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MACRO & MERCATI: BANCHE CENTRALI IN PRE-ALLERTA

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*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come
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di WSI.

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(WSI) –
Tassi di Interesse: in area Euro i tassi di mercato sono scesi interessando tutte le scadenze della curva sulla scia dei meno favorevoli dati Usa. Lo spread sul 2-10 anni è rimasto fermo in prossimità dei 24 pb. Intanto continuano le preoccupazioni dei membri della Bce sul fronte inflazione. Ieri Liebscher, capo della Banca Centrale d’Austria, ha ribadito che i rischi inflattivi sono al rialzo, non escludendo nuove strette monetarie da parte della Bce. Il Fmi nell’ultimo outlook ha tagliato le stime di crescita dell’intera area per il 2007 e 2008, portandole al 2,5% e 2,1% rispettivamente, aggiungendo che per quest’anno la Bce, a causa delle ultime turbolenze finanziare, dovrebbe lasciare invariato l’attuale tasso di riferimento e decidere in seguito la politica monetaria da adottare. Oggi l’attenzione si focalizzerà sull’andamento del prezzo del petrolio oltre che sugli innumerevoli discorsi di esponenti di banche centrali. Sul dieci anni la resistenza si colloca a 4,44% ed il supporto a 4,32%.

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Negli Usa tassi di mercato in drastico calo soprattutto sul segmento a breve termine, sulla scia di rinnovate aspettative di taglio dei tassi da parte della Fed dopo i non favorevoli dati sul settore immobiliare che hanno evidenziato un brusco calo sia dell’apertura di nuovi cantieri sia delle licenze edilizie. Il Fmi ha confermato le anticipazioni rivedendo bruscamente le stime di crescita per il 2008 dal 2,8% all’1,9%. Inoltre il Beige Book della Fed ha dichiarato la crescita in decelerazione tra settembre ed ottobre. Sul fronte prezzi si conferma la moderazione dei prezzi core mentre invece l’indice generale ha risentito soprattutto del forte rialzo della componente energetica. Il mercato azionario dal canto suo ha beneficiato del favorevole accoglimento delle trimestrali pubblicate ieri tra cui quella di JpMorgan. Il tasso decennale continua a rappresentare una buona approssimazione del tasso atteso sui Fed Funds ad un anno. L’aumento delle attese di un taglio a fine mese pertanto giustifica il riavvicinamento alla soglia di 4,5%. La possibilità di un taglio dei tassi a fine mese dipenderà strettamente dalla normalizzazione del mercato monetario oltre che dai dati macro, primo fra tutti il Pil del terzo trimestre.

Valute: Dollaro in marcato deprezzamento verso Euro dopo i citati dati macro meno favorevoli dagli Usa e sulla scia di dichiarazioni di membri della Bce favorevoli ad un ulteriore rialzo dei tassi. La possibilità di un’accentuazione delle aspettative di un taglio della Fed a fine mese rappresenta al momento il principale driver che potrebbero riportare l’Euro verso nuovi massimi storici. Per oggi la prima resistenza è a quota 1,4280 con possibilità anche di toccare livelli superiori a 1,43. Lieve deprezzamento per lo Yen in seguito al rialzo del listino azionario giapponese. In assenza di dati macro di rilievo in Giappone fino alla prossima settimana, lo Yen dovrebbe muoversi in tendenza contraria ai listini azionari nei prossimi 2 giorni. Verso Euro il cross sembrerebbe aver trovato supporto intorno al livello 164,60, resistenza a 167,73.

Materie Prime: il greggio Wti ritorna sotto gli 88$/b dopo aver segnato un nuovo temporaneo record a 89$/b in seguito alla notizia dell’approvazione del parlamento turco di un’azione militare verso i ribelli curdi nel nord dell’Iraq. E’ probabile che dopo l’iniziale tensione che ha spinto al rialzo il prezzo, gli operatori si siano focalizzati sui fondamentali: nel pomeriggio infatti i dati sulle scorte Usa sono risultate ben al di sopra delle attese. Giornata negativa per i metalli industriali penalizzati dai rialzi delle scorte al Lme del rame e del piombo, che hanno perso rispettivamente l’1,1% ed il 3%. Tra i preziosi sale dello 0,7% l’argento favorito dalla debolezza del Dollaro. Infine tra gli agricoli in rialzo il caffè (+1,1%) poiché le piogge in Brasile sembrerebbero essere state insufficienti a rinvigorire il raccolto penalizzato dal recente periodo di siccità.

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