Il contenuto di questo articolo esprime il pensiero dell’ autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
(WSI) – Vuoi per scaramanzia, vuoi perché subodorava funambolismi
econometrici, ma fu Pierluigi Bersani il
primo a bocciare l’equazione vittoria degli azzurri
uguale spinta per l’economia,già qualche settimana fa.
Il giorno del famoso articolo del Financial Times, il ministro
sospirò che: «magari bastasse Cannavaro» a risollevare
le sorti del nostro Pil.
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E qualche giorno dopo,
un articolo deLavoce.Info dal titolo piuttosto eloquente, “Il goal non segna la crescita”, bocciò senza appello
le tesi della bibbia rosa della City e dell’Abn Amro,
che si erano lanciate in quest’ardua previsione dello
0,7% in più di crescita italiana, nel caso di vittoria dei
Mondiali. Ma anche ora che la Nazionale ha conquistato
Berlino e che qualcuno del governo (Visco e Melandri)
si è compiaciuto di quella tesi sposandola in
pieno, gli economisti continuano a rimanere scettici.
Esultano, per carità, «gioiamo» per dirla con Tito Boeri,
co-autore dell’articolo, ma da qui a credere a quella
«irrealistica» stima sui benefici per il Pil, ce ne passa.
Giacomo Vaciago è più esplicito: «non bisogna
confondere la stregoneria con l’economia». Il professore
di politica economica sottolinea che se c’è un paese
che beneficerà dell’effetto mondiali sarà, neanche a
dirlo, il paese ospitante, quello battuto in semifinale.
«E’ chiaro – argomenta – che questi eventi muovono
soldi, ma fanno
bene soprattutto
al paese che
ospita, la Germania.
Noi, qui,
abbiamo solo
consumato fiumi
di birra e di
benzina nella
notte della finale, non credo che servirà a spingere
molto la crescita. Piuttosto, potrebbe esserci un effetto
psicologico, un miglioramento del clima di fiducia sull’onda
dell’euforia. Le imprese e le famiglie forse oseranno
di più, magari azzarderanno qualche investimento
in più, qualche acquisto in più, ma sono effetti
che potranno tradursi al massimo in qualche decimale
in più di crescita. In sostanza è un effetto che si aggiunge
alla
cauta ripresa
in atto, la ciliegina
sulla torta
che ci farà andare
in vacanza
più tranquilli,
ecco».
Leggere anche
D’Alema: vittoria Mondiale aiutera’ crescita del Pil? Magari
Donato Masciandaro preferisce ricordare che se anche si ipotizzasse
un effetto benefico della Coppa del mondo sulla domanda,
servirebbe a poco.«Mi sembra che i problemi siano molto più
legati ai nodi strutturali che affliggono la nostra economia dal lato
dell’offerta,piuttosto che da quello della domanda»,ragiona il
professore di economia monetaria della Bocconi.«Lo slittamento
verso il basso della nostra economia è dovuto alla
scarsa competitività delle nostre imprese,è dovuto
ai disfunzioni del mercato del lavoro, del sistema
fiscale. Se anche aumentasse la domanda, questi
problemi non si risolverebbero»,taglia corto.Eppoi,
«ha dato un’occhiata all’andamento della borsa?
Non mi sembra che Piazza Affari sia in preda all’euforia.
E in ogni caso,qualunque increspatura sarebbe
solo un’increspatura.L’effetto fiducia dal lato
della domanda – ripete – non intacca i problemi
strutturali del paese». Il Tesoro ieri ha reso noto invece un dato
molto concreto che influirà positivamente sull’andamento del
Pil. E’ proseguito a maggio il trend estremamente positivo delle
entrate tributarie, un dato che potrebbe rincuorare i cosiddetti
“rigoristi” nel governo, che stanno tentando da settimane di arginare
l’impeto rigorista di Tommaso Padoa Schioppa per conquistare
margini per le misure pro-sviluppo.Ma su questo, sia
Boeri che Masciandaro che Vaciago sono sulla stessa linea di pieno
sostegno al rigorismo del responsabile dell’Economia.
Nel
giorno in cui Padoa-Schioppa è a Bruxelles per presentare il
Dpef all’Ecofin, Masciandaro è il più drastico di tutti: «ho piena
fiducia nel ministro dell’Economia – sottolinea – e penso che debba
adottare l’unica strategia possibile:quella di Ulisse con le sirene.
Deve legarsi al palo e non subire l’influenza di
nessuno. E’ importante soprattutto perché è un ministro
non eletto che ha solo due strumenti per fare
valere le sue ragioni:i vincoli europei e la minaccia di
dimissioni».E il buon andamento delle entrate «potrebbe
essere un risultato dell’effetto aspettativa: in
sostanza il nuovo governo, che si è dichiarato meno
accondiscendente sul lassismo fiscale, ha spinto soprattutto
gli autonomi a pagare di più».
Per Tito
Boeri «è proprio adesso,che l’economia comincia ad
andare meglio, che occorre avviare un serio risanamento dei
conti.Padoa-Schioppa tenga duro e mantenga la parola data,anche
alla Commissione europea.Il risanamento,se credibile,fa bene
al paese.E mi fa piacere che Padoa-Schioppa abbia annunciato
nel Dpef, che per la verità è ancora molto generico, che inciderà
sulle pensioni,sulla spesa degli enti locali e della pubblica
amministrazione». Ha rotto un tabù? «Direi proprio di sì».
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