E’ stupefacente quanti ignoranti di finanza ci sono in Italia – tutti i nomi qui sotto – che danno cash a fiumi a un bellimbusto che promette il 19% a tasso fisso (quando i tassi sono a zero) tramite investimenti fumosi e capitali sifonati all’estero o riscudati. Bisognerebbe parlare di Consob, ma la verita’ e’ una: “Il denaro si separa sempre dagli stupidi” (ah, se fossero stati abbonati a Insider di WSI, avrebbero saputo tutto e non avrebbero perso un euro). Salta fuori la ‘ndrangheta. Che avrebe denunciato la truffa.
ROMA – Tutto è cominciato così. O forse sarebbe più giusto dire: tutto è finito così. Dipende dalla prospettiva dalla quale si osserva il tracollo della colossale stangata «made in Parioli».
Un anno fa il Madoff dei Parioli, Gianfranco Lande, dopo aver raggirato mille e duecento clienti, sicuro ormai di riuscire a farla franca, ha alzato il tiro. Un passo più lungo della gamba che lo ha portato dritto nel mirino della Finanza e gli ha fatto rischiare la pelle. È successo infatti che il re della truffa ha accettato di investire, sempre alla sua maniera, 14 milioni di euro appartenenti al clan indranghetista dei Piromalli.
A lui quei soldi sono stati consegnati da due imprenditori di Forlì: il commercialista Matteo Cosmi, peraltro implicato nella loggia P3 come mediatore d´affari di Flavio Carboni, e il broker Giuseppe Giuliani Ricci. Ma il messaggio era stato chiaro: trattasi di soldi “speciali”. Ma il trattamento riservato al clan della indrangheta non è stato diverso da quello usato per tutti gli altri. Così Lande si è ritrovato nei guai.
Due affiliati del clan sono entrati all´improvviso nel suo ufficio di via Bocca di Leone e senza mezzi termini, di fronte al cugino dell´onorevole Guzzanti (pure lui tra le vittime del raggiro), il signor Sandro Balducci, è stato minacciato di morte. «O ci ridai i nostri soldi, oppure ammazziamo te e la tua famiglia». Tanta è stata la paura che otto dei 14 milioni sono stati immediatamente riconsegnati. Poi ha sporto una denuncia ai carabinieri per estorsione.
Se da una parte la denuncia lo ha salvato da una morte annunciata, dall´altra ha aperto una crepa nella macchina ruba-soldi. Gli uomini del nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza hanno infatti cominciato a tenere d´occhio i movimenti di denaro di Lande & co.
Ma questo il re del raggiro pariolino deve averlo intuito. Tanto che, qualche mese dopo la denuncia per estorsione, ha incaricato un suo stretto collaboratore, marito della sua segretaria personale, di andare a recuperare tutto il carteggio nel suo ufficio in Belgio con liste di nominativi, documenti sui giri parabolici che il denaro consegnato dalle vittime aveva fatto e atti di compravendita.
Il collaboratore ha noleggiato un furgoncino, incartato tutto e procurato al boss della truffa un appartamento a Roma in cui nascondere quelle carte. Ma il giochino ormai era alla frutta. In procura hanno cominciato a presentarsi alcune delle vittime che denunciavano di non aver più rivisto i soldi investiti e consegnati a Lande.
Il Madoff romano è così finito in carcere, seguito dai suoi quattro complici. E il suo fidato collaboratore ha deciso di collaborare con la giustizia e, prima di finire anche lui nei guai, ha consegna alla finanza le chiavi dell´appartamento. Ed è da lì che sono uscite nuove importanti carte: una lista con 500 nomi, tra vittime “non scudate” e riciclatori, e il tesoro di Lande. Appartamenti ai Parioli, case acquistate nel quartiere Mayfair di Londra, una barca di 18 metri e multiproprietà a Cortina. Così investiva i soldi delle sue vittime.
E NELLA LISTA DEI CLIENTI SPUNTANO NUOVI NOMI
di Federica Angeli
Spuntano nuovi nomi, nuove vittime di uno dei raggiri più colossali che la capitale ricordi. La lista dei truffati sembra essere infinita e il lavoro del nucleo di polizia valutaria della guardia di finanza romana è gigantesco. L´ingranaggio mangia-soldi costruito ad arte dal finto broker Gianfranco Landi e dai suoi soci Roberto Torregiani, Giampiero Castellacci di Villanova, Andrea e Raffaella Raspi, tutti detenuti nel carcere di Regina Coeli, ha trascinato dentro una valanga di clienti.
Non solo personaggi del mondo dello spettacolo, calciatori, imprenditori e aristocratici di Roma che, “grazie” al passaparola sono cascati nella rete del Madoff dei Parioli. Non solo dunque gli ormai noti vip, dall´artista Guzzanti all´ex calciatore della Roma Desideri, dal doppiatore Claudio Sorrentino alla soubrette Samantha De Grenet, dal cantautore David Riondino ai registi e produttori Vanzina, sia Carlo che Enrico.
