultime ore, per esempio, la moneta unica ha riacquistato finalmente un po’ più di vigore puntando a nuovi obiettivi nei confronti del dollaro. Il cambio contro il franco svizzero è però negativo a 1,2537, mentre contro lo yen la valuta europea perde a 108,76. Anche il dollaro scende contro la moneta nipponica a 82,01.

Sui mercati delle commodities, balzo dell’oro sul Comex, che avanza a 1.399,2 dollari l’oncia, con un rialzo di più di 16 dollari; bene anche il petrolio, che continua a viaggiare al massimo degli ultimi due anni, e che scambia ora a 91,28 dollari il barile sul Nymex, in aumento di 28 centesimi.