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Ma la Fed ha forse esagerato nel suo pessimismo?

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(WSI) – E’ stata una settimana molto movimentata sul mercato FX con la Fed e la politica monetaria, la Cina con dati peggiori del previsto, ed il Giappone con le problematiche relative ad uno Yen molto forte. Questi sviluppi hanno stimolato un’ondata di vendite in FX e sull’azionario per via di investitori che si tiravano indietro, togliendosi dall’incertezza vigente nel mercato.

Il rialzo della volatilità mostra il nervosismo crescente degli investitori che comunque è rimasto venerdì nonostante i dati non proprio abissali degli USA. Comunque, non abbiamo avuto ancora una inversione nell’appetito per il rischio in quanto EurUsd e AudUsd sono ancora sui minimi.

Con la Fed che mette in allerta riguardo ai problemi dell’economia USA ed il rallentamento continuativo nel mercato del lavoro, le vendite al dettaglio di venerdì potevano uscire molto peggiori di quanto non siano usciti. Invece sono usciti +0,4% nell’ultimo mese, solo lievemente peggiori del previsto. Eppure l’ICSC ed il Redbook (due survey riguardanti il mercato al dettaglio) mostravano evidente debolezza. I consumatori comunque hanno ridotto il consumo di vestiti, cibo, bevande, elettronica.

Con un mercato del lavoro così debole, e quindi poco potere d’acquisto, i consumatori devono essere “attirati” dentro i centri commerciali con sconti forti e promozioni. Dunque, in prospettiva, i dati di venerdì non mostrano alcun segno di ripresa, ma solo che la Fed forse ha esagerato nel pessimismo.

Altro dato sorprendente è stato l’indice di fiducia del Michigan, uscito migliore delle attese. Cosa dobbiamo trarne? Solamente l’osservazione che la positività rimane il beneficio di pochi, ma non è sparita. Questa settimana sarà con ogni probabilità dormiente. Ci sono solo dati USA secondari in uscita, tra cui l’Empire State, il Philadelphia Fed, i TICS, gli Housing Starts…nulla di così influente da modificare le prese di posizione già in atto.

Passando all’euro, venerdì abbiamo visto la prima discesa da 3 mesi a questa parte sotto 1,2800. Nonostante la robustezza dei dati macro in uscita dall’area euro, il mercato continua ad agire in base alla propensione/avversione al rischio (ricordiamo che l’EurUsd è una valuta ciclica e quindi reagisce similmente ai Carry Trade quando il mercato si focalizza sul rischio).

Forse le uniche motivazioni che possono spiegare l’altra componente di questa discesa sono le problematiche di debito sovrano (tipo Irlanda), stop loss scattati, SNB che forse ridurrà le scorte di euro. Anche la sterlina ha avuto una settimana difficile e questa settimana i dati UK sono gli unici degni di nota – quindi potremmo eventualmente vedere la sterlina muoversi in base ai fondamentali e non in base alla “flight to safety” che ha governato le discese soprattutto nel Cable (flussi in uscita da sterline che confluiscono in bond USA).

Infine guardiamo al Giappone: gli esponenti politici continuano ad intimorire il mercato con supposizioni circa interventi della BoJ. Un intervento potrebbe però essere un errore: le problematiche del UsdJpy derivano più dalla debolezza del Dollaro che in una forza endogena dello Yen.

Qualsiasi intervento avrebbe effetti molto limitati nel tempo. La BoJ lo sa, e non vuole “sprecare cartucce”. Ci vorrebbe un intervento coordinato ma BCE e Fed non sembrano interessati a partecipare ancora. Nonostante questo, riconosciamo che la BoJ ci sta pensando seriamente e che le forze politiche giapponesi vorrebbero vedere uno Yen più debole.

Passiamo ora all’analisi tecnica di inizio settimana e vediamo subito che l’euro, in generale, sta riprendendo un po’ di quota e sembra “promettente” stamattina. L’EurUsd potrebbe riprendere a salire ma solo se rompe con decisione 1,2800 (siamo vicini mentre scriviamo). Nel caso di una rottura, non parliamo di trend rialzista (sia mai!) bensì di rottura del trend ribassista.

Quello che potrebbe avvenire, nel caso di una rottura, è un periodo di congestione – ma il significato di una rottura di 1,2800 è “solamente” un segnale che sta cambiando qualcosa. Per quanto concerne il punto di arrivo, non diciamo che 1,2840 sembra un buon livello di resistenza.

EurChf ugualmente sembra tentare i rialzi ma in questo caso ancora non abbiamo rotto la trendline ribassista che passa per 1,3430 (siamo vicini mentre scriviamo). Anche qui i rialzi comunque saranno sofferti perché la prima resistenza importante è proprio sopra a 1,3460. La MM a 100 periodi è il secondo arrivo, che potrebbe essere testato, a 1,3515. Ovviamente il fallimento di questo rally riapre le porte a 1,3400 e 1,3380.

Passando ad EurJpy anche qui possiamo vedere qualche barlume di luce: l’infrazione di 110,00 aprirebbe le porte a 110,40 ma la situazione è meno lineare qui. Infatti l’EurJpy è un carry trade anche se c’è l’euro al numeratore, quindi i flussi di avversione/propensione al rischio possono far muovere questo cambio indipendentemente dalla forza dell’euro. Anche qui, il fallimento della rottura può riportarci su livelli come 109,30.

L’euro questa mattina rimane particolarmente debole solo contro la Sterlina, che si sta riprendendo visto che è stata la grande perdente della settimana scorsa. Infatti l’EurGbp ha tentato una finta rottura di 0,8205 (chiamasi “fake-out” in opposizione al “breakout”) per poi ritracciare a 0,8190. La ragione sta in un break out mattutino del Cable che, rotto il 1,5590, si porta verso il primo target a 1,5630.

Si è arenato lievemente attorno alla media mobile a 100 periodi ma se rimanessimo sopra 1,5600 il break out verrebbe confermato ed il trend ribassista rotto con vigore. GbpChf sembra quasi una fotocopia con un break out da 1,6370 in atto con target primario 1,6415. Anche qui le posizioni short non hanno più luogo di esistere perché il trend primario ribassista è stato infranto.

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