(Teleborsa) – L’export di calzature made in Italy ritrova lo slancio nel primo trimestre 2010. E nel prosieguo dell’anno la dinamica degli ordinativi suggerisce, almeno nel lasso predittivo di un altro trimestre, un consolidamento delle tendenza espansiva, anche in considerazione degli sviluppi del cross euro/dollaro che hanno decretato, da inizio anno, una svalutazione della moneta comune di circa il 15%. A formulare la previsione è Trend Calzaturiero, l’agenzia web specializzata nell’analisi economica sul settore, che guarda con moderato ottimismo anche agli sviluppi produttivi, in una situazione ciclica, che seppure connotata da elementi di fragilità, sta favorendo il riemergere di tendenze positive. Il carburante della ripresa, al momento, è la domanda estera, che ha permesso alle esportazioni di scarpe italiane di riportarsi, in base ai dati dell’Istat, a ridosso dei 70 milioni di paia nel primo trimestre 2010. La crescita – del 2% su base annua – seppure misurata, appare significativa, concretando la rottura di un trend negativo che per due anni ha caratterizzato l’export calzaturiero italiano. Germania esclusa, la domanda ha ripreso a tirare in tutti i principali sbocchi commerciali. L’aumento dei quantitativi sportati non si è però materializzato in una crescita del fatturato, alleggerito al contrario del 5% in questo primo trimestre, un effetto implicito del taglio dei prezzi imposto dall’ondata recessiva mondiale. Intanto, anche le importazioni, balzate del 9%, mostrando però un andamento piatto in termini monetari. L’import di scarpe cinesi – conclude Trend Calzaturiero – è lievitato di quasi l’11%, ma a guadagnare terreno sul mercato italiano sono stati anche Vietnam, Romania e Indonesia.
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