(Teleborsa) – “E’ indubbio che nei primi mesi del 2010 si siano riscontrati alcuni segnali di ripresa confermati dalla raccolta ordini del secondo semestre 2009 in aumento e dal recupero degli investimenti in mercati chiave quali Cina, India e Brasile. Però sarà solamente quando riprenderanno i consumi finali che vedremo le aziende tessili tornare ad investire con continuità”. Lo ha affermato Sandro Salmoiraghi, Presidente di Acimit, aggiungendo che “i dati macroeconomici non forniscono ancora un’indicazione univoca. L’eventuale proroga della Tremonti Ter, come sostenuto da Federmacchine, con la sua applicazione alle macchine ordinate entro il 31 dicembre 2010 e consegnate nei diciotto mesi successivi all’emissione dell’ordine, avrebbe un importante effetto leva, qualora si verificasse la ripresa dei consumi finali e la conseguente ripartenza degli investimenti”. Il Presidente Salmoiraghi ha poi commentato i dati 2009 definitivi dell’industria meccanotessile italiana, che indicano una flessione della produzione del 21% rispetto all’anno precedente (1.931 milioni di euro il suo valore). Anche le esportazioni sono diminuite del 21%, attestandosi a 1.506 milioni di euro. In Italia la domanda di macchine tessili ha ceduto il 27% rispetto al 2008. La debolezza del mercato interno è testimoniata anche dal calo delle importazioni (-32%), pari a 359 milioni. Cina, India e Turchia sono i principali mercati di sbocco per i costruttori italiani, sebbene le vendite in questi Paesi restino inferiori ai livelli del 2008. L’intera domanda mondiale di macchine tessili ha risentito della crisi economica e della frenata degli investimenti. “I nostri principali concorrenti hanno subito perdite anche maggiori delle nostre – fa sapere Sandro Salmoiraghi. I costruttori tedeschi hanno chiuso il 2009 con un calo dell’export pari al 40% e quelli giapponesi del 50%. Anche in Svizzera le imprese meccanotessili hanno avuto una flessione delle vendite estere del 39%. Dati che confermano una crisi generale: le nostre aziende non si sono sottratte, ma hanno reagito meglio”. Difficile fare previsioni per l’anno in corso. Sul fronte esterno per intercettare i nuovi bisogni della domanda internazionale e restare competitivi, dopo l’attuale crisi, serviranno aziende maggiormente strutturate. “Il fondo italiano per l’investimento per le piccole e medie imprese può essere un valido strumento a sostegno della patrimonializzazione delle PMI italiane e un incentivo ai processi di aggregazione. Occorrerà, tuttavia, capirne bene il funzionamento per evitare che si perda l’ennesima buona occasione”, conclude il Presidente Acimit.