*Financial Trend Analysis e’ una societa’ che opera nel settore dell’Analisi Tecnica. Le analisi di borsa qui pubblicate non implicano responsabilita’ alcuna per Wall Street Italia, che notoriamente non svolge alcuna attivita’ di trading e pubblica tali indicazioni a puro scopo informativo. Si prega di leggere, a questo proposito, il disclaimer ufficiale di WSI.
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(WSI) –
Il recente azzeramento dei guadagni che Piazza Affari aveva messo assieme da inizio anno sta creando qualche grattacapo a chi si era ormai abituato ad un mercato (azionario) stabilmente al rialzo. Negli ultimi 3 anni in effetti se guardiamo a quanto avvenuto tra le mura domestiche il Mibtel è riuscito nell’impresa di raddoppiare il proprio valore passando da poco più di 15000 punti fino a quota 30000.
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Il ribasso di questi mesi rappresenta dunque un elemento nuovo in questo contesto, sebbene nell’arco di tempo preso in considerazione fosse già accaduto più volte che i mercati flettessero anche rapidamente per poi riprendere quota altrettanto velocemente. La domanda che tutti si stanno ponendo è che se anche in questa occasione le borse sapranno riprendersi agevolmente e spiccare il volo verso nuovi massimi.
La principale preoccupazione degli operatori è rappresentata dalla congiuntura economica degli Stati Uniti, dove l’inflazione è tornata a far paura costringendo la FED a proseguire sulla via della stretta monetaria in un momento in cui l’economia sta fornendo segnali di rallentamento. In questa ottica sembra ormai scontato che i tassi USA siano destinati a salire probabilmente di altri 50 basis point, 25 dei quali già nel prossimo meeting in agenda a fine mese (28-29 giugno).
Proprio in quella occasione sarà interessante ascoltare le parole del numero uno della FED, Ben Bernanke, utili per interpretare le linee guida delle prossime mosse in materia monetaria. E dunque fino a quel momento appare piuttosto difficile che i mercati intraprendano strade diverse da quelle dell’attesa, pronti poi ad infuocare un’estate che si preannuncia rovente.
Se infatti si dovesse intravedere la fine del rialzo dei tassi, acquisirebbe valore l’ipotesi di una inversione di marcia rapida che possa riportare ottimismo sui mercati facendo presto dimenticare le recenti delusioni. In definitiva infatti sul ribasso partito dai massimi di metà maggio sembra aver influito e non poco l’azione degli hedge fund, vere e proprie “mani forti”, che utilizzando in maniera pesante lo strumento della leva, hanno amplificato l’effetto di una correzione che in realtà più di un’analista aveva già preannunciato.
Se il mercato dovesse tornare a presentare validi requisiti (ipotesi che al momento appare ancora la più accreditabile) che giustificassero nuovi investimenti (o meglio se le attese sui profitti aziendali, ecco che il ritorno in massa degli stessi hedge fund con posizioni al rialzo potrebbe contribuire rapidamente a ristabilire i vecchi equilibri agevolando ancora una volta (la quarta in 3 anni) la costruzione di una nuova configurazione a “V” bottom sui grafici degli indici azionari.
Cosa dobbiamo attenderci allora per i prossimi mesi? L’analisi tecnica può aiutarci ad inquadrare meglio l’attuale crisi, suggerendoci i livelli di guardia strategici per l’evoluzione futura dei prezzi. Partiamo allora da alcune considerazione sui listini americani. Tra i due indici guida, S&P 500 e Nasdaq, il primo appare per il momento avvantaggiato: il ribasso partito a maggio ha portato i prezzi ha ritracciare il 38% circa dell’ascesa dai minimi dell’estate 2004, mantenendo le quotazioni al di sopra della media a 100 settimane circostanza che per il momento non compromette la tendenza rialzista di fondo e lascia spazio per un recupero almeno nel breve termine, anche se soltanto con il superamento di area 1290/1300 potremo assistere ad un deciso miglioramento delle prospettive.
Un’ipotesi quella del rimbalzo a breve supportata anche dall’osservazione di alcuni oscillatori che sul grafico settimanale si sono portati in zona di ipervenduto, situazione che negli ultimi due anni ha sempre anticipato un riscatto da parte dell’indice. I margini per preservare tali prospettive sono ancora ampi, tanto che solo con il cedimento dei supporti di area 1170 quanto detto finora perderebbe valore ed il quadro grafico che si andrebbe a delineare sarebbe di tutt’altra matrice.
Considerazioni analoghe possono essere tratte anche per il Nasdaq, sebbene l’indice tecnologico abbia perso in percentuale ben più dell’S&P 500 nello stesso periodo. Esistono i presupposti per un rimbalzo a breve almeno fino a quando i prezzi si manterranno al di sopra dei 2000 punti, con il quadro grafico che tornerà comunque interessante in caso di superamento di area 2250. Sotto quota 2000 invece la prospettiva di un avvicinamento ai minimi del 2004 in area 1750 inizierebbe a farsi pressante.
Questa prima indagine lascia intendere come la recente discesa appaia in definitiva fisiologica dopo i guadagni degli ultimi anni e possa dunque rientrare nel novero delle correzioni da mettere in conto quando si devono consolidare tendenze ormai ben radicate. C’è un “però” che non possiamo sottovalutare: mettendo a confronto l’andamento dei due grafici notiamo, come già accennato, che l’S&P500 ha sovraperformato il Nasdaq negli ultimi due mesi, circostanza che storicamente si è sempre verificata in concomitanza con fasi di mercato ribassiste.
In altre parole quando il grafico di forza relativa S&P/Nasdaq punta al rialzo i listino tendono nel complesso a scendere. Il grafico di forza relativa tra queste due entità sta dirigendo verso i picchi massimi del 2004 e del 2005 allineati sugli stessi livelli, il cui superamento potrebbe implicare l’avvio di un ribasso più deciso per gli indici ed il conseguente rinvio al 2007 dei sogni di gloria.
In tale contesto la cautela è d’obbligo ed anche il Mibtel non può sfuggire a questa raccomandazione. Graficamente l’indice domestico ha ancora a disposizione un margine di circa 1000 punti prima di ridurre sensibilmente le possibilità di crescita nel lungo periodo, ma allo stesso tempo restano ancora piuttosto distanti le resistenze al di sopra delle quali il rischio di un ulteriore discesa verrebbe ridotto ai minimi termini. Solo con il superamento dei precedenti massimi di area 30000 infatti si aprirebbe una nuova fase di crescita duratura per Piazza Affari. Nel frattempo la migliore strategia appare quella di stare alla finestra, tornando ad investire poco alla volta man mano che si susseguiranno i segnali grafici, a partire dal superamento dei 28000/28100 punti almeno.
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