Nella lunga lista dei 1.200 ci sono cascati anche “piccoli” investitori che hanno affidato i lori risparmi nella speranza che gli investimenti all´estero e la promessa di facili guadagni, con interessi fino al venti per cento, potessero dar loro una svolta. Così ecco che, accanto ai nomi dei vip, spuntano anche altri cognomi meno noti. Eccone alcuni.
Giorgio e Maria Antonietta Flores D´arcais, Guido Guidi, Anna, Stella e Vera Blanc; Maria Concetta Paternò del Grado; Teresa Sarli; Stefano Salvini; Fabio e Patrizia Magliocchetti; Velia Tortora; Caterina Vernacchia; Cristina Trinca; Simone Teofilatto; Paolo Starmieri; Sabotino e Gianni Papandrea; Pasquale Sacco; Franco Maggiulli; Chiara e Rita Mazza; Demetrio Tallarico; Roberto Gafo; Antonello Grossi; Antonio Pietro e Salvatore Leone; Nora Martinelli; Alessandro Montanari; Vladimiro Tabocchini; Valerio e Livia Moretti; Maria Pia Paolantoni; Gianfranco Serraino Fiori Saverati; Giuseppina Vitale; Maria Grazie Zigame.
La lista è ancora molto lunga e capire quante di queste persone, più o meno note, fossero davvero all´oscuro di tutta la magagna è il compito che, per diverse settimane, terrà impegnati gli uomini del nucleo valutario della finanza romana.
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Salgono a 1300 le vittime dei Madoff pariolini, ma alcune potrebbero passare dall’elenco dei raggirati a quello degli indagati per riciclaggio di denaro. La svolta nelle indagini del procuratore aggiunto Nello Rossi e dei pm Luca Tescaroli e Francesco Ciardi coincide con nuove denunce e con il recente ritrovamento, tra i molti faldoni Egp (ultima sigla con cui operavano gli arrestati), di un altro elenco di nomi.
Leggere anche i primi articoli sul tema pubblicati da WSI:
Beccato er Madoff dei Parioli
Clienti che avrebbero avuto fiducia nei promotori abusivi (mai iscritti alla Consob) fin quasi all’alba del collasso, tanto da affidargli somme ancora tra il 2009 e il 2010 per far rientrare i capitali con lo «scudo» varato dal governo Berlusconi.
L’inchiesta è divisa in due tranche. Una prima è sfociata nelle misure cautelari e nei sequestri dei giorni scorsi, mentre l’altra dovrà stabilire se tra gli investitori aderenti allo scudo fiscale c’è chi ha commesso irregolarità. Intanto affiorano dettagli sconcertanti. Ai clienti si promettevano rendimenti «fino al 19%» della somma investita (percentuali consentite solo dal prestito a usura) e nelle transazioni si utilizzavano metodi tanto rischiosi quanto ambigui. «Portavamo i contanti o l’assegno e ricevevamo una fotocopia o un foglio informale, magari scritto a mano come ricevuta» , ha raccontato agli investigatori una vittima. Nell’elenco dei 1300 clienti compaiono nobili romani e signore dei palinsesti televisivi, avvocati famosi e autori della radiofonia.
Tutti passati per la centralissima sede della Egp in via Bocca di Leone con molte delusioni. Fra i nomi anche quello di Heinz Beck, pluripremiato chef che vanta tra i suoi ammiratori anche il Papa: Joseph Ratzinge, allora cardinale, cenò da Beck per i suoi 70 anni. Cliente Egp il doppiatore Claudio Sorrentino (voce di Mel Gibson) e Nori Corbucci, vedova del regista Sergio. Ma il passaparola aveva attratto investimenti anche di colleghi come Sabina Guzzanti e il suo ex compagno David Riondino, danneggiandoli nella maggior parte dei casi.
Nella lista spuntano poi Pierdomenico Martino del partito Democratico, il dirigente di Raitre Fernando Masullo, il regista Ruggero Deodato, la costumista Eleonora Bonicelli, Francesca De Cecco (industriale della pasta), la stilista Daniela Malpighi (Denny Rose), l’architetto Angelo Bucarelli, nipote di Palma, famosa direttrice del Museo d’Arte Contemporanea di Roma, già compagno di Edwige Fenech, Maria Arabella Salviati, discendente del cardinale che nel Cinquecento fece costruire a Roma l’ospedale San Giacomo, e l’ex calciatore Giovanni Stroppa.
