Tassi di Interesse: in attesa della decisione della Fed, ieri i tassi di mercato europei sono saliti su tutta la curva, trascinati dal buon andamento dei listini azionari, in seguito ai risultati positivi del terzo trimestre di Lehman Brothers. Lo spread 2-10 anni è rimasto invariato a 17pb, ma questa mattina in apertura è in crescita a 22pb a causa del calo dei rendimenti sul tratto a breve ed al rialzo sul tratto decennale. Con riferimento al mercato monetario, la Bce ha drenato un ammontare di liquidità inferire rispetto a quanto preannunciato, con il tasso overnight che si è mantenuto ben al di sotto del tasso di riferimento. Sul decennale il supporto si colloca a 4,18% mentre la resistenza più significativa a 4,30%. Questa mattina i listini azionari europei sono attesi in forte rialzo in apertura grazie alla chiusura positiva di quelli Usa ed asiatici.
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Negli Usa, la Fed ha sorpreso il consensus degli analisti arrivando a tagliare di 50pb sia i Fed Funds sia il tasso di sconto con decisione unanime, in seguito alla necessità di evitare che il deterioramento delle condizioni sul mercato del credito potessero poi comportare impatti sul resto dell’economia. Allo stesso tempo la Fed, pur continuando a ribadire i rischi inflattivi, ha dichiarato di essere pronta ad agire ancora sui tassi se necessario, tenendo sotto osservazione soprattutto gli sviluppi sui mercati finanziari. Gli operatori hanno reagito aumentando la probabilità attribuita all’ipotesi di ulteriore taglio di 25pb entro fine anno. Il capo della Fed visti i rischi sulla crescita ha evidentemente preferito eccedere eventualmente per eccesso anziché per difetto.
In prospettiva la decisione di ieri appare in linea con la possibilità di una crescita Usa che quest’anno potrebbe collocarsi al di sotto del 2%, con a latere la possibilità che il forte rallentamento del settore immobiliare possa ancora rappresentare un freno alla crescita per qualche trimestre, come testimoniato anche ieri dal nuovo minimo storico della fiducia dei costruttori. L’entità della manovra (era da fine 2002 che non si assisteva ad una manovra di 50pb sui Fed Funds) è stata evidentemente volta proprio ad evitare che tali ripercussioni diventino eccessivamente forti, cercando di ridare fiducia anche ai mercati finanziari che già erano stati ben impressionati ieri dai risultati trimestrali di Lehman, migliori delle attese. Il mercato obbligazionario è stato forse quello che meno ha risentito della manovra della Fed, se non in termini di pendenza di curva che è aumentata. Il rialzo del prezzo del greggio ha spinto ancor al rialzo le aspettative di inflazione comportando un lieve rialzo dei tassi decennali. Primo livello di resistenza a quota 4,53%.
Valute: nuovo record dell’Euro verso Dollaro a quota 1,3988 dopo la decisione della Fed. Nel breve rimane aperta la possibilità di testare la soglia psicologica di 1,40, ormai vicinissima. Il dato di oggi sui prezzi al consumo, qualora in linea o migliore delle attese, potrebbe rappresentarne il pretesto ulteriore. Non sono da escludere nelle prossime settimane livelli anche più elevati di Euro/Dollaro di una o due figure: dipenderà a questo punto dall’entità dell’impatto della recente crisi fotografata dai prossimi dati macro in calendario oltre che dalle trimestrali delle banche Usa attese tra oggi e domani. E’ tornato a deprezzarsi lo Yen a causa del forte rialzo dei listini azionari Usa ed asiatici. Nel frattempo questa notte la BoJ ha lasciato invariato il tasso di riferimento allo 0,50%, con decisione ancora una volta non unanime (8 a 1). Verso Dollaro la resistenza si colloca a 116,50, il supporto a 114,50 circa. Verso Euro l’area di supporto si colloca tra 160 e 160,50, mentre esistono spazi per una salita verso l’area di resistenza 163-163,60.
Materie Prime: nuovo record del greggio Wti salito oltre gli 82$/b sulla speculazione che il taglio della Fed stimolerà la domanda. Il rialzo è stato anche favorito da nuove notizie di una tempesta in formazione che potrebbe raggiungere la Florida. Bene i metalli industriali tra i quali segnaliamo il forte balzo del nichel (+6,5%) su segnali di aumento della domanda cinese dopo che il forte ridimensionamento dei prezzi dai livelli massimi. In rialzo anche i preziosi con l’oro che ha raggiunto i massimi degli ultimi 27 anni. Contrastati gli agricoli.
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