(Teleborsa) – L’84 per cento degli italiani ritiene che per rilanciare l’economia oggi è necessario comprare prodotti fatti interamente in Italia. E quanto emerge dall’ultima indagine Coldiretti/Swg dalla quale si evidenzia che i prodotti Made in Italy sono considerati dagli italiani migliori di quelli stranieri in quasi tutti i settori a partire dagli alimentari, dal vestiario, dall’arredamento, dai prodotti di bellezza e dagli utensili per la casa. I prodotti alimentari nazionali sono quelli però che riscuotono la maggiore fiducia degli italiani e – sottolinea la Coldiretti – vincono il confronto con tutti i principali paesi sia nella qualità che nel rapporto prezzo/qualità, a differenza di quanto accade per le altre categorie del Made in Italy, con la moda che pareggia con i francesi ed i prodotti tecnologici che perdono il confronto con i giapponesi. Quasi la metà degli italiani (47 per cento) ritiene che un alimento realizzato con prodotti coltivati o allevati interamente in Italia valga almeno il 30 per cento in piu’ con la superiorità del Made in Italy alimentare che è attribuita nell’ordine al rispetto di leggi piu’ severe, alla bontà e freschezza e alla garanzia di maggiori controlli. L’attenzione all’origine del prodotto è evidenziata dal fatto che – sottolinea la Coldiretti – ben il 98 per cento degli italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti contenuti negli alimenti. Il pressing della Coldiretti ha portato all’obbligo di indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca, all’arrivo dal primo gennaio 2004 del codice di identificazione per le uova, all’obbligo di indicare in etichetta, a partire dal primo agosto 2004, il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, all’obbligo scattato il 7 giugno 2005 di indicare la zona di mungitura o la stalla di provenienza per il latte fresco, all’etichetta del pollo Made in Italy per effetto dell’influenza aviaria dal 17 ottobre 2005 e all’etichettatura di origine per la passata di pomodoro a partire dal 1 gennaio 2008. Dal primo di luglio è arrivato anche l’obbligo di indicare l’origine delle olive impiegate nell’extravergine, ma molto resta ancora da fare e per oltre il 50 per cento della spesa – conclude la Coldiretti – l’etichetta resta anonima per la carne di maiale, coniglio e agnello, per la pasta, le conserve vegetali, ma anche per il latte a lunga conservazione e per i formaggi non a denominazione di origine.
Se vuoi aggiornamenti su Made in Italy, Coldiretti: per 84% italiani acquisto rilancia economia inserisci la tua email nel box qui sotto:
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
Abbiamo ricevuto la tua richiesta di iscrizione. Conferma la tua iscrizione facendo clic sul link ricevuto via posta elettronica.
Se vuoi ricevere informazioni personalizzate compila anche i seguenti campi opzionali.
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
Ti potrebbe interessare
Dopo l’open banking, l’industria finanziaria si apre all’open finance, creando nuove opportunità per i consulenti finanziari. Tra le sfide chiave identificate per una crescita sostenibile, l’open finance rappresenta un’opportunità per migliorare la consulenza finanziaria.
Da tempo il governatore della FED, Jerome Powell, segnala che la Fed sarà pronta a tagliare i tassi solo quando avrà maggiore fiducia su un calo dell’inflazione. E questo momento, a quanto pare, non sembra ancora arrivato. Al contrario Lagarde (BCE) va avanti sulla strada indicata, ovvero quella di un primo taglio a giugno
Mentre il debito tocca nuovi record negativi, la crescita dell’economia italiana segna il passo: nel 2025, secondo l’istituto di Washington, la crescita del Pil non andrà oltre lo 0,7% (in linea con il 2024), la metà di quella francese.