E nei faldoni dell’inchiesta tra i nomi si leggono anche quelli dell’avvocato Stefano Bortone e di Giancarlo Umani Ronchi, per molti anni direttore dell’istituto di medicina legale della Sapienza. Nel complicato e plastico intreccio di truffati e truffatori capitava anche che gli uni e gli altri fossero imparentati, come nel caso di Giuseppe Torregiani, cliente e familiare di Roberto, tra gli amministratori della Egp arrestati il 25 marzo scorso.
Ieri il pm Tescaroli ha interrogato Gian Piero Castellacci De Villanova, anch’egli finito in carcere nei giorni scorsi: assistito dall’avvocato Mattia La Marra, il promotore ha spiegato, tra l’altro, che «dal ‘ 95 al 2009 nessun cliente si è mai lamentato» . E da una settimana, secondo Panorama, ha deciso di fare lo sciopero della fame Gianfranco Lande, l’altro responsabile della società che avrebbe organizzato la maxitruffa.
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Truffati a Roma, ecco la lista dei nomi: coinvolti Palombini, Beck e De Cecco
Tra le vittime anche il comico Davide Riondino: mi dicevano che i soldi crescevano come in un sogno
di Valentina Errante – Il Messaggero
ROMA – Un altro deputato del Pd, Francesco Saverio Garofani, a fianco dell’ex bomber, Giovanni Stroppa. Poi il super maitre Heinz Beck, il cantautore David Riondino, la voce di Mel Gibson, Claudio Sorrentino. Tutti nell’elenco dei clienti illustri di Gianfranco Lande, il mago degli interessi, che, dopo avere investito i soldi nei paradisi fiscali, li ha fatti sparire.
Nella lista sequestrata dal nucleo valutario della Finanza, coordinato dal generale Leandro Cuzzocrea, ci sono anche l’anziana imprenditrice del caffè Rosanna Palombini e quella della pasta, Francesca De Cecco. E ancora l’architetto dei vip, Angelo Bucarelli, la costumista Eleonora Bonicelli, il professore e avvocato Stefano Bortone. Poi Daniela Malpighi, proprietaria del marchio Denny Rose, il luminare della medicina legale, Giancarlo Umani Ronchi, il produttore Vittorio Galliano, il commercialista Francesco Bucci Casati, il manager Daniele De Grandis, l’ex direttore di Rai 3 Fernando Masullo. Quindi i blasonati: Maria Arabella Salviati, della famiglia che ha “donato” alla capitale l’ospedale San Giacomo, Paolo Zileri Dal Verme, l’attore Verde Visconti di Modrone e Liliana Grazioli.
Intanto, le indagini vanno avanti. Gianfranco Lande, ritenuto il dominus dell’associazione a delinquere, avrebbe fatto qualche ammissione sull’esercizio abusivo della professione, riferendo anche di pressioni subite dai politici per restituire il denaro. L’aggiunto Nello Rossi e il pm Luca Tescaroli esaminano la posizione dei dieci indagati (cinque sono in carcere) ma anche l’elenco delle vittime. I 500 dell’ultima lista, recuperata due giorni fa, sono clienti che avevano deciso di non aderire allo scudo fiscale. I pm non escludono che alcune delle vittime fossero a conoscenza della destinazione del denaro. Circostanza che potrebbe portare a ipotizzare il reato di riciclaggio nei confronti di alcuni vip.
Intanto le “vittime” del broker raccontano la propria esperienza. Il maitre Heinz Beck esclude categoricamente di avere mai avuto rapporti con Lande: «Non ho mai fatto investimenti – giura – ho un solo conto all’Unicredit». Il deputato del Pd Garofani dice di avere chiuso qualche tempo fa i suoi rapporti finanziari con il broker, poi, aggiunge: «E’ rimasta in piedi la posizione di mia moglie. Gli avvocati ci hanno consigliato di costituirci parte civile al processo».
Sarcastiche considerazioni esistenziali per David Riondino: «Gli ho dato i soldi fino a sei anni fa – racconta – non li avevo mai chiesti indietro, ma mi dicevano che crescevano come in un sogno. Non li usavo, ma sapevo di averli. Naturalmente è una bella esperienza, ma mi ha portato a una meditazione tragica sull’effimera natura del denaro. Mi sono chiesto se sia un dio. Probabilmente sì, perché è impalpabile e potente. Adesso è un momento in cui dio si è ritirato». Più pratica la reazione del professore Bortone: «E’ una vicenda che vorrei rimuovere – dice – avevo tali rapporti con quelle persone, che mai mi sarei aspettato una cosa del genere. Tento di razionalizzare, lo immaginano come un crollo della borsa. Spero in un rimborso con i fondi di garanzia». Il doppiatore Claudio Sorrentino ha vissuto drammaticamente la truffa, ma ci tiene soprattutto a precisare che gli interessi, per lui, non sono mai stati quelli “stellari” del 20%: «Io e mia moglie avevamo scelto la prudenza, era soprattutto lei a non volere azzardare. Ci avevano detto che i soldi erano in una banca inglese».
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