Società

Mafia Capitale: coop indagate continuano a vincere appalti

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Continua a regalare colpi di scena Mafia Capitale, l’inchiesta che ha travolto la città di Roma svelando un intreccio pericoloso tra politica e malaffare. Le due cooperative al centro dell’indagine, “29 Giugno” guidata da Salvatore Buzzi e “La Cascina”, la coop bianca legata a Comunione e Liberazione, vicina al Nuovo Centro Destra, continuano di fatto a fare affari.

Proprio nella giornata di ieri, 13 ottobre 2015, una delle controllate de La Cascina, la Domus Caritatis, si è aggiudicata un appalto, partecipando ad una gara indetta dalla Prefettura di Teramo per servizi di prima accoglienza per gli stranieri.

“Rendono più della droga” aveva riferito al telefono Buzzi durante un’intercettazione riferendosi proprio ai migranti. In questi mesi di indagini, intercettazioni e arresti, anche alla “29 Giugno” sono stati affidati appalti per i servizi di portierato e lavori di pulizia dell’Università di Roma Tre, nonchè per la gestione della raccolta differenziata dell’Ama.

Ma come sembra possibile tutto ciò? In sostanza sia la “29 Giugno” con i suoi 60 milioni di fatturato che La Cascina da 350 milioni sono state affidate, salvandosi dall’interdittiva antimafia , a tre amministratori giudiziari che le gestiscono nell’attesa della fine del processo. Un compromesso che ha permesso di tutelare tanti posti di lavoro, circa 1300 persone alla “29 Giugno” e 6mila a La Cascina.

“Quando siamo arrivati la cooperativa di Buzzi” – spiega Davide Franco, uno dei tre amministratori giudiziari – “era sull’orlo del baratro per la revoca dei fidi bancari e le forniture sospese. L’Amministrazione giudiziaria ha garantito la prosecuzione delle attività”.

E contro chi fa notare che tre amministratori per due cooperative che lavorano su appalti identici potrebbero far sussistere il conflitto di interessi, risponde Franco: “Abbiamo immediatamente diversificato gli ambiti. Io sono competente per le attività della 29 Giugno ma non sulla ristorazione che seguo invece per La Cascina”. In relazione al Cara di Mineo inoltre, Franco sottolinea che La Cascina continua ad avere in gestione la ristorazione ma è stata sancita la riduzione del numero degli ospiti che sono passati dai 3mila ai 2mila attuali. “Sarà dunque necessario operare una ristrutturazione e non è escluso che si dovrà tagliare il numero dei dipendenti”.

(Aca)