*Questo documento e’ stato preparato da MPS Capital Services ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come
definiti nell’art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
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(WSI) –
Oggi in area Euro è atteso il Cpi dell’area Euro di settembre. Le attese sono per un ritorno sopra al 2%, visto il recente aumento dell’inflazione in Germania. Negli Usa attesi i dati sulla spesa delle famiglie del mese di agosto. Importante sarà avere la conferma della continuazione del calo del deflatore della spesa personale core.
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Tassi di Interesse: in area Euro, i tassi di mercato sono leggermente calati, con lo spread 2-10 anni che continua ad oscillare intorno ai 31pb. In aumento le breakeven inflation favorite dalla crescita del prezzo del greggio, e dal Cpi armonizzato tedesco (+2,7%a/a) di settembre. Il mercato monetario ha continuato ad essere molto volatile con il tasso overnight che è passato da 4,26% a 3,88%, chiudendo al 4%, in linea al tasso di riferimento. Questa mattina però si trova nuovamente ben al di sopra del 4%. L’Euribor a tre mesi è stato fissato a 4,79%, il valore massimo degli ultimi sei anni. Su tale rialzo ha probabilmente impattato il prestito da 3,9Mld€ effettuato dalla Bce al penalty rate (ossia un tasso superiore di 1% rispetto a quello di riferimento). Sul decennale la resistenza si colloca a 4,41%, mentre il supporto a 4,30%.
Negli Usa tassi in calo sulla scia dei deludenti dati sulle vendite di nuove case di agosto, che hanno evidenziato il più forte calo mensile dal 1970. I prezzi mediani di vendita hanno registrato un calo del 7,5% a/a. Sul fronte immobiliare continua ad aumentare la schiera dei sostenitori di una ripresa eventuale del settore non prima della fine del prossimo anno: ieri in questo senso si è espresso l’ad di Fannie Mae. Più confortanti invece i dati settimanali sulle richieste di sussidi per la disoccupazione ai minimi degli ultimi quattro mesi. Complessivamente prevale tra gli operatori la convinzione di impatto marcato sui consumi derivante dalla crisi immobiliare, consolidando l’aspettativa di un taglio dei tassi sia ad ottobre sia a dicembre. Quest’ultima ipotesi sta offrendo supporto ai mercati azionari, soprattutto quelli emergenti che continuano a segnare nuovi massimi storici, trainati ieri in particolare dal mercato brasiliano.
Sul mercato monetario qualche segnale di relativa maggiore tranquillità è arrivato dal ridimensionamento del calo dell’ammontare delle commercial paper ma la sensazione è che occorra ancora qualche settimana per verificare se effettivamente vi sono segnali stabili di ritorno alla normalità. Il clima di attesa di tagli dei tassi generalizzato (ieri l’Ocse ha ipotizzato un taglio anche da parte della Bank of England) contiene i tassi di mercato. Sul decennale resistenza e supporto principale sempre a quota 4,68% e 4,53%.
Valute: continua l’ascesa dell’Euro con conseguenti nuovi massimi storici vs. Dollaro a 1,4189. Più in generale continua il trend di deprezzamento del Dollaro: il Dollar index (indice calcolato verso un paniere di valute mondiali) ha ieri raggiunto il minimo storico. I dati macro Usa sfavorevoli sono alla base di tale andamento che verso Euro potrebbe spingersi fino a 1,42/1,4250, dopodiché potrebbe impattare l’eventuale temporaneo effetto delle ricoperture degli operatori speculativi. Lieve apprezzamento dello Yen nel corso della notte grazie ai buoni dati macro. Ad agosto sia la produzione industriale sia la spesa dei consumatori hanno battuto le stime degli analisti. Verso Euro la resistenza si colloca a 164, il supporto a 162,60 circa e 161. Verso Dollaro il supporto rilevante continua a posizionarsi a 114, la resistenza a 116,40.
Materie Prime: il greggio Wti è salito sopra gli 83$/b grazie alla debolezza del dollaro che favorisce la domanda di materie prime. Andamento contrastante per i metalli industriali. Il rame ha guadagnato l’1%, mentre sono calati il nichel (-2%) ed il piombo (-0,7%). In rialzo i metalli preziosi. Tra gli agricoli balzo del mais (+3,1%) poiché gli allevatori stanno spostandosi su tale cereale, a causa dell’eccessivo costo del grano che ieri ha messo a segno un nuovo record.
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