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MACRO&MERCATI: TIMORI INFLATTIVI DEPRIMONO LE BORSE

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*Questo documento e’ stato preparato da MPS Finance Banca Mobiliare S.p.A. ed e’ rivolto esclusivamente ad investitori istituzionali ovvero ad operatori qualificati, così come
definiti nell’art. 31 del Regolamento Consob n° 11522 del 1° luglio 1998 e successive modifiche ed integrazioni. Le analisi qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale
di WSI.

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(WSI) –
in Italia oggi sarà pubblicato il dato finale del Pil del terzo trimestre che ci fornirà il dettaglio delle sottocomponenti. In Germania invece è attesa la pubblicazione della produzione industriale di aprile che dovrebbe registrare un miglioramento del congiunturale. Negli Usa oggi è atteso il dato sulla bilancia commerciale di aprile.

Tassi di Interesse: in area Euro i tassi di mercato ieri sono saliti con il rendimento del dieci anni che ha ampiamente superato la resistenza del 4,5%, raggiungendo il 4,55%. Lo spread sul segmento 2-10 anni è salito in prossimità di 8 pb. Il movimento è giustificato dalla percezione di un aumento dei rischi inflattivi e di una continuazione del rialzo del tasso di riferimento da parte della Bce. Le breakeven inflation sono infatti salite sopra il 2,1%.

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Oggi è possibile assistere ad un proseguimento del rialzo dei tassi, con la resistenza sul dieci anni che si colloca a 4,60% e supporto a 4,50%. Negli Usa si è assistito ad un forte rialzo dei rendimenti. Il movimento è iniziato dopo che, durante la notte precedente, la Nuova Zelanda aveva inaspettatamente, aumentato i tassi, innescando la speculazione che le altre banche centrali nel mondo potessero imitarla in futuro a causa di sempre maggiori timori di pressioni inflazionistiche a livello globale in aumento nei prossimi mesi. Tale evento ha danneggiato anche i principali listini azionari che hanno chiuso in calo nonostante l’estrema debolezza dei bond. E’ venuta quindi a mancare la correlazione inversa che aveva caratterizzato l’ultimo periodo. Tornando ai mercati obbligazionari, le vendite si sono concentrate soprattutto sulla parte a lunga della curva comportando un forte irripidimento della pendenza. Lo spreas sul tratto 2-10 anni è passato da 1pb a 10pb. I rendimenti sono invece solamente aumentati in misura lieve sulle scadenze brevissime (3-6mesi), a dimostrare come possano essere interessanti come strumento di ‘parcheggio’ di liquidità in questa fase di incertezza. Le aspettative di inflazione implicite nei Tips sono salite di molto. Dopo aver toccato ieri livelli che non si vedevano dalla scorso luglio, oggi sul decennale i livelli di resistenza si collocano al 5,17% e 5,20%. Qualora fossero raggiunti potremmo assistere ad una pausa di tale rialzo. Il supporto invece è ben lontano e passa al 5%.

Valute: significativo apprezzamento del Dollaro verso Euro grazie all’aumento del differenziale di rendimento Usa-Euro. Il cross rimane ancora in trend rialzista ed i livelli di supporto significativi sono individuabili a 1,3393 e 1,3350. Lo Yen è rimasto stabile vs Dollaro, mentre si è apprezzato nei confronti dell’Euro. Su quest’ultimo cross i livelli di supporto si collocano a 162,20 e 161,50 circa.

Materie Prime: tra gli energetici in rialzo il greggio Wti su commenti del presidente dell’Opec secondo cui non c’è la necessità di una riunione straordinaria prima di settembre. In calo gli industriali tra i quali segnaliamo il nichel (-6,5%) che ha raggiunto il livello più basso delle ultime 10 settimane a causa di nuove regole presso il Lme per consentire un trading più trasparente. Ancora deboli i preziosi in seguito all’apprezzamento del Dollaro. Positivi gli agricoli.

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